E’ un Musumeci che attacca a muso duro l’Europa, colpevole di avere un atteggiamento da scaricabarile nei confronti di un opera, come quella sullo Stretto di Messina, che reputa fondamentale per la Sicilia e per l’Italia.
“Verrebbe da dire: ma di cosa stiamo discutendo? Cosa aspetta, ancora, il governo centrale a chiedere all’Ue il finanziamento per la costruzione del Ponte sullo Stretto?”. A chiederlo è il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, commentando la risposta ufficiale della commissaria europea ai Trasporti, Adina-Ioana Vălean, a una interrogazione posta da un’eurodeputata siciliana della Lega, sull’ipotesi di collegamento tra la Sicilia e Calabria.
Per l’esponente dell’esecutivo, guidato da Ursula von der Leyen, infatti, “la valutazione di un progetto sulla rete Ten-T può essere effettuata solo sulla base di una proposta concreta e matura dello Stato membro. Le autorità italiane – continua il commissario europeo – non hanno presentato alla Commissione piani concreti in merito a tale collegamento. La scelta dello strumento di finanziamento per un determinato progetto dovrebbe essere decisa dall’Italia, in funzione della natura del progetto e della sua sostenibilità finanziaria”.
“Sicilia e Calabria – afferma duramente Musumeci – sono stanche di essere considerate periferia d’Europa e per diventare centrali nell’area del Mediterraneo uno dei requisiti essenziali è il collegamento stabile tra le due sponde. Diciamo basta a un dibattito ultrasecolare, fatto di relazioni e contro relazioni, con il solito obiettivo di rinviare la decisione alle calende greche. Questa telenovela ha stancato tutti”.
Insomma lo scontro è servito in un piatto d’argento. Già ad aprile, come avevamo scritto in questo articolo (clicca qui per leggerlo), il presidente della Regione si era “scagliato” contro il governo nazionale chiedendo quali fossero le intenzioni di Palazzo Chigi: “Draghi ci dica cosa vuole fare del Ponte sullo Stretto, abbiamo diritto a una risposta definitiva. Basta con gli eterni rinvii e i balletti, altrimenti siamo pronti a farlo da soli”.