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E’ scontro tra il vicesindaco di Palermo, Carolina Varchi (Fdi) e il segretario generale del Comune, Raimondo Liotta. Infatti, su proposta dalle minoranze in consiglio comunale, il segretario generale del capoluogo siciliano, aveva invitato gli uffici ad adeguare il lessico alle ragioni di genere.

Adesso, invece, Carolina Varchi (FdI) ha trasmesso agli uffici comunali una nota in merito alla questione, lamentando di essere stata “emarginata” rispetto alle decisioni e di nutrire “disinteresse per la modifica della desinenza così come proposta”.

“Si ritiene, infatti, – continua l’esponente di Fratelli d’Italia – che iniziative simili distolgano l’attenzione da un’autentica difesa di diritti e prerogative delle donne che certamente non sono riconducibili all’utilizzo di una vocale in luogo di un’altra ma che richiedono interventi incisivi in materia di sostegno al lavoro femminile, alla parità salariale, alla famiglia (anche mediante l’erogazione di servizi per l’infanzia), al contrasto di ogni violenza di genere, solo per citarne alcuni in un elenco che non ha pretesa di esaustività ma di sola esemplificazione”.
“Soltanto se e quando ogni battaglia per l’affermazione completa e compiuta delle pari opportunità sarà vinta, si potrà tornare a dibattere su questioni squisitamente lessicali – aggiunge la Varchi – che nulla tolgono e nulla aggiungono all’affermazione dei diritti delle donne. Chiedo, pertanto, con riferimento alle funzioni ricoperte pro tempore dalla scrivente, che si continui ad utilizzare la locuzione “il Vicesindaco” e “l’Assessore”, diversamente non sarà sottoscritto alcun atto”. 

(fonte Ansa e l’Opinione di Sicilia)

Nelle scorse settimane il consigliere comunale di Palermo del M5S e poi approdato al gruppo misto, Igor Gelarda, aveva consumato la rottura con il gruppo consiliare dei cinquestelle a Palazzo delle Aquile. Una polemica che ormai durava da mesi, soprattutto in tema di immigrazione. Adesso l’annuncio, con un post su facebook,  sebbene “celato” da un incontro che si svolgerà la prossima settimana tra lui, il segretario della Lega, Matteo Salvini e il commissario regionale del partito in Sicilia, Stefano Candiani. Ovviamente i giochi sono fatti e la Lega continua il  “reclutamento” di politici, anche in Sicilia, in un’emorragia che fa presumere, specialmente al Comune di Palermo, il passaggio di altri nomi eccellenti nel partito del ministro dell’Interno.

Nasce l’Inter club al Comune di Palermo, nella sede di Sinistra Comune a Palazzo delle Aquile, ma è subito polemica con i tifosi del Palermo. Sui tre consiglieri comunali, il presidente Sandro Terrani, il vice Giusto Catania e il segretario Paolo Caracausi, si è scatenata l’ira dei sostenitori rosanero che hanno riempito con la loro protesta i gruppi di Facebook.

L’apertura di un Inter Club all’interno di un gruppo consiliare è fatto insolito ma la trovata dei tre consiglieri è certamente goliardica e può servire per stemperare il clima incandescente della politica soprattutto in questo momento.  Ci saremmo aspettati una discussione sull’opportunità o meno di utilizzare quei locali e, invece, il popolo del Palermo si è scatenato.

Tutti hanno gridato al “tradimento” perché i tre politici, oltretutto palermitani doc in tutti i sensi, tifano Inter e dunque non sarebbero “degni” di rappresentare la città. “Senza vergogna”, “Palermo è Palermo, la sua squadra ce l’ha”, “Fate qualcosa per Palermo e per il Palermo”, scrivono nei post e chi più ne ha più ne metta. Potenza dei social. Il tifo per una squadra di calcio è diventato occasione per attaccare i politici per un motivo diverso. E sbagliato.

“L’Amat dall’inizio del 2018 ad oggi è in perdita di 3 milioni di euro. E adesso rischia realmente lo stato di insolvenza e il fallimento se non si interverrà in tempi rapidi, mentre l’amministrazione comunale, con le sue condotte acefale e in assenza di pianificazione, sembra volere determinare proprio questo stato”.

Ugo Forello, capogruppo consiliare dei cinquestelle, attacca nuovamente il Comune sul versante delle partecipate, proprio nei giorni della discussione in consiglio comunale del bilancio consolidato, nel corso della riunione che si è svolta oggi tra la I e la III commissione consiliare.

“E’ anche emerso, in modo ancora più palese, lo stato di abbandono e di crisi in cui si trova l’azienda di via Roccazzo e il probabile contenzioso fra la stessa partecipata e il Comune sui circa 9 milioni di euro disallineati. Infatti la proposta di bilancio predisposta dal consiglio di amministrazione – conclude Forello – è stata inviata, inoltre, al socio Comune di Palermo, con una perdita di esercizio di circa 6 milioni e 400 mila euro e inserendo fra i crediti dovuti i 9 milioni di euro di cui il Comune ha preteso la cancellazione”.

Una situazione sempre più complicata, sia a livello politico che di tenuta delle aziende anche se il sindaco Orlando, ne  abbiamo parlato su BloggandoSicilia, aveva rassicurato in consiglio comunale, parlando di “conti messi in sicurezza”. Non rimane, dunque, che aspettare la chiusura della discussione generale del bilancio consolidato in aula e poi passare alla conta dei numeri per vedere se, la maggioranza (trasversale) di cui Orlando può fare affidamento reggerà o se il mutato quadro politico nazionale entrerà a gamba tesa anche a Sala delle Lapidi. Come dire: i passaggi di casacca sono prossimi e gli equilibri politici  in consiglio comunale, potrebbero subire un vero e proprio movimento tellurico.

 “Noi siamo assolutamente contrari a qualsiasi forma di privatizzazione dei servizi locali. La scelta del bilancio consolidato determina un punto di non ritorno che è quello della messa in sicurezza  del sistema delle partecipate e impedisce, come è successo nel passato, la possibilità che qualche azienda municipalizzata possa fallire e fallendo possa aprire la porte a speculazioni private”.

Il sindaco Orlando interviene in consiglio comunale sulla discussione del bilancio consolidato che l’aula sta affrontando e che dovrebbe approvare. E’ da tempo che il professore è sotto “attacco”, per i conti in rosso del Comune e delle partecipate, mosso dall’opposizione. Ne abbiamo più volte parlato su BloggandoSicilia.

“Abbiamo deciso di mettere in sicurezza il sistema delle partecipateha ribadito Orlandoed affrontare il problema dei disallineamento dei conti che nel 2012 erano di 240 milioni di euro e che, oggi, si è ridotto a 42 milioni. Queste somme verranno assorbite con il bilancio di previsione e la possibilità di spalmarle nei prossimi anni senza che questo incida sui conti delle stesse aziende”.

Orlando, dunque, descrive una situazione rosea ma certamente l’iter del bilancio consolidato a Sala delle Lapidi non sarà una passeggiata.  La stessa Corte dei conti aveva espresso delle perplessità. Per non parlare delle osservazioni amministrativo-contabili contenute nel MEF, che gli ispettori del ministero della Finanza avevano rilevato (cliccando qui potete leggere la relazione di pre-dissesto).

Una situazione che vedrebbe piombare il Comune, che conta oltre 7 mila dipendenti, in un baratro da ripercussioni inimmaginabili. E speriamo che le “parole” rassicuranti del primo cittadino, non siano solo un atto dovuto.

 

Fabrizio Ferrandelli era stato “mascariato” (sporcato in dialetto siciliano). Il collaboratore di giustizia, Giuseppe Tantillo, lo aveva accusato di aver dato soldi per ottenere voti. Oggi il gip ha deciso di archiviare l’inchiesta. La stessa Procura non aveva trovato riscontri alle dichiarazioni del pentito. Ferrandelli lo scorso anno aveva sfidato Leoluca Orlando, alla corsa a sindaco di Palermo.

“Siamo sempre stati certi della sua estraneità ai fatti –  hanno detto gli avvocati di Ferrandelli, Nino e Sal Mormino – e questa archiviazione restituisce un po’ di verità a questa vicenda. Abbiamo avuto massima fiducia nella magistratura e abbiamo avuto anche la fortuna di avere come interlocutori magistrati sereni che hanno valutato l’insussistenza dell’ipotesi di reato”.

Adesso Ferrandelli, di fatto, è stato “riabilitato”. Un elemento, questo, che ha una valenza politica rilevante anche se il 2022 è lontano, ma tutto potrebbe accadere. E chissà se sarà tentato, ancora una volta, a candidarsi allo “scranno” più alto di Palazzo delle Aquile.

AGGIORNAMENTO. Ferrandelli interviene con un video su FACEBOOK

“Oggi mettiamo la parole fine a questa brutta vicenda e apriamo finalmente un nuovo capitolo. Questa archiviazione rappresenta per me il più vero e il più forte certificato antimafia”. E’ quanto afferma Ferrandelli in un video postato sul suo profilo facebook.

Ho sempre avuto fiducia nella magistratura e ancora di più nel mio operato che è sempre stato trasparente e orientato al bene comune. Resta l’amarezza di aver dovuto subire un’accusa infondata e di aver condotto una competizione elettorale inficiata da questa vicenda. Oggi, come ieri, continuo a occuparmi delle questioni che riguardano la mia città, con la sicurezza che adesso nessuno può mettere in dubbio il mio operato”.

 

 

Questa volta i cinquestelle hanno deciso di attaccare il cuore della burocrazia di Palazzo delle Aquile, chiedendo l’immediata sostituzione del capo di gabinetto del Sindaco, Sergio Pollicita.

“La nostra  richiesta è motivata non solo per la condanna a 1 anno di reclusione (in primo grado) per il reato di abuso d’ufficio, ma anche per le evidenti responsabilità che Pollicita ha avuto in questi anni, con riferimento alla gestione dei processi di pseudostabilizzazione del personale comunale, delle procedure di selezione dei dirigenti a tempo determinato e dei rapporti con le società partecipate”.

“Nel corso della sua dirigenza a capo del settore delle partecipate, il fenomeno del disallineamento dei crediti con le società è passato da 7 milioni a oltre 42 milioni di euro. In questo processo, inoltre, risulterebbe non costituito parte civile il Comune di Palermo. Ciò è incomprensibile e inaccettabile visto che lo stesso Comune è costituito in diversi procedimenti contro altri importanti dirigenti della nostra città”. Inoltre, il gruppo consiliare pentastellato ha chiesto al Sindaco “conto e ragione di questa condotta schizofrenica”. 

Tutto legittimo, ma Orlando con una mossa in contropiede ha disposto, come si legge in una nota del Comune, “che una volta ricevuta la notifica formale del provvedimento si procederà, in applicazione della legge, alla messa a disposizione dello stesso dirigente, quindi senza incarichi di tipo amministrativo. E acquisite le informazioni sul dispositivocontinua la dichiarazioneil Sindaco chiederà all’ANAC quali ulteriori passaggi l’amministrazione possa e debba compiere in aderenza al contratto collettivo e al dispositivo della stessa sentenza”.

Questa, insieme alle altre frecce avvelenate che, da un pò di tempo, i grillini di Sala delle Lapidi stanno scoccando, una dietro l’altra, contro l’amministrazione comunale e in particolare contro Orlando.
Una strategia che ha tanto il sapore di campagna elettorale, in una condizione attuale di debolezza del professore. Con il rimpasto non pervenuto e le sollecitazioni politiche di un cambio di rotta che arrivano anche da pezzi che appoggiano Orlando, vedi il gruppo consiliare capitanato da Giusto Catania, SinistraComune, tutto rimane assolutamente ancora in alto mare.

E’ un Giusto Catania con la lama tra i denti che attacca su FB Nadia Spallita, ex portavoce dei verdi e storica rappresentante della sinistra palermitana.

“In venti anni ha cambiato una decina di partiti e movimenti” dice Catania, capogruppo consiliare di Sinistra Comune -. Negli anni novanta era della Rete, all’inizio degli anni duemila si candida con Rifondazione comunista, poi passa ai Comunisti Italiani, poi sceglie la lista civica di Orlando, poi Altra Storia con Rita Borsellino, passaggio con Sel, eletta con Italia dei Valori, aderisce al PD in quota Renzi (memorabile conferenza stampa con Faraone!), si candida coi Verdi, salta subito su MDP, oggi pare che sia Liberi e Uguali…”
“Cara Nadia Spallitta tu puoi andare in qualsiasi partito ma potresti, per favore, evitare di impartire lezioni di coerenza? Grazie”

La dure parole di Catania nascono da una dichiarazione della Spallitta, sul tema dell’Hotspot dei migranti da realizzare allo Zen, che stigmatizzava il “comportamento” di Sinistra Comune:  “Credo che il gruppo consigliare Sinistra Comune debba uscire da quello che, a mio avviso, è un ambiguo sostegno ad un’amministrazione comunale a conduzione ‘renziana’. Questo gruppo consiliare dovrebbe prendere le distanze da scelte che contrastano con i principi di solidarietà sociale della sinistra e iniziare, da questo momento, una sana e costruttiva opposizione. Ciò servirebbe a garantire una maggiore trasparenza e democrazia alle scelte che riguardano la città”. 

Uno scontro tutto a sinistra, su una vicenda che in questi giorni è stato bersaglio incrociato di posizioni e di veti anche su posizioni trasversali.

 

 

Buchi neri, incongruenze, criticità. Parole pesanti che nei fatti sono un vero è proprio atto d’accusa della sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti che, con una dettagliata relazione (potete leggerla e scaricarla cliccando qui), ha messo a nudo i bilanci comunali 2015 e 2016 del Comune di Palermo, dai quali emergerebbero una serie di anomalie.

Si tratta di 26 pagine che analizzano l’attività dei Palazzo delle Aquile e fanno uscire fuori un quadro in chiaroscuro sui conti del Comune. Una lunga “lista” di rilievi snocciolati punto per punto. Uno tra tutti, il tema del personale precario e delle procedure selettive per l’assunzione di 13 dirigenti fra cui tecnici e contabili, per i quali occorrerebbe chiarire come sono stati utilizzati i fondi dello Stato. Anche sulle aziende partecipate (per capirci Amat, Rap, Amap) la corte afferma: “ci troviamo di fronte a gravi criticità gestionali già evidenziate più volte, ma che, attualmente, non sono state superate”.

E il magistrato che ha redatto il testo, parla anche del fondo crediti, sul quale c’è il rischio di esigibilità. Un particolare di non poco conto se consideriamo che le incongruenze sono risultate sulle quote riferite all’accantonamento per le entrate provenienti da sanzioni del codice della strada (le multe). E con la perplessità, per chi legge la nota della magistratura contabile, sulla reale destinazione finale di tali somme. Un vero buco nero che tanto somiglia a quello dei quasi 30 milioni di euro, di cui avevamo ampiamente parlato sul nostro giornale, riferito a somme destinate ai vigili urbani per i servizi svolti per strada, mai percepiti e con un contenzioso in corso.

Molte le perplessità anche sul fondo pluriennale vincolato, nato per tutte quelle risorse accertate, destinate al finanziamento di obbligazioni passive, giuridicamente perfezionate ed esigibili in esercizi successivi, ma stando alla relazione sembrerebbero essere, invece, confluite nelle stesse voci non coerenti con quanto prescritto dai principi contabili. Si tratterebbe di proposte per manifestazioni natalizie e rimborsi di vario genere come quelli previsti per i consiglieri di circoscrizione. E si prosegue con quelle che vengono definite operazioni i cui importi non collimano con i dati ufficiali dell’ente e i profili problematici già segnalati nei precedenti controlli.

Il magistrato, in sintesi, definisce le prassi contabili, messe in atto dal Comune in questi anni, come “scorrette e censurabili” e anche per ciò che concerne i debiti parla di mancata corrispondenza e di perduranti inottemperanze.

“E questa volta a metterlo nero su bianco non è un valido esponente dell’opposizione o un nemico giurato del sindaco Orlando – afferma la consigliera dell’Udc Sabrina Figuccia – ma un magistrato istruttore responsabile del controllo della gestione degli Enti locali per la Corte dei conti, che definisce particolarmente difficile l’istruttoria condotta nei confronti del Comune di Palermo per via di tardivi e non integrali riscontri. Una vicenda decisamente preoccupante – conclude la Figuccia – che bisogna studiare dettagliatamente, e per la quale ho chiesto espressamente l’istituzione di una commissione d’inchiesta”.

Orlando, quindi, sembra essere sempre più in difficoltà e “l’attacco” al quale è sottoposto, ormai da mesi, sembra inarrestabile. Proprio ieri sul versante dei rifiuti la Corte dei conti lo ha citato per danno erariale, si parla di diversi milioni di euro, accusandolo di essere stato inadempiente nell’avvio della raccolta della differenziata per gli anni 2012-2014. Un’altra tegola che si stacca dal tetto ormai “pericolante” di Palazzo delle Aquile. E le europee sono ancora lontane.

 

 

La realizzazione di nuove linee del tram sarebbe un’avventura rischiosissima per la città, non solo in termini di viabilità per via dei cantieri e dei disagi apportati alla popolazione, ma anche per la gestione economica stessa dell’infrastruttura. Ricordiamo che Amat, con le attuali tre linee, ha una perdita di 10 milioni di euro”.

Fabrizio Ferrandelli, candidato sindaco per il centrodestra alle ultime comunali contro Orlando, prende una netta posizione sulla vicenda legata alla realizzazione di nuove linee di tram che, l’amministrazione comunale, ha deciso di portare avanti. E dà l’assist a Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo che, oggi, proprio su questo tema, ha rilasciato un’intervista ad un’agenzia stampa.

“Ben venga dunque la proposta lanciata da Confcommercio – dice Ferrandelli – di effettuare una ‘verifica costi/benefici’ e di realizzare uno ‘studio sull’impatto’ che altre linee di tram possono avere a Palermo. Quindi un fronte comune contro l’Amministrazione comunale e, in primis, contro il  sindaco Orlando che sul tram ha “puntato” da sempre, soprattutto in campagna elettorale.

“Ciò che manca a questa amministrazione è proprio il contatto con i cittadini e il saper dare risposte concrete alle reali necessità della città. Noi continuiamo con coerenza a portare una visione alternativa di mobilità dolce – ha detto infine Ferrandelli – sicuramente più rapida e con costi di gestione nettamente inferiori”.

E la Di Dio in un passaggio dell’intervista si è soffermata proprio sul fatto che “il tram da solo non può risolvere i problemi della mobilità della città. Palermo avrebbe bisogno di più mezzi pubblici, di più parcheggi”. E ha lanciato un’idea: “Voglio farmi promotrice di un’indagine, una sorta di sondaggio sia con i nostri associati che con i cittadini che usano il tram, per conoscere direttamente dagli utenti e dagli imprenditori come la pensano”.

La presidente di Confcommercio lo ha chiamato sondaggio, ma nei fatti di un vero e proprio “referendum” si tratta: un sì o un no all’opera. Siamo ansiosi di conoscerne l’esito e, soprattutto, vedere se il sindaco Orlando lo prenderà in considerazione o andrà dritto per la sua strada. E chissà se Palermo sente proprio questa improrogabile necessità di altri tram.