Sembrerebbe inarrestabile la corsa della Lega che, sulla base del sondaggio dell’istituto Ipsos, commissionato per il Corriere.it, arriverebbe al 28,5 per cento, 11 punti in più di quanto ottenuto alle politiche riuscendo così ad essere ad un passo dai cinquestelle che si fermerebbero al 30,1 per cento. Quest’ultimi risulterebbero in calo del 2,5% rispetto alla metà di maggio e per la prima volta in flessione rispetto al risultato elettorale. Il Pd con il 19,2%, sarebbe in lieve crescita, e Forza Italia, oggi al 9% in forte calo del 3% rispetto al precedente sondaggio e del 5% rispetto alle elezioni.
Il sondaggio odierno, come riportato dal Corriere della sera, e realizzato tra mercoledì e giovedì, fa registrare innanzitutto un aumento del 4,3% dell’area grigia costituita da indecisi e astensionisti: si tratta di oltre due milioni di elettori con ogni evidenza disorientati o delusi dalle vicende delle ultime due settimane. La serie dei sondaggi evidenzia l’aumento costante del partito di Salvini che ormai si colloca a 1,6% di distanza dai Pentastellati.
L’analisi dei flussi elettorali mostra che la Lega beneficia di una elevata fedeltà di voto. Il 92% di chi ha votato il partito di Salvini oggi conferma la propria scelta e rappresenta il principale catalizzatore dei voti in uscita dagli altri partiti. Il M5S può contare su una fedeltà di voto inferiore, ma tutt’altro che trascurabile, pari al 76% ed è penalizzato dall’uscita di elettori in direzione dell’area grigia (16%) e della Lega (5%). I dem presentano un livello di fedeltà in linea con i pentastellati (77%) e la quota prevalente dei delusi si dichiara indeciso o astensionista (13%) oppure sceglie M5S (4%) o Lega (3%).
L’elettorato di Forza Italia appare più disorientato: solo il 55% confermerebbe il proprio voto al partito di Berlusconi, il 22% si colloca nell’area grigia e il 17% sceglie la Lega. Da ultimo, coloro che si sono astenuti alle politiche in larga misura riconfermerebbero la propria scelta (70%), mentre il 12% tornerebbe a votare scegliendo Lega, il 6% Pd e il 5% M5S.
I flussi determinano non solo le variazioni nelle intenzioni di voto ma anche un cambiamento della composizione interna delle singole forze politiche lungo l’asse destra-sinistra. Nel M5S da sempre si registra una quota elevata (oggi al 34%, in aumento di 7 punti) degli elettori che non si collocano lungo questo asse; è interessante osservare che rispetto al 4 marzo diminuisce di 10 punti la quota di coloro che si considerano di destra o centrodestra (oggi rappresentano il 15%), mentre è stabile la quota degli elettori di sinistra o centrosinistra che costituisce il 37% dei pentastellati. Tra i dem si registra una diminuzione di coloro che si collocano nel centrosinistra (58%, in calo di 8 punti) e il concomitante aumento (+ 5 punti) della componente di sinistra (27%).
I pratica, il nuovo governo giallo-verde è sostenuto da un elettorato leghista che si colloca sempre più in un’area di destra-centrodestra nonché, rispetto a quello dei cinquestelle in cui prevale quella di sinistra-centrosinistra.
Ma quello che emerge dal sondaggio è che il collante dell’allenza, tra questi due partiti, è rappresentato dalla promessa di cambiamento. Dunque, in mancanza di ciò questi dati potrebbero sicuramente subire delle variazioni. E adesso il compito per loro sarà proprio quello di riuscire a mantenere ciò che hanno promesso in campagna elettorale.