E’ un’affermazione che creerà un vespaio di polemiche, quella di Carlo Nordio, ex Procuratore Aggiunto di Venezia e titolare dell’inchiesta sul Mose, ma anche protagonista della stagione di “Mani pulite” con la celebre inchiesta sulle cooperative rosse. Il magistrato ha scritto di suo pugno un articolo sul Messaggero, oggi ripreso dal sito online Affari italiani, dal titolo: “La lezione che nessuno può dare al nostro Paese”. Il chiaro riferimento è alla polemica sul caso della nave Aquarius e sulle dure posizioni contro l’Italia del presidente francese Macron.
Ma che cosa dice Nordio? “Il diritto internazionale, come tutto il diritto, non è una scienza esatta, e su ogni questione esistono opinioni diverse, e addirittura opposte”, scrive l’ex pm di Venezia. “L’ultimo esempio lo abbiamo avuto poche settimane fa, quando illustri costituzionalisti, anche appartenenti alla stessa area culturale, si sono divisi sulla legittimità del veto posto dal Presidente Mattarella alla nomina del professor Paolo Savona. Nel diritto internazionale, tuttavia, esistono alcuni punti fermi, che risalgono ai tempi di Ugo Grozio, cioè alle prime teorizzazioni di questa disciplina. Sono i seguenti: 1) pacta sunt servanda; 2) rebus sic stantibus; 3) bona fides”.
In merito al diritto internazionale sui migranti, Nordio aggiunge: “I trattati sono molti, e ambigui. (…) Tutti comunque concordano nell’imporre l’obbligo, in caso di soccorso in mare, di trasferire i naufraghi in un porto sicuro. Quello di Dublino ha un oggetto diverso: prevede i doveri dello Stato di prima accoglienza. Ma restiamo al salvataggio dei naufraghi. La nave olandese (o tedesca, non si è capito) ha tratto in salvo i migranti al largo delle coste libiche: i porti più sicuri e (vicini) erano in Tunisia e a Malta, paesi pacifici che garantiscono il rispetto dei diritti umani. Perché allora portarli in Italia? Perché, si dice, l’Italia avrebbe coordinato le operazioni di salvataggio. Ma questo non è previsto dalla legge del mare, che parla, appunto, solo del porto più sicuro“.
“Ammettiamo, per assurdo, che questo nostro obbligo esista”, prosegue Nordio. “Orbene, la disciplina dei naufraghi si applica a coloro che, in circostanze occasionali e impreviste si trovano in pericolo d vita. Ora è indubbio che i poveretti soccorsi in questi giorni versassero in pericolo. Alcuni, temiamo, saranno anche annegati. Ma è possibile affermare che queste navi tedesche battenti bandiere olandesi ( o viceversa), che incrociano a poche miglia dalla Libia e spesso sono in contatto con gli scafisti, è possibile, dicevo, sostenere che raccolgano ‘naufraghi’, o non piuttosto disgraziati cacciati in quella carrette secondo programmi elaborati da organizzazioni criminali? Ed è possibile che gli Stati di partenza, e anche quelli di bandiera delle navi, siano davvero ignari di questo traffico sciagurato? E allora da che parte sta la buona fede, che dovrebbe presiedere all’interpretazione e all’esecuzione dei trattati?”.
Nordio passa poi all’aspetto politico: “Il presidente Macron non ha nessun titolo per impartire lezioni di morale. Le vergogne di Calais e di Ventimiglia, dove i francesi hanno tenuto ammassati migliaia di migranti, fanno il paio con la macroscopica violazione della nostra sovranità con l’arrogante sconfinamento dei ‘gendarmes’ a Bardonecchia. Ma la Francia non è l’unica. I primi a chiudere le frontiere sono stati i ‘progressisti’ Stati baltici, la Svezia e la Danimarca. Poi la Gran Bretagna ha chiuso Dover, quindi tutta l’Europa dell’est ha sbarrato i confini, e l’Austria ha minacciato i carri armati al Brennero. L’Italia, ormai è quasi banale dirlo, è stata lasciata a sbrigarsela da sé”.
Dunque, conclude Nordio, “il nostro nuovo governo si sta comportando con coerenza e dignità. I migranti raccolti dall’Aquarius sono, e sarebbero stati comunque, assistiti: il ministro Salvini aveva anche proposto lo sbarco delle donne incinte e dei bambini. E’ comprensibile che l’Europa si rammarichi di aver perso il nostro universale centro di raccolta che la esonerava da tanti impegni umani e finanziari, ma deve farsene una ragione. E in effetti qualcosa si sta muovendo. Dopo una politica di remissività passiva, occasionalmente corretta dal ministro Minniti , alzare un po’ la voce non fa male”. Ed è lo stesso Salvini a parlare durante l’informativa in Senato sul caso Aquarius: “Ringrazio l’ex procuratore di Venezia Carlo Nordio che ha scritto un articolo che mi ha confortato”.
E adesso guelfi e ghibellini potranno continuare a sfidarsi e, ognuno, brandire la spada delle proprie ragioni, ma questo certamente non risolverà il problema figlio non solo di interessi economici, ma soprattutto di politiche sbagliate a 360 gradi. E il conto a pagarlo, saranno sempre i più deboli, in questo caso i “poveri” e “disgraziati” migranti.