“Non vedo l’ora che passi la campagna elettorale così finalmente potremo avere un Ministro dell’Interno. Perché non è normale che dall’inquilino del Viminale non venga una, che sia una parola di condanna per un omicidio a sfondo razziale, ma anzi altre parole di incitamento all’odio e alla divisione. Forse, passata la campagna elettorale, Salvini scoprirà che al di là dei proclami la sicurezza di una comunità e di una nazione è cosa più seria e complessa del continuo additare un nemico, anzi un unico gruppo sociale quale nemico”.
E’ il commento del sindaco Orlando che attacca il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che avrebbe preferito il silenzio sull’omicidio di un uomo di 29 anni originario del Mali, Sacko Soumayla, con regolare permesso di soggiorno, ucciso da una fucilata alla tempia. Il fatto è accaduto la sera del 2 giugno, a San Calogero, in provincia di Vibo Valentia.
Secondo il racconto di uno dei sopravvissuti, Drame Madiheri, 39 anni, a sparare sarebbe stato un uomo sceso da una Panda bianca che ha preso la mira sparando quattro colpi: Drame Madiheri ha anche visto la persona che ha sparato, era piuttosto anziano, bianco, e ha individuato le prime due lettere della targa della sua auto.
E adesso la polemica è bella e servita, in un quadro politico dove, sulla vicenda dei migranti, la Tunisia è stata anche coinvolta. Salvini, infatti, nella qualità di ministro aveva detto, a proposito del paese africano che “spesso esporta galeotti”. Dichiarazione smussata dall’ambasciatore. E Salvini intervenendo direttamente ha dichiarato di essere “pronto a incontrare il ministro tunisino per migliorare la cooperazione”. L’incidente diplomatico, almeno per adesso, è stato messo in sicurezza.