di Gaetano Càfici. Mancano meno di 15 giorni alle Europee e sembra che l’appuntamento elettorale, da sempre considerato “politicamente” più o meno “insignificante”, non certamente per i partecipanti, diventi per loro, invece, una questione di vita o di morte.
Le ultime inchieste hanno delineato uno spaccato impressionante. Come dire: anche i candidati o presunti tali tengono “famiglia” ed uno scranno a Bruxelles è sempre utile per arrotondare. In periodi di magra si prende tutto!
Dal versante sondaggi, invece, tutto sembra essere, come sempre, abilmente costruito. Gli analisti si arrovellano, ma questa volta sarà difficilissimo capire il possibile indirizzo del voto. Sembrano più numeri in libertà sulla corda di improbabili trapezisti.
Senza considerare il bacino di quella base di astensionisti e di coloro che sono ignari della kermesse elettorale. Forse la Sibilla Cumana sarebbe più affidabile! La Sicilia anche questa volta farà da ago della bilancia ? Difficile stabilirlo, soprattutto nelle diverse “quote” da assegnare.
La verità è che questa campagna elettorale non interessa ai siciliani, come al resto del Paese. Si assiste giornalmente a discussioni infinite, parole identiche che la gente si è sentita ripetere all’infinito, come un calice amaro da far bere tutto d’un sorso, per non svelare il trucco. Quello però che è immancabile, anche nell’era delle “cinture pubblicitarie” a led (Alessandra Mussolini docet), è l’sms elettorale.
Un “cult” che resiste ostinatamente. Ti arriva sul cellulare quando meno te lo aspetti e, “gentilmente”, entra nella tua vita: “solo per dirti che in segreteria ho i nuovi facsimili con la scheda e che ti aspetto”. Mentre scrivo l’ho già “archiviato” nel cestino del mio telefonino.
Ma scusa non ti sei fatto sentire per anni, quando sapevi che ero io a cercarti. Adesso caro “onorevole” siciliano sarai tu ad aspettare. E nell’attesa ti consiglio una prece perché questa volta, anche con l’aiuto divino, la vedo messa male.