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“Siamo rallegrati della circostanza che anche gli altri consiglieri che occupano i banchi della minoranza, finalmente, si siano svegliati dal torpore, seguendo il M5S nelle battaglie portate avanti nell’interesse dei cittadini. In questo caso, in un’operazione di verità e trasparenza: la situazione finanziaria è grave e i palermitani devono saperlo”. E’ ancora Ugo Forello, capogruppo a Sala delle Lapidi dei cinquestelle, che ritorna sulla grave situazione economica del Comune di Palermo, plaudendo alla minoranza ma al contempo dicendo “che sta facendo solo adesso fronte comune contro Orlando”.

“Davanti ai dati preoccupanti dei conti economici del Comune di Palermo – aggiunge Forello – soltanto Orlando e i suoi sodali continuano a mantenere ostinatamente una posizione del ‘va tutto bene’, mentendo consapevolmente ai nostri concittadini”.

“Nessuno pensi, comunque, di sottrarsi alla critica – ha detto infine Forello – perché la vecchia politica che oggi s’indigna è la stessa che nel passato ha contribuito a determinare lo stato di difficoltà del Comune di Palermo, causando anche il fallimento dell’Amia, di cui ancora oggi ne paghiamo le conseguenze. È necessario voltare pagina e avviare un percorso di innovazione, che sia di netta rottura rispetto al pantano degli ultimi quindici anni”.

Un quadro allarmante, quello descritto dall’intero gruppo consiliare pentastellato di Palermo, sulla situazione economica del Comune, che potrebbe rischiare il default finanziario. E proprio su BloggandoSicilia ne avevamo parlato recentemente.

“Tutti gli indicatori in nostro possesso –  dice Ugo Forello, capogruppo consiliare del M5S – dal ricorso ormai ordinario all’indebitamento al ritardo dei pagamenti, dall’imponente contenzioso contro il Comune alla crisi delle società partecipate e al fenomeno del disallineamento, ci conducono ad una sola conclusione: Palermo rischia il fallimento”.

Una denuncia gravissima, quella dei cinquestelle, supportata anche dalle osservazioni della Corte dei Conti nelle quali si evidenziano anomalie, criticità e irregolarità nei bilanci consuntivi di Palazzo delle Aquile. Per non parlare delle osservazioni amministrativo-contabili contenute nel MEF, che gli ispettori del ministero della Finanza hanno rilevato (cliccando qui potete leggere la relazione di pre-dissesto). Una situazione che vedrebbe piombare il Comune, che conta oltre 7 mila dipendenti, in un baratro da ripercussioni inimmaginabili.

“Il Sindaco – ha aggiunto Forello – invece di continuare a fare passerelle in diverse zone della città, promettendo opere e interventi di manutenzione ‘à gogo’, ha l’obbligo giuridico e morale di riconoscere e affrontare lo stato di crisi. Non è accettabile che continui a ripetere la menzogna che tutto va bene mentre la nave affonda”.

E alla luce di questo presunto collasso finanziario, il M5S ha detto che è “necessario nell’interesse della città di Palermo un cambiamento di rotta per risanare l’amministrazione comunale. Valuteremo d’urgenza la possibilità di redigere, in tempi brevissimi, un piano anti-dissesto e di avviare le procedure di predissesto”.

Sembra, dunque, che il tempo a disposizione sia quasi scaduto e senza governo nazionale insediato, Orlando ha come interlocutore solo la Regione, che diciamo in tema di risorse finanziarie non sta messa affatto bene.

“Il sindaco Orlando è estraneo anche al suo partito, il PD, con cui si è unito esclusivamente per opportunità politica prima delle elezioni nazionali che a Palermo ha perso, dopo la debacle delle regionali”. L’attacco frontale ad Orlando è di Ugo Forello, capogruppo cinquestelle a Sala delle Lapidi e candidato Sindaco nel 2017 alle comunali di Palermo.

Orlando è ormai uno dei pochi esponenti della vecchia politica che resiste al potere da oltre trent’anni e, rispetto a tutto ciò, auspichiamo di cambiare, presto, pagina”.

“Il Sindaco – continua Forello – non pensi che le dinamiche nazionali, legate ad una legge elettorale scritta per bloccare i cinquestelle, e quindi un’eventuale intesa politica di governo tra M5S e PD, abbiano risvolti anche con lui a Palermo. Le dinamiche nazionali non hanno nulla a che vedere con la realtà locale in cui viviamo”.

Una dichiarazione che fa capire come tutto è in movimento, anche negli equilibri politici del Comune. E non dimentichiamo che l’anno prossimo si voterà per le europee, con la variabile che se a livello nazionale, in mancanza di un governo, si ritornerà alle urne, Orlando potrebbe scegliere la via per Montecitorio. O almeno tentarla.

“Un bando costruito ad hoc dove non sono contemplate le piazze, malgrado Palermo sia piena di piazze che di fatto sono palcoscenici. Io non so chi ha ideato sta minchiata…sì una minchiata”. Parole durissime quelle di Daniela Pupella, figlia d’arte di teatranti palermitani, che attacca l’amministrazione comunale per aver pubblicato un bando, con il quale si “affiderebbero le attività teatrali e laboratoriali presso teatri o siti all’interno o in prossimità del percorso arabo-normanno”.

“Io non so – continua la Pupella – chi ha avuto sta pensata, ma il teatro in estate si fa in piazza e di piazze, specialmente nel centro storico, ne abbiamo di bellissime. Non si può creare un bando circoscritto, lo si deve estendere a tutte le maestranze locali, senza alcuna discriminazione”.

L’avviso, pubblicato sul sito del Comune di Palermo (cliccate qui per leggerlo), in effetti si presta a qualche dubbio, soprattutto quando parla di “proposte progettuali da realizzare presso teatri nella loro disponibilità sul percorso arabo-normanno”. Come voler dire che gli altri luoghi non sono adatti per rappresentare la Palermo dell’arte, della cultura e del teatro? Forse quest’ultimo può essere suddiviso in due categorie “agonistiche”, serie A e serie B?

Le domande sono spontanee e le indirizziamo al Comune, sperando in una correzione solerte del bando. Intanto non possiamo che “denunciare” lo sfogo su FB di Daniela Pupella che chiosa il post al grido: “Vergogna, vergogna, vergogna”.

 

Una vicenda che si trascinava da tempo tra il Comune di Palermo e l’Apcoa, la società che gestisce alcuni stalli a pagamento, le cosiddette zone blu nel centro della città. La controversia è quella legata al pagamento della tari, la tassa sui rifiutidovuta al Comune e che, invece, per la commissione tributaria non dovrà essere pagata dalla società.

“Se il Comune non ha il diritto di riscuotere da Apcoa la tassa sui rifuti dal 2007 ad oggi, stando alla sentenza appena emessa –  afferma Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune a sala delle Lapidi –  ci chiediamo che fine abbiano fatto i 1,4 milioni di euro dovuti dalla società Panormus2000/Apcoa”.

“La restituzione della somma di cui è debitrice Panormus2000/Apcoa è stata oggetto di un provvedimento già da tempo notificato ai destinatari –  continua Catania – senza riscontro alcuno. Gli importi devono essere rimborsati per il progetto di project financing grazie al quale è stato realizzato il parcheggio multipiano di piazza Vittorio Emanuele Orlando, che ha però determinato una abnorme distribuzione e gestione delle zone ‘blu’ a Palermo. Sono svariate, infatti, le criticità e le anomalie, a partire dalla convenzione novantennale per la gestione del parcheggio e di migliaia di stalli di sosta ‘blu’ in diverse zone della città”. 

E, quindi, il braccio di ferro tra Comune e Apcoa continua, ma nelle casse del Comune, intanto, manca all’appello qualcosa come un milione e 400 mila euro. Come dire: il danno oltre alla beffa.

 

Un video messaggio, sul profilo Fb di Luciano Messineo Jr, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla grave situazione dell’Ippodromo, ormai chiuso dallo scorso anno, e per il quale il Tar di Palermo ha dato parere negativo, respingendo l’istanza cautelare presentato dalla società Ires. Nella domanda veniva chiesta la sospensione del provvedimento di sgombero della struttura. In tutto questo il Comune di Palermo aveva soltanto manifestato l’intenzione di rinnovo del contratto per la gestione dell’ippodromo, senza però alcuna ipotesi concreta di accordo. E adesso, purtroppo, l’ordinanza del Comune potrà essere resa operativa.

A fare da portavoce ai lavoratori e alle famiglie, restate ormai senza lavoro, è uno dei tanti lavoratori dell’Ippodromo, Nino Cusimano che nel video ha manifestato il proprio sconforto e quello dei colleghi della struttura di via del Fante: “Siamo rimasti da soli, abbandonati dalle istituzioni. Chiediamo ai nostri colleghi del resto d’Italia di sensibilizzarsi per darci una mano e trovare una soluzione a questo problema”.

Adolfo Grasso,  invece, parla di una “situazione gravissima e bloccare tutto il comparto è terribile, anche perché i tempi tecnici per riaffidare la gestione dell’ippodromo con un bando europeo sono almeno di sei mesi. Spero soltanto che le istituzioni accorcino questi tempi e che, comunque, nel frattempo l’ippodromo possa mantenere il suo ruolo di centro di allenamento”.

E anche il fantino Natale Cintura dice la sua rivolgendosi al Prefetto di Palermo, Antonella De Miro: “Cosa dovremmo fare noi adesso. Ognuno ha famiglia e adesso senza lavoro come dobbiamo fare per mangiare e mantenere gli impegni che abbiamo preso in precedenza?”.

Una situazione critica caduta nel “limbo” delle istituzioni che come sempre, al di là dei giusti percorsi di legalità avviati, rimangono sorde e soprattutto, non trovano soluzioni idonee o perlomeno tampone ad una chiusura che ha messo in ginocchio i lavoratori.

Come sempre a pagarne il conto sono le persone che, alla fine, devono scontrarsi con i problemi di ogni giorni. E in questo caso la perdita del lavoro diventa un incubo, che sembra essere senza via di uscita.