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Il sindaco Orlando in questi giorni è stato un intenso grafomane, cosa che certamente non fa notizia, in quanto da anni è una pratica che ha svolto e svolge sempre puntualmente. Parole durissime su un tema attualissimo e al contempo complesso: quello sui migranti e sulla “politica” messa in pratica dal neo ministro all’Interno Salvini, che a dire del primo cittadino, in un post su facebook, “può provocare effetti destabilizzanti per la democrazia”. Tutto legittimo, figuriamoci, in un dibattito, comunque, che ha creato un clima da guelfi e ghibellini, tra buonisti e sovranisti.

Orlando si è speso in prima persona, quasi quanto Salvini nell’altro versante arrivando a dire che “si comincia con proclami e con slogan, con l’utilizzo accorto della propaganda, per preparare il terreno culturale ai provvedimenti formali. La storia ci insegna che le dittature, quelle che di populista non hanno nulla perché sono contro tutti i popoli e contro tutti i deboli, cominciano sempre prima con le parole, con atteggiamenti populisti e poi con i provvedimenti legislativi”.

E tutto questo ci può stare perchè ognuno fa il proprio mestiere e Orlando sa bene che cavalcare l’onda polemica nei confronti di Salvini, può essere considerato un buon investimento. Ma vorremmo ricordare al primo cittadino che il sindaco di Palermo è lui. E la vergogna del caos e dei disagi insopportabili che i lavori del Ponte Corleone stanno creando ai cittadini palermitani non sono accettabili. Non possiamo predicare bene e razzolare male. Immaginare una città che si “definisce” Capitale italiana della cultura e poi diventare una sorta di girone dantesco.

A noi piacerebbe che il silenzio del Sindaco si tramutasse in un provvedimento immediato, costi quello che costi, per far sì che i lavori, che devono essere effettuati, possano svolgersi in notturna. Sicuramente i palermitani apprezzerebbero al di là di ogni ragionevole dubbio, anche se in politica non prevale mai la logica ma altri meccanismi. E confidiamo nel suo amore per questa città che non può essere soltanto valore dell’integrazione ma, soprattutto, rispetto per i suoi cittadini.

 

 

 

 

 

L’effetto traino della Lega che, negli ultimi sondaggi ha abbondantemente superato il M5S, si parla del 30,1 del partito di Salvini contro il 29,9 dei grillini (fonte Ipsos), sembra incidere anche sulla compagine di centrodestra. Secondo l’ultima rilevazione dell’Istituto Swg se  si votasse, oggi, il cdx avrebbe la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera che al Senato, superando ampiamente la soglia del 40 per cento.

Il sondaggio, infatti, parla di una coalizione formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che addirittura arriverebbe al 42,4 per cento, ottenendo 334 seggi per Montencitorio e 162 per Palazzo Madama, di cui 18 per la Camera e 2 seggi per il Senato in più della maggioranza assoluta. Un dato che consentirebbe, in teoria, di governare agevolmente senza dover ricorrere al solito assist trasversale o all’aiuto dei cosiddetti “responsabili”.

E questo è avvalorato, anche, dal fatto che all’appello mancano i 12 seggi della Camera e i 6 del Senato, che vengono assegnati nelle circoscrizioni estere e che, in parte, potrebbero andare al centrodestra. Quindi la forbice della maggioranza per il cdx potrebbe essere ancora più ampia.

E a questo punto chissà se Salvini, forte dei numeri, seppur virtuali, non vorrà capitalizzare e tentare lo strappo con Di Maio. Certo tutto questo non a breve termine, ma diciamo subito dopo le elezioni europee che si terranno il prossimo anno.

 

“A quando la richiesta di schedatura dei portatori di handicap? A quando quella degli omosessuali? A quando quella degli ebrei e dei musulmani? A quando quella degli iscritti ai sindacati o a partiti diversi dalla Lega e dai Cinquestelle?”. E’ l’ultima provocazione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che attacca nuovamente il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che avrebbe deciso di avviare un censimento su i Rom, anche se la notizia sarebbe stata poi smentita.

“A Palermo – continua il primo cittadino – non sarà fatto alcun censimento né alcuna schedatura della popolazione Rom che risiede nel capoluogo siciliano, né quella di qualsiasi altro gruppo di cittadini”. E afferma: “che non vi è alcun presupposto giuridico perché si possa procedere in tal senso, ma anzi, a partire dalla Costituzione fino a qualsiasi normativa nazionale ed internazionale, sono vietati atti che in qualsiasi modo possano portare a discriminazioni su base etnica, religiosa, linguistica e culturale.”

“Al di là dell’assenza di presupposti giuridici dice, infine, Orlando credo però che vada sottolineato l’aspetto prettamente culturale e politico di quanto avviene in queste ore in Italia, con un ministro dell’Interno che straparla di ‘Asse italo-tedesco’ e si lancia in pronunciamenti che evocano le leggi razziali“.

La Lega sorpassa il M5S in un sondaggio di Swg per il tg di La7, anticipato su Facebook dal direttore, Enrico Mentana.

Il partito di Salvini si attesta al 29,2% mentre Movimento cinquestelle è al 29%. Rispetto alla rilevazione dello scorso 11 giugno, i pentastellati perdono il 2,5% mentre la Lega cresce del 2,2%. Il Pd si posiziona al 18,8% in aumento di 4 decimali. Anche Forza Italia sale dello 0,6% e vale il 9,2%, mentre Fratelli d’Italia risale al 4,1% dal 3,9%.

La rincorsa di Salvini, come riporta il Fatto quotidiano, è iniziata la notte del 4 marzo scorso, con il Movimento 5 stelle (primo partito) e la Lega a fare da traino nella coalizione di centrodestra (prima forza politica). Ora, dopo oltre tre mesi di trattative per la nascita del governo l’impresa è compiuta. Secondo il sondaggio di Swg, infatti, il Carroccio è passato dal 17,4 per cento dei voti a più del 29, quasi un raddoppio. Segno che la gestione dell’emergenza migranti adottata dal neo ministro dell’Interno, a partire dal caso Aquarius e dalla chiusura dei porti alle Ong, ha incontrato il favore degli elettori. Complice l’esposizione mediatica, sia sui social network che nelle trasmissioni televisive, che ha permesso di dettare l’agenda.

Una linea dura, quella decisa da Salvini, rafforzata nelle ultime ore con la proposta di effettuare un censimento dei rom. Ma a pesare sul sorpasso del Carroccio, ai danni del Movimento 5 stelle, potrebbe essere anche l’inchiesta sul nuovo Stadio della Roma, che ha coinvolto, fra gli altri, il super-consulente dei 5 stelle nella Capitale Luca Lanzalone. E Salvini ha beneficiato anche della lunga fase di trattative precedente alla nascita del governo con l’impresa di stringere un accordo con Di Maio senza spaccare la coalizione di centrodestra. E a strappare per sé una doppia poltrona, quella di vicepremier e di capo del Viminale, che gli permette di mantenere il controllo sull’esecutivo senza però trascurare i temi cari al suo elettorato.

E adesso chissà se Salvini, forte del consenso della Lega, non vorrà capitalizzare e tentare lo strappo con Di Maio. Certo tutto questo non a breve termine, ma diciamo subito dopo le elezioni europee che si terranno il prossimo anno.

 

La politica dei porti chiusi convince il 59 per cento degli italiani, che si dice favorevole al provvedimento. E’ questo il dato che emerge dal sondaggio realizzato dall’Istituto Ipsos di Nando Pagnoncelli e pubblicato, oggi, sull’edizione online del Corsera.

“La polemica sui migranti desta grande interesse presso gli italiani, a conferma del fatto che sia un tema nevralgico” – scrive Pagnoncelli. “Il 63 per cento, infatti, dichiara di seguire la vicenda, mentre il 30 per cento ne ha almeno sentito parlare, anche in questo caso con un’attenzione trasversale ai diversi elettorati”.

Ma il dato che salta agli occhi è che il provvedimento del ministro Salvini, come abbiamo detto inizialmente, è condiviso da una netta maggioranza: il 59 per cento ne apprezza la scelta e il 24 per cento, invece, ritiene che non si possa rifiutare lo sbarco dei migranti. Il 17% non si esprime. Le opinioni sono certo piuttosto delineate, chiarisce il sondaggio, con un centrodestra sostanzialmente granitico, ma anche nei pentastellati c’è un giudizio favorevole, con scarsissime sbavature, il che evidenzia che le perplessità per ora sono contenute.

Solo gli elettori del Partito democratico e delle altre liste (dove sono prevalenti gli elettori di sinistra) si schierano per la posizione di accoglienza. Ma anche in questo caso con un’importante presenza di posizioni vicine a Salvini, che si attestato intorno ad un 30% in entrambi i casi.

Ancora più netta l’adesione rispetto al confronto con l’Europa. La scelta di Salvini di fare la voce grossa  è condivisa da oltre due terzi degli intervistati. Il consenso si avvicina al 90% tra gli elettori delle due forze di governo e fra quelli di Forza Italia, ma divide equamente gli elettori delle altre liste.

Solo gli elettori del Pd si schierano contro questa scelta poiché il rischio è l’isolamento e l’indebolimento dell’Italia. Ma anche qui più di un quarto condivide la scelta del ministro dell’Interno. È evidente, da questi dati, che ha funzionato quello che qualche commentatore ha definito un sussulto di orgoglio nazionale di fronte a parole obiettivamente insultanti usate dai francesi.

In sostanza, la prima uscita “forte” del nuovo governo, su un tema così sensibile, si rivela un successo interno importante. La Lega capitalizzerà sicuramente con una crescita dei consensi nei prossimi giorni. La partita è però non priva di rischi, di cui almeno due sono evidenti. L’apertura del dibattito in Europa probabilmente non creerà un fronte solido: gli interessi del gruppo di Visegrad non prevedono un accoglimento dei migranti sulla base delle quote. Quando i problemi verranno al pettine è probabile che l’Italia fatichi a riscuotere lo stesso successo attuale.

L’altro rischio è sul fronte interno: la “marginalizzazione” dei cinquestelle che deve essere recuperata, pur in un rapporto ormai paritario tra due forze di cui una ha avuto i maggiori consensi. In caso contrario non è improbabile che si manifesti una difficoltà di tenuta della compagine governativa. E quindi la trappola di Salvini che ha già “apparecchiato la tavola” (ne avevamo parlato proprio sulle nostre pagine), con annesso posto a sedere da premier, cioè il suo, è dietro l’angolo. Adesso non resta che aspettare gli eventi.

 

E stato un Orlando furioso, che ha usato parole durissimequello che stamattina, ospite al programma  “Coffee Break” su La7, si è scagliato ancora una volta contro il ministro dell’Interno Salvini, non citandolo, reo di aver chiuso i porti e non permesso alla nave “Aquarius”,  di giungere in Italia. A riportare la notizia è stato “il Giornale” che, addirittura, ha parlato di “sparata” del primo cittadino di Palermo.

“Si farà un secondo processo di Norimberga e noi verremo processati per genocidio. E a differenza dei nostri nonni non potremo dire che non lo sapevamoÈ vero o non è vero che i migranti sono persone?“. E ha aggiunto: “vero o non è vero che il diritto internazionale stabilisce che bisogna salvare in mare a qualunque costo? Quando questo non si fa, a mio avviso, si violano i diritti umani”.

Poi il sindaco di Palermo ha detto di aver presentato, nel dicembre del 2017, alla Procura della Repubblica di Roma, al presidente della Commissione europea e alla Corte dell’Aia, un esposto contro le istituzioni europee, in quanto “ritengo che l’attuale normativa europea è criminogena e produce crimini, alcuni commessi dagli Stati”.  E ha raccontato un retroscena parlando di aver ricevuto una risposta “imbarazzata” da Dimitris Avramopulos, commissario Ue e di essere in attesa delle decisioni dell’Aia. Ma promette che aggiungerà a “quello che ho già esposto, quello che sta succedendo in questi giorni”. 

“Houston abbiamo un problema”, la celebre frase, inviata dallo spazio nell’aprile del 1970, dall’equipaggio dell’Apollo 13 in avaria, per un guasto ai motori, oggi è di casa nel quartier generale dei cinquestelle. La debacle del voto elettorale alle amministrative è il primo campanellino d’allarme per Di Maio, che teme di essere risucchiato dal vortice che Salvini, abilmente, è riuscito creare. Uno tsunami che rischia di travolgere tutto il movimento e con Di Battista pronto a togliersi qualche sassolino dalla scarpa e rientrare in partita, silurando l’ex “steward” del San Paolo.

Ma la vera preoccupazione dei grillini è che Salvini abbia già apparecchiato la tavola e il posto a sedere da premier sia già occupato: ovviamente da lui. Una strategia, quella del leader leghista,  avvalorata dall’uso quasi maniacale dei social. Un palcoscenico dove la scena è tutta sua. La vicenda legata alla chiusura dei porti alla nave Aquarius è la “tempesta perfetta”. E Giggino ne è consapevole, cosciente che su questo piano potrebbe giocarsi ruolo e carriera politica.

“Si deve intervenire subito, è il refrain che ripete instancabilmente ai suoi fedelissimi. E su Salvini, che sta capitalizzando quanto detto in campagna elettorale, sul fenomeno dell’immigrazione, adesso spunta un’altra indiscrezione rivelata da Repubblica: il segretario della Lega starebbe lavorando per ottenere la delega alle Telecomunicazioni che, sul versante Berlusconi, potrebbe essere una mossa ad hoc per tenere serrato l’ex Cavaliere.

E in tutto questo l’obiettivo finale sarebbe quello di staccare la spina al governo, al primo ostacolo, per presentarsi con il centrodestra unito, vincere le elezioni e mandare in esilio i pentastellati. Stracciando il contratto di governo e mandando anche in soffitta il tanto caro progetto del “reddito di cittadinanza” senza il quale ai grillini mancherebbe la benzina per muovere il consenso elettorale, che gli ha permesso di sfondare al sud.

Matteo Salvini chiude i porti ai migranti, il sindaco Leoluca Orlando li “apre” organizzando una manifestazione e una marcia per ribadire che Palermo è città dell’accoglienza.

Ma che siano proprio tutti d’accordo non è proprio vero: “Accogliamoli tutti (a casa di Orlando)”, ad esempio è il testo dello striscione che i militanti di CasaPound hanno affisso davanti al Comune. Ma se la polemica ha anche una connotazione politica, un dissenso fortissimo arriva dall’ex campione europeo di pugilato, Pino Leto. Uno, per intenderci, che ha fatto della sua vita un manifesto di solidarietà per gli “ultimi”, che siano figli della terra di Sicilia che immigrati.

L’ex pugile, che vive alla Vucciria e insegna l’arte dei guantoni per togliere giovani e non dalla strada, è colorito nelle sue affermazioni ma durissimo contro Orlando ma, più in generale, contro un modo – che ritiene superato (per dirla con un eufemismo) – di occuparsi dei problemi della gente.

“Caro Luca – dice rivolgendosi al sindaco – hai casa villa e altre proprietà presidiati da polizia, vigili urbani e carabinieri, per voi buonisti e comodo fare i f… con il culo dei cittadini, voi che non mettete naso su quartieri degradati dove palermitani hanno e vivono in posti fatiscenti chiamate case, siete buoni a mettere altra disperazione e delinquenza sopra a quella già esistente, tanto a voi burocrati borghesi del c….o non vedrete mai dalle vostre residenze la bomba sociale che può scoppiare tra disperati indigeni e i CLANDESTINI che ci mettete sul groppone. Finitela col falso buonismo e fate vedere quanto siete “veri” aprendo a queste “risorse” le ville e le decine di appartamenti che avete di proprieta sparse per tutto il territorio per dare il buon esempio sull’accoglienza, STÀ M…..A CHE LO FATE! Come detto, per voi burattinai fare i f….i con il culo altrui non vi brucia”, esprime Pino Leto nel suo post su Facebook.

“Un razzista in giacca e cravatta blocca in mezzo al mare 629 persone disperate, impedendo loro di raggiungere un porto italiano”. Parole durissime, sul suo profilo Fb, quelle del capogruppo a Sala delle Lapidi di “Sinistra Comune”, Giusto Catania, che attacca il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. La vicenda riguarda il provvedimento, firmato dallo stesso ministro, che di fatto chiude tutti i porti italiani alle navi che trasportano i migranti.

“A bordo della nave, che ha salvato i naufraghi nel Mar Mediterraneo – aggiunge Catania – ci sono anche 11 bambini e 7 donne incinte, poca acqua e cibo scarso. Il nuovo governo italiano mostra subito la sua crudeltà, la sua disumana inadeguatezza, la sua criminale vocazione xenofoba. All’umanità di chi salva bambini in mare si risponde col volto feroce del nuovo fascismo targato Lega-Cinquestelle”.

Intanto, proprio Salvini, stamattina, con un post su twitter ribadisce la linea intransigente e la necessità di continuare al blocco dei porti italiani alle ong: “Oggi anche la nave Sea Watch 3, di Ong tedesca e battente bandiera olandese, è al largo delle coste libiche in attesa di effettuare l’ennesimo carico di immigrati, da portare in Italia. L’Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta C’È CHI DICE NO.

 

“Non vedo l’ora che passi la campagna elettorale così finalmente potremo avere un Ministro dell’Interno. Perché non è normale che dall’inquilino del Viminale non venga una, che sia una parola di condanna per un omicidio a sfondo razziale, ma anzi altre parole di incitamento all’odio e alla divisione. Forse, passata la campagna elettorale, Salvini scoprirà che al di là dei proclami la sicurezza di una comunità e di una nazione è cosa più seria e complessa del continuo additare un nemico, anzi un unico gruppo sociale quale nemico”.

E’ il commento del sindaco Orlando che attacca il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che avrebbe preferito il silenzio sull’omicidio di un uomo di 29 anni originario del Mali, Sacko Soumayla, con regolare permesso di soggiorno, ucciso da una fucilata alla tempia. Il fatto è accaduto la sera del 2 giugno, a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia.

Secondo il racconto di uno dei sopravvissuti, Drame Madiheri, 39 anni, a sparare sarebbe stato un uomo sceso da una Panda bianca che ha preso la mira sparando quattro colpi: Drame Madiheri ha anche visto la persona che ha sparato, era piuttosto anziano, bianco, e ha individuato le prime due lettere della targa della sua auto.

E adesso la polemica è bella e servita, in un quadro politico dove, sulla vicenda dei migranti, la Tunisia è stata anche coinvolta. Salvini, infatti, nella qualità di ministro aveva detto, a proposito del paese africano che “spesso esporta galeotti”. Dichiarazione smussata dall’ambasciatore. E Salvini intervenendo direttamente ha dichiarato di essere “pronto a incontrare il ministro tunisino per migliorare la cooperazione”. L’incidente diplomatico, almeno per adesso, è stato messo in sicurezza.