Lo ripeterò fino alla noia: Palermo è più una città normalizzata che normale. E l’indifferenza, concetto che convive in essa come elemento naturale, appare sempre più come un cartello stradale, di quelli che ai nostri occhi è soltanto un pezzo di metallo. Esserci o non esserci è la stessa cosa, poi rispettarlo è davvero missione impossibile.
Ma ciò diviene ancora più perverso e autolesionista, quando oltre a quell’odiosa indifferenza, a quel virus apparentemente non debellabile, ci si accorge, come per incantesimo, che anche l’apparente “miracolo” può accadere, forse !
Ovvio immaginare che trattasi di miracolo indotto e non da odore di santità (scomodare i santi per tali questioni sarebbe poco opportuno). In fondo tale “prodigio”, nelle sue varie forme, dovrebbe essere un fatto positivo. Di quelle cose che malgrado tutto danno speranza. E poi se accade a Palermo, diventa davvero un qualcosa di eccezionalmente “trascendentale”, direi di unico.
Vedere apparire inspiegabilmente da settimane, dal degrado in cui versava il Castello della Zisa (giardino e spazi esterni compresi), squadre di lavoratori che asfaltano il manto stradale e ripuliscono le aiuole, fa sorgere una domanda amletica: ma perché tutto questo adesso e in quel luogo, quando a breve distanza si vedono sacchetti d’immondizia fare i salti dai cassonetti come da un trampolino ?
Un arcano che mi ha arrovellato la mente, ma forse non troppo e che, all’improvviso, è stato svelato al grido dell’Eureka di Archimede: gli ispettori dell’Unesco sono arrivati a Palermo per visitare alcuni monumenti di pregio, che potrebbero essere inseriti come patrimonio dell’Umanità.
E io che per un attimo avevo creduto che il “fenomeno soprannaturale” fosse reale e per sempre. Come quello di vivere in una città dove si rispettano i cartelli stradali, dove le istituzioni fanno il loro dovere sempre e non ad intermittenza e dove i cittadini non sporcano.
Ma probabilmente il mio “miracolo” è di quelli biodegradabili. Per il prossimo temo che dovremo aspettare un altro giro di visite. Quindi un consiglio ai nostri amministratori: scrivete un elenco di possibili “ospiti”, ma fatelo molto lungo! Palermo ringrazia.