Buchi neri, incongruenze, criticità. Parole pesanti che nei fatti sono un vero è proprio atto d’accusa della sezione di controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti che, con una dettagliata relazione (potete leggerla e scaricarla cliccando qui), ha messo a nudo i bilanci comunali 2015 e 2016 del Comune di Palermo, dai quali emergerebbero una serie di anomalie.
Si tratta di 26 pagine che analizzano l’attività dei Palazzo delle Aquile e fanno uscire fuori un quadro in chiaroscuro sui conti del Comune. Una lunga “lista” di rilievi snocciolati punto per punto. Uno tra tutti, il tema del personale precario e delle procedure selettive per l’assunzione di 13 dirigenti fra cui tecnici e contabili, per i quali occorrerebbe chiarire come sono stati utilizzati i fondi dello Stato. Anche sulle aziende partecipate (per capirci Amat, Rap, Amap) la corte afferma: “ci troviamo di fronte a gravi criticità gestionali già evidenziate più volte, ma che, attualmente, non sono state superate”.
E il magistrato che ha redatto il testo, parla anche del fondo crediti, sul quale c’è il rischio di esigibilità. Un particolare di non poco conto se consideriamo che le incongruenze sono risultate sulle quote riferite all’accantonamento per le entrate provenienti da sanzioni del codice della strada (le multe). E con la perplessità, per chi legge la nota della magistratura contabile, sulla reale destinazione finale di tali somme. Un vero buco nero che tanto somiglia a quello dei quasi 30 milioni di euro, di cui avevamo ampiamente parlato sul nostro giornale, riferito a somme destinate ai vigili urbani per i servizi svolti per strada, mai percepiti e con un contenzioso in corso.
Molte le perplessità anche sul fondo pluriennale vincolato, nato per tutte quelle risorse accertate, destinate al finanziamento di obbligazioni passive, giuridicamente perfezionate ed esigibili in esercizi successivi, ma stando alla relazione sembrerebbero essere, invece, confluite nelle stesse voci non coerenti con quanto prescritto dai principi contabili. Si tratterebbe di proposte per manifestazioni natalizie e rimborsi di vario genere come quelli previsti per i consiglieri di circoscrizione. E si prosegue con quelle che vengono definite operazioni i cui importi non collimano con i dati ufficiali dell’ente e i profili problematici già segnalati nei precedenti controlli.
Il magistrato, in sintesi, definisce le prassi contabili, messe in atto dal Comune in questi anni, come “scorrette e censurabili” e anche per ciò che concerne i debiti parla di mancata corrispondenza e di perduranti inottemperanze.
“E questa volta a metterlo nero su bianco non è un valido esponente dell’opposizione o un nemico giurato del sindaco Orlando – afferma la consigliera dell’Udc Sabrina Figuccia – ma un magistrato istruttore responsabile del controllo della gestione degli Enti locali per la Corte dei conti, che definisce particolarmente difficile l’istruttoria condotta nei confronti del Comune di Palermo per via di tardivi e non integrali riscontri. Una vicenda decisamente preoccupante – conclude la Figuccia – che bisogna studiare dettagliatamente, e per la quale ho chiesto espressamente l’istituzione di una commissione d’inchiesta”.
Orlando, quindi, sembra essere sempre più in difficoltà e “l’attacco” al quale è sottoposto, ormai da mesi, sembra inarrestabile. Proprio ieri sul versante dei rifiuti la Corte dei conti lo ha citato per danno erariale, si parla di diversi milioni di euro, accusandolo di essere stato inadempiente nell’avvio della raccolta della differenziata per gli anni 2012-2014. Un’altra tegola che si stacca dal tetto ormai “pericolante” di Palazzo delle Aquile. E le europee sono ancora lontane.