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Il web ha mille sfaccettature e Antonio Gulisano, un giovane restauratore di Catania, ha capito che quello strumento poteva essere per lui vincente. E’ stato così che ha deciso di utilizzare internet e i social media per incrementare ancora di più il suo lavoro. Lui, appena trentaseienne, che da nove anni ha una bottega artigiana a Viagrande, un paesino alle pendici dell’Etna, dove scolpisce la pietra d’agata e con pennelli, spatole, bisturi, realizza e restaura pezzi di vero pregio artistico.

“Il web per me è stata una manna dal cielo, che mi ha permesso di raggiungere tantissime persone, sia italiane che straniere”Attraverso il suo sito arrivano gran parte dei lavori che realizza. “Si tratta di antiquari, ma talvolta mi chiamano anche sacerdoti per restauri all’interno di chiese e basiliche”.

Dopo la maturità scientifica, Antonio decide di iniziare un lungo percorso professionale avvicinandosi alle arti pratiche. Approfondisce la conoscenza del legno e della sua complessa lavorazione presso la Bottega dei fratelli Giuffrida, leader nel settore falegnameria, ebanisteria e restauro da  oltre 40 anni. Dopo 3 anni di attività, decide di dedicarsi esclusivamente alla conservazione e al restauro, approfondendo l’aspetto teorico che sta alla base del rispetto e della tutela delle opere d’arte. Poi si trasferisce a Firenze, dove per 3 anni frequenta un corso accademico presso il Centro Europeo del Restauro, con sede a “Villa della Petraia”.

“Ho cercato di specializzarmi in qualcosa di più artistico, puntando sulle opere lignee e sulla dorature. Così mi sono dedicato al restauro di opere d’arte e arredi d’epoca”. Oggi il lavoro di Antonio si divide tra la bottega di Viagrande e i cantieri di chiese, enti, gallerie.

“Un tempo le botteghe ospitavano il restauratore e il cliente solo in quell’ambiente. Con internet, invece, posso illustrare ciò che faccio direttamente e la visibilità di fatto non ha confini. E poi anche il cliente arriva molto più preparato, informato. Infatti la chiave per mettersi in competizione sulla rete è quella di specializzarsi”.

Almeno Antonio è riuscito a non fuggire dalla sua terra, riuscendo a utilizzare la tecnologia e far sì che il suo lavoro fosse conosciuto. E questo sicuramente è di buon auspicio per i tanti giovani che, invece, si vedono costretti a trovare fortuna altrove.