“Lo stanziamento di 50 milioni di euro a valere sul fondo IRCAC, previsto dal DDL stabilità per supportare la ripresa delle cooperative siciliane a seguito dell’emergenza COVID, rappresenta certamente una misura positiva che segna un’attenzione al settore da parte del Governo. Tuttavia affinché la misura possa realmente produrre i benefici previsti servono alcune integrazioni al testo nel corso dell’iter di approvazione in aula. Abbiamo già rivolto un appello in tal senso al Governo, alle Commissioni e ai Gruppi Parlamentari accompagnandolo con precise proposte di emendamenti ciascuno dei quali supportato dalla relativa motivazione. L’accoglimento di tali proposte potrà far sì che lo stanziamento previsto possa tradursi effettivamente in risposte concrete al movimento cooperativo”.
E’ questa la posizione che le organizzazioni di rappresentanza del movimento cooperativo AGCI, CONFCOOPERATIVE, LEGACOOP, UNCI e UNICOOP, hanno rivolto al Governo e al Parlamento, rappresentato rispettivamente da Michele Cappadona (Presidente AGCI Sicilia), Gaetano Mancini (Presidente CONFCOOPERATIVE Sicilia), Filippo Parrino (Presidente LEGACOOP Sicilia), Pasquale Amico (Presidente UNCI Sicilia) e Felice Coppolino (Presidente UNICOOP Sicilia).
“Nel merito – scrivono ancora nella lettera-appello – occorre tenere conto della specificità delle cooperative nelle condizioni di accesso ai benefici; dotare l’IRCAC, e nella prospettiva l’IRCA, di strumenti più adatti ad intervenire efficacemente; garantire alle cooperative di rientrare della liquidità bloccata a causa dei crediti nei confronti degli enti pubblici; dare ai Centri di Assistenza Tecnica alle cooperativa la possibilità concreta di assistere le cooperative in questa fase così complessa delle loro attività”.
“Chiediamo in tal senso – continuano i rappresentanti delle cinque organizzazioni – a Governo e Parlamento, di accogliere le nostre proposte per dare risposta alle cooperative siciliane che vedono il proprio futuro a grande rischio a causa di una situazione imprevista e imprevedibile come la pandemia da Covid-19, superando ogni rigidità e ascoltando la voce degli operatori. Sembrerebbe, infatti, che si stia immaginando di non ammettere emendamenti aggiuntivi. Ciò significherebbe dire no ad esempio agli interventi tesi a modificare le azioni di intervento dell’IRCAC che, senza spesa aggiuntiva, potrebbero immediatamente aggiungere risorse a quelle stanziate dal Governo e permettere un effetto moltiplicativo, che costituirebbe liquidità per le cooperative oggi bloccate dal lockdown o indebitate per la crisi di liquidità, in primis del settore pubblico”.
“Dire di non per una regola autodeterminata – concludono i rappresentanti delle cooperative siciliane – sarebbe oggettivamente poco comprensibile davanti al dramma che stanno vivendo le oltre 6.500 imprese cooperative siciliane e i quasi 400.000 soci e 100.000 loro lavoratori che ogni giorno contribuiscono a portare avanti con sacrificio l’economia regionale siciliana”.
(nella foto, Felice Coppolino, Presidente UNICOOP Sicilia).