“Sento la necessità di rilanciare un nuovo progetto capace di valorizzare gli uomini liberi e le loro idee”. Parole sibilline scritte sul proprio profilo facebook, dal deputato regionale dell’Udc, Vincenzo Figuccia che ancora una volta utilizza l’arma della provocazione verbale, facendo capire che la sua collocazione nel partito di Cesa è ormai agli sgoccioli. Parla di un nuovo progetto che, derubricato in termini spiccioli, potrebbe far intendere all’adesione ad un nuovo soggetto politico o alla creazione di un movimento.
Ma sarà davvero così o si tratta soltanto di una provocazione? Intanto i commenti al suo post sono una sequela di incoraggiamento al suo percorso politico. Come dire che il consenso è saldo anche se il termometro dei social non è certo il luogo adatto per misurarlo.
E il disagio palpabile, che ha portato alle sue dimissioni da assessore ai Rifiuti e l’attacco a tutto tondo contro il suo ex compagno di partito e oggi presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, non sono certamente un dettaglio. Per non parlare dei rapporti poco “idilliaci” con il Presidente della Regione sulla vicenda degli stipendi d’oro (leggasi polemica con Miccichè) dove lo stesso Musumeci aveva di fatto bacchettato Figuccia, facendo riferimento all’intera giunta: “Lavorare e tacere, dico alla mia squadra di assessori”.
Una sequenza di fatti che messi, uno sopra l’altro, hanno visto costruire un edificio a quanto pare “traballante”, nel quale Figuccia sembra non aver trovato la camera con vista. Che l’ascensore sia guasto è anche possibile, ma a noi rimane il dubbio amletico, in una Sicilia che sembra paralizzata dall’inerzia della politica, quale sia il progetto di Figuccia, in una terra dove preferiremmo vedere più fatti che parole.