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La realizzazione di nuove linee del tram sarebbe un’avventura rischiosissima per la città, non solo in termini di viabilità per via dei cantieri e dei disagi apportati alla popolazione, ma anche per la gestione economica stessa dell’infrastruttura. Ricordiamo che Amat, con le attuali tre linee, ha una perdita di 10 milioni di euro”.

Fabrizio Ferrandelli, candidato sindaco per il centrodestra alle ultime comunali contro Orlando, prende una netta posizione sulla vicenda legata alla realizzazione di nuove linee di tram che, l’amministrazione comunale, ha deciso di portare avanti. E dà l’assist a Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo che, oggi, proprio su questo tema, ha rilasciato un’intervista ad un’agenzia stampa.

“Ben venga dunque la proposta lanciata da Confcommercio – dice Ferrandelli – di effettuare una ‘verifica costi/benefici’ e di realizzare uno ‘studio sull’impatto’ che altre linee di tram possono avere a Palermo. Quindi un fronte comune contro l’Amministrazione comunale e, in primis, contro il  sindaco Orlando che sul tram ha “puntato” da sempre, soprattutto in campagna elettorale.

“Ciò che manca a questa amministrazione è proprio il contatto con i cittadini e il saper dare risposte concrete alle reali necessità della città. Noi continuiamo con coerenza a portare una visione alternativa di mobilità dolce – ha detto infine Ferrandelli – sicuramente più rapida e con costi di gestione nettamente inferiori”.

E la Di Dio in un passaggio dell’intervista si è soffermata proprio sul fatto che “il tram da solo non può risolvere i problemi della mobilità della città. Palermo avrebbe bisogno di più mezzi pubblici, di più parcheggi”. E ha lanciato un’idea: “Voglio farmi promotrice di un’indagine, una sorta di sondaggio sia con i nostri associati che con i cittadini che usano il tram, per conoscere direttamente dagli utenti e dagli imprenditori come la pensano”.

La presidente di Confcommercio lo ha chiamato sondaggio, ma nei fatti di un vero e proprio “referendum” si tratta: un sì o un no all’opera. Siamo ansiosi di conoscerne l’esito e, soprattutto, vedere se il sindaco Orlando lo prenderà in considerazione o andrà dritto per la sua strada. E chissà se Palermo sente proprio questa improrogabile necessità di altri tram.

 

Dei quasi 30 milioni destinati ai servizi per strada dei vigili urbani di Palermo, ne avevamo parlato proprio su BloggandoSicilia, non c’è ancora traccia.  A quanto pare il capo di gabinetto del sindaco Orlando, come confermato dalla consigliera comunale dell’Udc, Sabrina Figuccia“avrebbe chiaramente ammesso che anche per il 2017 il Comune non ritiene che ci saranno gli elementi per erogare le somme previste”. Siamo alla “seconda puntata” di quella che sta diventando una “situation commedy”.

“Quindi se da una parte l’avvocatura del Comune ha voluto legittimamente mantenere l’assoluto riserbo sulla propria strategia difensiva, in merito alla vertenza che alcuni lavoratori hanno ritenuto di voler avviare – dice la consigliera Figuccia – i massimi vertici dell’amministrazione comunale dicono altra cosa”.

“A queste somme – continua l’esponente dell’Udc a Sala delle Lapidi – dovremo aggiungere anche il 2016 con altri 9 milioni di euro. Un vero e proprio caos per il quale occorre individuare responsabilità per il passato e soluzioni concrete per il futuro”.

E interviene, anche, il sindacato Ugl che, attraverso il proprio responsabile, Daniele Galici, parla di un esposto che verrà presentato alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti. “Abbiamo già predisposto un atto che ci aiuti ad accertare l’eventuale presenza di condotte che possano essere contrarie alla legge, valutando profili di illiceità penale o contabile e nel caso individuando i possibili soggetti responsabili”.

La vicenda, quindi, si complica e rischia di vedere il Comune soccombere per una cifra che, come abbiamo detto, si aggirerebbe intorno ai 30 milioni di euro. Tutto questo, in una condizione di precarietà finanziaria delle casse di Palazzo delle Aquile. E proprio in questi giorni si era parlato di “fallimento del Comune” e di richiesta di predissesto”. Allarmismo tattico dell’opposizione o reale pericolo? Non ci resta che aspettare la terza puntata.

Il sindaco Orlando aveva parlato nei giorni scorsi di “un’inversione di tendenza della morosità della Tari che registra un miglioramento sia per le utenze domestiche sia per quelle non domestiche”, aggiungendo però che “questa morosità rimane comunque alta”.  Come dire che da un parte c’è un percorso virtuoso e dall’altra, invece, l’evasione in tema di tassa sui rifiuti è ancora alta. Affermazioni “diplomatiche” e forse anche obbligate perchè i numeri sono numeri e “barare” sarebbe davvero una strada troppo pericolosa. Dichiarazione, invece, che, a giudizio del capogruppo grillino a Sala delle Lapidi, Ugo Forello, “sono scontate e ampiamente prevedibili. Si continua a rinviare il momento in cui il Sindaco del paese dei balocchi alzerà bandiera bianca”.

E continua attaccando il primo cittadino e l’amministrazione comunale “colpevoli di aver annunciato, la scorsa estate che con il recupero dei tributi non pagati si sarebbero risolti gli squilibri di bilancio, garantendo così un futuro prospero alla città”.

“A inizio mandato di Orlando – ha aggiunto Forello – è cominciato il cosiddetto ‘totocartelle Tari’ e ci siamo sempre chiesti, prima di tutto, se fossero state regolarmente emesse, se gli elenchi dei contribuenti fossero stati aggiornati e se fra i destinatari, ad esempio, vi fossero anche attività commerciali non più esistenti. Per non parlare del livello di povertà spaventosa dei palermitani e di un atteggiamento di sfiducia e avversione dei cittadini per il servizio carente”.

Una bocciatura “tout court” del piano anti-evasione della tari voluto da Orlando e dall’assessore al bilancio, Antonino Gentile che nei numeri, conclude Forello: “è stata un’operazione fallimentare chiara a tutti, tranne che al Sindaco”.

 

E’ innegabile che il sindaco Orlando sia sotto attacco, politicamente parlando. E nella situazione di de profundis per Palermo, sotto gli occhi di tutti, anche il  “nobile” riconoscimento di Capitale italiana della cultura sembra essere come svanito, eclissato. Almeno questa è la sensazione che si ha se si vuole essere onesti intellettualmente, mettendo da parte la propaganda e accettando l’evidenza che, purtroppo, fa male a tutti.

I “droni” dell’armata che hanno sferrato questa “battaglia” e che da tempo volano su Palazzo delle Aquile, sembrano dotati di una fonte inesauribile, alimentati probabilmente a luce interstellare. E neanche il sindaco Orlando, seppure nella riconosciuta capacità di grande stregone della politica, è riuscito ad avere i codici di lancio o più semplicemente individuare il chip per distruggere questo strumento infernale.

Si tratta di “osservatori” e “inquisitori” con obiettivi ben precisi, in una situazione dove sinceramente sparare sulla Croce rossa diventa semplicissimo come fare 2+2. E poi c’è l’opposizione a Sala delle Lapidi, anzi scusate quella non pervenuta. Solo nelle ultime settimane il gruppo consiliare dei cinquestelle ha alzato il tiro nei confronti del primo cittadino parlando addirittura di fallimento del Comune (precisiamo non essere un endorsement ai pentastellati, ma solo una costatazione). Certo verrebbe da dire “meglio tardi che mai”, ma lo spettro di un eventuale default qualche problema “tecnico” di ricandidatura ai consiglieri lo creerebbe sicuramente, quindi meglio prevenire che poi curare il malato terminale.

In tutto questo c’è il silenzio di Forza Italia, partito che a Palermo, ai tempi del cappotto nel 2001 di Miccichè (61 a 0), per intenderci non quello da indossare, faceva numeri impensabili ed era al governo della città.

Il partito azzurro, avversario da sempre di Orlando, ma mai nemico, oggi ha scelto di non fare opposizione al primo cittadinoUn vero e proprio “assist” politico che proverrebbe da uno scranno altrettanto prestigioso, diciamo dalle parti di piazza Parlamento. Magari si tratterà di una strana coincidenza, ma come diceva Andreotti: “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Perchè meglio stare in pace che farsi la guerra. E intanto Palermo non può che sperare in un miracolo di Santa Rosalia. Luglio, in fondo, non è poi così lontano.

 

Un quadro allarmante, quello descritto dall’intero gruppo consiliare pentastellato di Palermo, sulla situazione economica del Comune, che potrebbe rischiare il default finanziario. E proprio su BloggandoSicilia ne avevamo parlato recentemente.

“Tutti gli indicatori in nostro possesso –  dice Ugo Forello, capogruppo consiliare del M5S – dal ricorso ormai ordinario all’indebitamento al ritardo dei pagamenti, dall’imponente contenzioso contro il Comune alla crisi delle società partecipate e al fenomeno del disallineamento, ci conducono ad una sola conclusione: Palermo rischia il fallimento”.

Una denuncia gravissima, quella dei cinquestelle, supportata anche dalle osservazioni della Corte dei Conti nelle quali si evidenziano anomalie, criticità e irregolarità nei bilanci consuntivi di Palazzo delle Aquile. Per non parlare delle osservazioni amministrativo-contabili contenute nel MEF, che gli ispettori del ministero della Finanza hanno rilevato (cliccando qui potete leggere la relazione di pre-dissesto). Una situazione che vedrebbe piombare il Comune, che conta oltre 7 mila dipendenti, in un baratro da ripercussioni inimmaginabili.

“Il Sindaco – ha aggiunto Forello – invece di continuare a fare passerelle in diverse zone della città, promettendo opere e interventi di manutenzione ‘à gogo’, ha l’obbligo giuridico e morale di riconoscere e affrontare lo stato di crisi. Non è accettabile che continui a ripetere la menzogna che tutto va bene mentre la nave affonda”.

E alla luce di questo presunto collasso finanziario, il M5S ha detto che è “necessario nell’interesse della città di Palermo un cambiamento di rotta per risanare l’amministrazione comunale. Valuteremo d’urgenza la possibilità di redigere, in tempi brevissimi, un piano anti-dissesto e di avviare le procedure di predissesto”.

Sembra, dunque, che il tempo a disposizione sia quasi scaduto e senza governo nazionale insediato, Orlando ha come interlocutore solo la Regione, che diciamo in tema di risorse finanziarie non sta messa affatto bene.

Saro Crocetta da Gela, l’ex presidente della Regione siciliana, l’uomo della “provvidenza” e della “falsa rivoluzione”, sembra essere scomparso, come inabissato. Nessun riga sui giornali. Come se l’effetto Musumeci lo avesse di fatto cancellato, politicamente parlando.

Un “fantasma” che, dopo la mancata candidatura alle nazionali di quest’anno, “cadeaux” che il suo partito, il Pd, ha voluto donargli, lo ha portato a rimanere nell’ombra. Una vera e propria vendetta politica, dopo i cinque anni, quelli trascorsi a Palazzo d’Orleans, durante i quali lo stesso partito democratico lo aveva più volte messo sotto “processo”.

E proprio nell’agosto dello scorso anno, prima di ricevere quel “gentile regalo”Crocetta aveva tentato una strenua difesa all’attacco concentrico del partito renziano, lanciando una vera e propria “fatwa”: “O si fanno le primarie in Sicilia o mi ricandido alla poltrona di governatore della Sicilia”. Parole che sembravano essere minacciose e che, invece, celavano un obiettivo ben preciso: la richiesta di un esilio dorato per avere, in quegli anni, portato la “croce”.

Tradotto in parole comprensibili: un posto di deputato a Roma. Ma anche quel progetto, come sopra, andò male e il regalo, di cui Saro conosceva il contenuto, non venne neanche spacchettato.

Adesso, invece, c’è un’altra storia che naviga nei mari tempestosi della politica e in un Pd allo sbando e senza uomini: ripescare Crocetta e, forse anche il suo cerchio magico, perchè tutto serve quando la nave sta affondando. L’appuntamento delle europee nel 2019 è troppo ghiotto e il silenzio di Crocetta, nei confronti di un partito che ha sempre remato contro di lui, fanno pensare che non sono solo voci quelle che si sentono in giro.

E poi c’è anche Leoluca Orlando, che da fresco iscritto al Pd, malgrado abbia affermato che farà il sindaco fino alla fine del mandato, avrebbe il “desiderio” di volare a Strasburgo e lasciare Palermo, avendone tutte le carte in regola. Un posto per due, ma all’interno di un armadio con un solo vestito. E sapere chi lo indosserà è davvero difficile.

E’ di fatto un’apertura di accordo con i cinquestelle, quella che chiede il sindaco Leoluca Orlando, anche se nei mesi scorsi aveva parlato di “derive populiste” riferendosi proprio al M5s.

“L’Italia e gli italiani hanno necessità di avere un governo – dice Orlando -. Il Pd ha necessità di recuperare identità ed organizzazione, rafforzando il rapporto con i cittadini e con i territori e proseguendo in una azione politica di attenzione ai diritti di tutti e alle fasce deboli e ai mezzogiorni di Italia. Su queste premesse il Pd può certamente partecipare ad un confronto programmatico con il partito 5 stelle su alcune priorità utili al Paese. Ma se tale confronto dovesse registrare contrasti e divisioni tra gli attuali gruppi dirigenti, anche su un eventuale sostegno esterno e su precise scelte programmatiche, è preferibile evitare di compromettere ulteriormente la credibilità e la fiducia da parte degli aderenti e degli elettori”.

E conclude dicendo: “Ciò che sento è il dovere di esprimere un invito a tutti, proprio a i tutti i dirigenti nazionali, all’unità, superando ogni personalismo che costituisce un male che ha prodotto e rischia anche nel futuro di produrre danni al partito e agli interessi del nostro paese.”

Sembra essere iniziata la campagna acquisti della Lega anche al Comune di Palermo. La discesa in campo del commissario del partito di Matteo Salvini, il varesotto Stefano Candiani, che nei giorni scorsi ha incontrato militanti e vertici del partito a Palermo, è la prova del nove. E proprio al neo eletto deputato leghista, il siciliano Alessandro Pagano, abbiamo chiesto quanto di vero ci sia su questi presunti, futuri passaggi.

“Intanto voglio dire che a Sala delle Lapidi, non abbiamo alcun consigliere comunale eletto sotto la bandiera della Lega, ma non possiamo negare che in atto esistono diversi contatti tra alcuni consiglieri che potrebbero passare con noi”. Quindi le manovre per la formazione di un gruppo consiliare in salsa leghista non è più fantapolitica. Una strategia che potrebbe, in qualche modo, essere il primo passo per un accordo politico, ad esempio, con il M5S cittadino, in un’ottica di opposizione ad Orlando.

Ed è proprio Ugo Forello, già candidato Sindaco pentastellato alla poltrona di primo cittadino, a parlare chiaro a BloggandoSicilia. “Al momento non esiste alcun accordo politico locale che prevede un’alleanza con la Lega o con altri partiti. E, quindi, lo escludiamo categoricamente. In futuro chissà”. Ma sono queste ultime parole la piccola breccia lasciata aperta dai pentastellati che, di fatto, non escludono, così, una possibile futura alleanza.

In un quadro frastagliatissimo e tutto in divenire sia a livello nazionale che locale, Forello ha anche, ribadito “la netta impossibilità di sovrapposizione dei due piani politici. Noi siamo opposizione a questa amministrazione comunale e cosa diversa è il governo nazionale. Qui a Palermo noi non faremo mai e dico mai accordi con Orlando”.

Come dire che al momento i cinquestelle stanno iniziando una “strenua” opposizione a Orlando, in attesa che dopo le “acque agitate” a livello nazionale e in una diversa “geografia” politica del consiglio comunale, ci possano essere le condizioni per individuare un’intesa con le forze di opposizione. E l’interlocutore privilegiato potrebbe essere il futuro gruppo consiliare leghista. Un modo per utilizzare questa “forza” come elemento di pressione nei confronti del “professore” che, a dire dello stesso Forello, “sui conti reali del Comune è totalmente reticente”.

E il primo atto forte del M5s a Palazzo delle Aquile, è stato proprio quello, nei giorni scorsi, di un esposto presentato alla Procura della Repubblica, per un contenzioso che graverebbe sul Comune per oltre 30 milioni di euro. Possiamo tranquillamente dire che la campagna elettorale è appena “ricominciata”. E a questo punto immaginare con certezza che la consiliatura arrivi alla scadenza naturale del 2022 , è davvero una “chimera”.

Aveva partecipato al concorso fotografico#ContestGenioPalermo organizzato dal Comune di Palermo, con una foto-denuncia sulle condizioni di degrado in cui si trovava la macchina marmorea di Pietro da Bonitate del 1483 di vicolo Paterna, tanto per capirci “Il Genio del Garraffo” alla “Vucciria”. E persino il sindaco Orlando, come si vede nello scatto, aveva dovuto capitolare di fronte all’evidenza.

E’ Franco Lannino, storico fotoreporter palermitano, fondatore dell’agenzia fotogiornalistica “Studio Camera” e oggi impegnato ad occuparsi di un rifugio per animali, l’Ediga, che dal 1988 a Palermo si prende cura di gatti, abbandonati e maltrattati.

Ma la passione per gli scatti, che diventano storia, ma anche strumenti di denuncia, è sempre là. E’ come bussare ad una porta e trovarne davanti un’altra e ancora un’altra. Un effetto compulsivo che questa volta non è sintomo di malattia grave, ma anzi si traduce in una straordinaria raccolta di immagini fotografiche che, sul suo profilo facebook, ha dato vita all’hashtag #soloapalermoperchè solo a Palermo può accadere e in altri luoghi non sarebbe lo stesso.

Una carrellata di scatti virali che testimoniano come la nostra città, oltre all’inciviltà diffusa, mostri un aspetto più inquietante: quello dell‘indifferenza e dell’incuria pubblica.  E questo a noi non piace. Ci piace, invece, sapere che il “demone” del fotoreporter che è in Lannino sia vivo e vegeto. Quindi diremo: Franco continua…e non “uscire da questo corpo”.

#SOLOAPALERMO GALLERIA FOTOGRAFICA

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“Il sindaco Orlando è estraneo anche al suo partito, il PD, con cui si è unito esclusivamente per opportunità politica prima delle elezioni nazionali che a Palermo ha perso, dopo la debacle delle regionali”. L’attacco frontale ad Orlando è di Ugo Forello, capogruppo cinquestelle a Sala delle Lapidi e candidato Sindaco nel 2017 alle comunali di Palermo.

Orlando è ormai uno dei pochi esponenti della vecchia politica che resiste al potere da oltre trent’anni e, rispetto a tutto ciò, auspichiamo di cambiare, presto, pagina”.

“Il Sindaco – continua Forello – non pensi che le dinamiche nazionali, legate ad una legge elettorale scritta per bloccare i cinquestelle, e quindi un’eventuale intesa politica di governo tra M5S e PD, abbiano risvolti anche con lui a Palermo. Le dinamiche nazionali non hanno nulla a che vedere con la realtà locale in cui viviamo”.

Una dichiarazione che fa capire come tutto è in movimento, anche negli equilibri politici del Comune. E non dimentichiamo che l’anno prossimo si voterà per le europee, con la variabile che se a livello nazionale, in mancanza di un governo, si ritornerà alle urne, Orlando potrebbe scegliere la via per Montecitorio. O almeno tentarla.