Fabrizio Ferrandelli ci riprova e dopo la sconfitta nel 2012, contro Leoluca Orlando, si ricandida a sindaco di Palermo. Non una parola sul professore che al ballottaggio di quattro anni fa vinse con il 47 per cento di consensi, riconquistando la città dopo l’era Cammarata.
“Non sono il candidato del Pd, ma il mio progetto politico su Palermo è aperto a tutti quelli che hanno a cuore le sorti della città. I partiti non hanno più la capacità di ascolto”. E precisa che la sua “è una candidatura politica”.
Un messaggio chiarissimo che rispecchia quelli che sono i “rumours” sulla sua candidatura: creare un’ampia convergenza, con molta probabilità di liste senza simboli che potrebbero essere frutto di accordi trasversali su un fronte ampio. Esclude assolutamente la valenza civica del suo impegno, ribadendo l’importanza dell’azione etica e morale che la politica deve esercitare. Da qui parla delle sue dimissioni da deputato regionale un anno fa, dopo aver ascoltato le parole di Manfredi Borsellino.
“Io mi sento un uomo libero e la mia candidatura è una candidatura senza padrini e senza padroni”. Parla anche di padre Puglisi, il prete di Brancaccio ucciso dalla mafia, ricordandone la testimonianza di libertà.
E’ molto attento a non addentrarsi su programmi e su interventi da porre in essere per la città. In fondo, questo primo passaggio non è altro che un segnale lanciato all’interno di un agone politico complesso e allo stato attuale imprevedibile da decodificare. Due gli elementi che fanno da cornice a questo quadro: il referendum costituzionale di ottobre, che un eventuale vittoria del No farebbe deframmentare il Pd e non solo; e poi le leggi attualmente in discussione all’Ars sulla modifica delle norme elettorali per le comunali.
Norme in cui sarebbe prevista la possibilità del ritorno al trascinamento delle liste collegate al sindaco. Nei fatti, ne sarebbe avvantaggiato il candidato sindaco, perché il voto dato ad una lista (o anche partito) andrebbe anche al candidato Primo cittadino. Quindi la partita è assolutamente in divenire e nella “scacchiera politica”, almeno per questa estate, vedremo solo mosse tattiche. E quella di oggi è una di queste!