Il ginepraio di dichiarazioni incrociate, da parte di eminenti esponenti dell’area governativa che sostiene Crocetta, di fatto sembrano essere una vera e propria chiamata alle armi: “o si fa la Sicilia o si muore”. Detto di antica memoria che rende bene, comunque, il senso di quell’esperienza politica, nata appena un anno e mezzo fa con la tanto sbandierata rivoluzione dell’ex sindaco di Gela e che sembrerebbe, oggi, volgere al termine.

Ma sarà davvero così? Oppure ci ritroviamo ad assistere, come sempre, al solito gioco delle tre carte: tentativo subdolo per mettere sul tavolo “validi argomenti” o presunti “impegni” da assolvere, agitando come strumento di ricatto politico, da parte di ambedue contendenti, lo spettro di possibili dimissioni e, dunque, di ritorno alle urne?

In una Sicilia dove vivono e albergano i paradossi come quello di Termini Imerese, chiusa mentre la Fiat annuncia di aver acquistato la Chrysler americana (storie degne di un romanzo giallo); dove l’economia è paralizzata, con la conseguente morte delle realtà produttive medio-piccole; dove il turismo, invece di essere posto come volano finanziario dell’isola, viene ignorato dall’agenda di governo e dove i giovani, oltre a rinunciare al diritto di un lavoro, devono per forza di cose rinunciare ad essere padri, tutto è possibile, così come il delitto perfetto!

Un quadro spettrale per un elenco infinito che potremmo collezionare, come quei diabolik pagati a nostre spese all’esimio onorevole di turno, per non parlare delle altre regalie e di ciò che ancora non conosciamo. E se, invece, fosse proprio questo l’alibi per uscire di scena? Insomma il delitto perfetto di cui sopra! 

Una sorta di exit strategy bipartisan per dire che la rivoluzione c’era, si stava attuando, ma che per colpa di una cravatta Hermes, qualche panettone di troppo ed un regalo di nozze, tutto è stato rovinato. Solo per salvare la faccia.

A questo punto sarebbe  meglio resettare l’Ars, usando un termine moderno, riavviando l’hard disk del governo, nella speranza che non sia definitivamente danneggiato. Forse tutto ciò non accadrà perché anche i deputati e gli assessori tengono famiglia. La rivoluzione immaginaria vedrete non morirà ma continuerà a sventolare “bandiera bianca”.

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