Sembra non esserci “pace” per l’Amat, l’azienda di trasporto cittadino che, ad oggi, non ha ancora corrisposto, ai propri dipendenti, lo stipendio di aprile. In una lettera inviata al prefetto di Palermo, Antonella De Miro, i lavoratori denunciano la grave situazione dell’azienda che li ha lasciati, proprio in occasione della festa del Primo Maggio, senza emolumenti.
Tutto ciò, a quanto pare, soltanto per un problema burocratico di cui non si capisce il motivo. “Il 14 aprile scorso – scrivono i dipendenti nella lettera – è stata accreditata dalla Regione siciliana al Comune di Palermo, la somma di 9 milioni e 400 mila euro, relativa ai chilometri effettuati nel primo trimestre dell’anno. Ad oggi, invece, il Comune non ha stornato le somme all’Amat, malgrado i dipendenti, con senso di responsabilità e abnegazione, continuano ad assicurare il servizio di trasporto pubblico”.
E poi pongono anche una domanda sibillina: “perchè il Comune non ha versato ancora queste somme e, soprattutto, quali sono i motivi a noi sconosciuti, perchè ciò non è avvenuto?”.
E volendo leggere in un’ipotetica sfera di cristallo, chissà se lo scontro politico tra il Sindaco Orlando e il Presidente dell’Amat, Michele Cimino abbia a che vedere con questa vicenda. Ovviamente le nostre sono solo “congetture” ma come diceva un politico della Prima Repubblica: “A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina“.
Ricordiamo che nel marzo scorso Cimino, con una lettera indirizzata al Comune di Palermo, aveva messo in mora lo stesso Ente locale, chiedendo 120 milioni di euro per i servizi di car e bike sharing, delle zone blu, e di rimozione e non ultimi quelli relativi alle linee del tram. Una richiesta che aveva fatto sobbalzare il primo cittadino (diciamo “fuoco amico”) e, di fatto, incrinare i rapporti politici con l’uomo che, attualmente, guida la stessa Amat. Una vera e propria bomba ad orologeria che se innescata, avrebbe mandato, anzi potrebbe realisticamente mandate in tilt, i conti del Comune di Palermo.
E adesso la protesta dei dipendenti che si dichiarano “stanchi di questa situazione” e che rivolgono anche un appello al Presidente dell’Amat, “affinchè protesti energicamente dimostrando la propria buona fede, percorrendo l’unica strada che le rimane per riscattarsi”.
A questo punto non resta che attendere una risposta “ufficiale” che, sicuramente, non tarderà ad arrivare. E la Sibilla Cumana è avvisata.
La lettera dei dipendenti Amat