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Una notizia che scuote un settore ormai da tempo in profonda crisi. La Ford ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 4.000 posti di lavoro in Europa entro il 2027. Una decisione che si inserisce in un contesto di trasformazione del settore automobilistico, in cui le aziende stanno affrontando la sfida della transizione verso veicoli elettrici e digitalizzati, adattandosi a un mercato sempre più competitivo.

I tagli interesseranno principalmente gli impiegati nei settori della progettazione, della ricerca e dello sviluppo. Le sedi coinvolte includono impianti in Germania, Regno Unito e altri paesi europei. Ford ha sottolineato che cercherà di gestire il processo attraverso programmi di pensionamento anticipato e incentivi per ridurre al minimo gli impatti sociali. Tuttavia, i sindacati hanno già espresso preoccupazione, chiedendo un dialogo trasparente e misure di sostegno per i lavoratori colpiti.

Secondo Ford, il taglio si rende necessario per “razionalizzare le operazioni e aumentare l’efficienza in vista della transizione energetica”. L’azienda sta investendo massicciamente nell’elettrificazione della propria gamma, con l’obiettivo di vendere solo veicoli elettrici in Europa entro il 2035. Questo passaggio richiede un riallineamento delle competenze e una riduzione delle strutture legate ai motori a combustione interna.

L’industria automobilistica, inoltre, è sotto pressione a causa dell’aumento dei costi delle materie prime, della concorrenza da parte di produttori asiatici e delle normative ambientali più stringenti imposte dall’Unione Europea. La necessità di investire in tecnologie all’avanguardia ha portato molte case automobilistiche, incluso Ford, a ripensare le proprie strategie operative.

L’annuncio ha suscitato reazioni contrastanti. I sindacati e le autorità locali hanno criticato la decisione, sottolineando l’importanza di tutelare i lavoratori e promuovere investimenti per la riqualificazione professionale. Al tempo stesso, Ford è stata elogiata per il suo impegno nella sostenibilità e per i progressi verso un futuro a basse emissioni di carbonio, benché questi obiettivi richiedano sacrifici nel breve termine.

Malgrado ciò, l’azienda automobilistica americana, ha confermato il suo impegno verso il mercato europeo. Entro il 2026, Ford prevede di lanciare almeno nove nuovi modelli elettrici in Europa e punta a diventare un leader nella mobilità sostenibile. Per farlo, sta investendo miliardi di dollari nella costruzione di impianti di produzione di batterie e nello sviluppo di tecnologie avanzate per i veicoli elettrici.

Questa ristrutturazione rappresenta un passo cruciale per garantire la competitività dell’azienda in un’industria in rapida evoluzione. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di Ford di bilanciare la necessità di innovare con la responsabilità sociale nei confronti dei suoi dipendenti e delle comunità in cui opera. Dunque, in un panorama globale sempre più orientato alla sostenibilità e all’innovazione, Ford si trova di fronte alla sfida di trasformare le difficoltà attuali in opportunità per il futuro. Ci riuscirà? Questo è il vero dilemma.

(fonte foto www.hdmotori.it – www.alvolante.it)

Verrebbe proprio da dire che il livello di discussione politica nel nostro paese si è ridotto ad siparietto da cabaret. Non che nei decenni precedenti sia stato diverso. Palcoscenico dell’accaduto, il programma  condotto da Lilli Gruber, “Otto e mezzo” su La7, proprio in occasione della giornata della gentilezza.

Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, è stato protagonista, infatti, di un vivace confronto sul tema dei migranti con la conduttrice e gli ospiti in studio, Michele Santoro e Lina Palmerini. A sorpresa, Salvini ha concluso il dibattito con un gesto simbolico, regalando un cioccolatino.

“Oggi è la Giornata mondiale della gentilezza e ho portato un bacio Perugina per le signore”, ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Poco prima, però, non erano mancate scintille tra Salvini e Gruber. “Lei stessa ha detto che non possiamo accogliere tutti”, ha osservato Salvini. “Lo dico da anni. Forse dovrebbe guardare più spesso il mio programma per informarsi”, ha risposto prontamente la conduttrice.

Nel corso della puntata, Salvini ha anche affrontato il recente botta e risposta tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Elon Musk, ribadendo la sua posizione: “Rispetto le parole del Presidente e combatto per la sovranità nazionale”.

La Gruber, però, non ha perso l’occasione per punzecchiare il leader leghista: “Un tempo combatteva solo per la sovranità della Padania”. Salvini ha replicato: “Sono nato autonomista e rimango autonomista. La Confederazione Elvetica è un esempio: ha un grande orgoglio nazionale, ma ogni Cantone compete sulla base del merito. Vorrei che anche le regioni italiane facessero lo stesso”.

IL VIDEO DELLO SCONTRO TRA LA GRUBER E SALVINI CON FINALE AL “BACIO PERUGINA”

(Fonte video – LaPresse/AP / CorriereTv – fonte foto: La Repubblica)

Non poteva che essere il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a rimandare al mittente l’inaccettabile “cartolina” con la quale Elon Musk aveva tentato, forse per provocazione o forse per arroganza, di affermare il proprio delirio di onnipotenza alla conte Tacchia: “io sono io e voi non siete un c…o”. Poche parole, quelle di Mattarella, semplici ma forti come quegli  schiaffoni che si danno al proprio pargolo che l’ha fatta davvero grossa. Frasi pubblicate, non a caso sul profilo ufficiale del Quirinale del social X di Musk, che fanno la differenza nel totale silenzio di tutto l’arco istituzionale di maggioranza.

“L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni”. 

Queste le parole di Mattarella che suonano, in modo inequivocabile, come una netta difesa alla costituzione italiana, all’autonomia del nostro Paese e della nostra magistratura, ma anche all’ingerenza su un paese sovrano. Così come il silenzio che ha tanto irritato Mattarella sia da parte del governo, che dei leader dei partiti di maggioranza e di tutto il centrodestra. In particolare di Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

La querelle, di cui ieri abbiamo parlato in questo articolo (clicca qui per leggerlo), è figlia di un atteggiamento al quale Musk ci ha abituati, ovviamente in senso negativo. E poi ancora decisamente incisivo e galvanizzato alla luce della vittoria di Donald Trump, per la quale lo stesso ceo di Tesla si è giocato tutte le carte. Ma la vera anomalia è che, al di là della rappresentazione delle parole di Musk, che poi non incide per fortuna sulla sovranità del nostro paese, così come sulla nostra costituzione, ci si aspettava da parte di tutti un gioco di squadra. Invece, sembra proprio che la tanto paventata sovranità popolare o nazionale, sbandierata da sempre da Meloni & co, sia soltanto uno specchietto per le allodole quando in ballo ci sono i miliardi che Musk vuole investire in Italia. E qui che per fortuna c’è Sergione a ricordarci che siamo il paese culla della cultura, della scienza, del turismo, dell’arte, del così tanto vituperato “made in Italy” e potrei continuare. Un Paese che viene “umiliato” da un miliardario, il quale crede che sia il denaro a poter fare la differenza con l’aggravante di voler decidere se mandare via un magistrato.

Quindi alla fine Sergio Mattarella sempre e, comunque, “uno di noi”. Un italiano che ha atteso 24 ore e con una “leggerezza pesantissima” ha dato una lezione di altissimo spessore istituzionale, che questa classe politica da “circo Barnum”, non riuscirebbe a porre in essere neanche se governasse per 100 anni. E se la vogliamo dire tutta la vera preoccupazione è il dopo Sergione, quando avverrà, ossia il diluvio.