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Sergio Marino

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“Sono passati ben 1.300 giorni da quando è stato interdetto l’accesso ai cittadini al parco Cassarà e ben tre mesi, da quando l’assessore al verde e vicesindaco, Sergio Marino, ha dichiarato nel dicembre dello scorso anno di avere inserito nel fondo di riserva 2017, i 165mila euro necessari per effettuare i carotaggi”.

Con un video su facebook la consigliera pentastellata in consiglio comunale, Concetta Amella e il consigliere della IV circoscrizione, Mirko Dentici (M5s) hanno denunciato lo stallo della vicenda che riguarda la bonifica del parco cittadino Cassarà, accusando il vicensindaco della giunta Orlando di “fare solo proclami e di non aver mantenuto gli impegni presi”. La struttura venne posta sotto sequestro nel 2014, perchè nell’area venne individuata una discarica di rifiuti tossici.

“Marino, inoltre, – continuano i due grillini – dichiarò, sempre nel dicembre del 2017, che entro il 30 gennaio 2018, avrebbe fatto il bando di gara per individuare la ditta, cui affidare le analisi di laboratorio del terreno e come sarebbero bastati all’incirca 90 giorni per avere i risultati, da consegnare alla Regione Siciliana. L’ultima parola, infatti , sull’apertura del Parco spetta proprio alla Regione”.

“Ad oggi – concludono Amella e Dentici – però non risulta alcun bando di gara, come confermato informalmente, dall’ingegnere Scotto, incontrato casualmente a Villa Forni. Noi però non ci arrendiamo e presseremo affinchè l’assessore passi dai proclami ai fatti. E per la cronaca, siamo stati amabilmente, invitati ad uscire dal parco, perchè chiuso”.

Insomma una vicenda che pare non abbia fine e, soprattutto, non sia una delle priorità dell’amministrazione comunale cittadina impegnata probabilmente a risolvere altre grane: prima tra tutte quelle di far quadrare i conti in proiezione della “redazione” del bilancio 2018 che sicuramente non sarà una “passeggiata”. Per adesso dovremo aspettare per quella “passeggiata” (con un gioco di parole), che vorremo fare nuovamente all’interno del parco Cassarà.

“Un provvedimento che, se messo in pratica, di fatto provocherebbe la paralisi del servizio di manutenzione delle strade e di quello della raccolta differenziata dei rifiuti a Palermo”.

Ad alzare la voce, chiamando in causa il primo cittadino, sono i consiglieri comunali, Sabrina Figuccia (Udc) e Claudio Violante (I Coraggiosi). Una denuncia, accompagnata da un’interrogazione e da una lettera che mette in mora la Rap, l’azienda di raccolta dei rifiuti della città nata dalle ceneri dell’Amia, contro la decisione del Comune di trasferimento degli addetti al servizio.

Azienda, tra le altre cose, che si trova anche in sofferenza economica, per i crediti che avanza dal Comune di Palermo. Parliamo di 17 milioni di euro che, Palazzo delle Aquile, deve alla società “Risorse Ambiente Palermo”, quale “differenza per il tributo della  Tari 2014″. Un buco, che unito a questa nuovo provvedimento, la rende ancora più debole non essendo certamente messa bene anche sul versante di dotazione dei mezzi.

“Abbiamo chiesto ad Orlando e all’assessore Sergio Marino – spiegano ancora i consiglieri – di ritirare immediatamente il provvedimento con il quale l’azienda di piazzetta Cairoli ha disposto il trasferimento di 17 addetti al servizio di manutenzione delle strade e della raccolta differenziata dei rifiuti”.

Secondo gli esponenti di sala delle Lapidi, questo atto “metterebbe a rischio anche l’incolumità dei cittadini palermitani per le buche che, non essendo più riparate, causerebbero incidenti tra i pedoni e gli automobilisti”

“Il trasferimento di questi addetti – sostengono infine i consiglieri – potrebbe provocare anche un ingente danno erariale perché, inevitabilmente, si impennerebbero le richieste di risarcimento danni subiti da pedoni ed automobilisti. Chi pagherà questi milioni di euro che sicuramente vedrà condannato il Comune?”.

Una situazione davvero paradossale in una città dove, purtroppo, si fa prima a tagliare i servizi, che a trovare soluzioni più adeguate. E chi ne subisce i danni è sempre e, soltanto, il cittadino che paga le tasse.