Un Leoluca Orlando davvero “furioso” che risponde all’ultimatum del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che ha “invitato i comuni, entro il 31 luglio” e, quindi, gli amministratori “a firmare gli accordi con le quattro società che hanno partecipato al bando per l’invio fuori regione dei rifiuti: pena la loro decadenza”. In parole povere, Musumeci provvederà alla “rimozione” d’ufficio dei sindaci nel caso in cui non si attengano a queste disposizioni.
La notizia, che ha fatto arrabbiare parecchio Orlando, è stata riportata, questa mattina, dall’edizione online di Repubblica Palermo. Di fatto un vero e proprio siluramento politico di Orlando, che rischierebbe seriamente la poltrona di primo cittadino di Palermo.
“In materia di rifiuti, il governo regionale – dice nella nota di replica Orlando – rischia di essere governato, come sono stati governati i suoi predecessori negli ultimi vent’anni, da una struttura burocratica che ha da un lato favorito interessi speculativi più volte posti all’attenzione dell’Autorità giudiziaria e dall’altro causato gli enormi e gravi disservizi di cui sono stati e sono vittime i cittadini”.
E continua, aggiungendo a sua difesa: “non posso non ricordare che all’indomani dell’insediamento della struttura commissariale ho fornito per quanto riguarda la città di Palermo un dettagliato elenco di interventi e provvedimenti, di esclusiva competenza di quella struttura, che erano allora urgenti e possibili e sono oggi urgentissimi e necessari. La Regione non ha neanche risposto a tale nota, perché sia chiaro a tutti come la struttura commissariale sia fortemente indirizzata a tutelare e garantire gli interessi speculativi dei privati. Lo conferma il disegno di legge regionale, in cui chiaramente emerge la volontà politica di sopprimere le poche realtà pubbliche esistenti privilegiando l’affidamenti ad un sistema privatistico contaminato e che, sulle spalle dei siciliani, potrà lucrare sempre di più, puntando alle città metropolitane e su Palermo dove l’esistenza di una partecipata interamente a capitale pubblico ha fino ad oggi escluso interessi speculativi dalla gestione dei rifiuti”.
E conclude affermando che “sia l’Anci, sia le diverse amministrazioni comunali stanno ricorrendo contro la folle ordinanza emanata dalla struttura commissariale. Un’ordinanza che oltre ad essere sbagliata nel merito contiene diversi profili di illegittimità nel merito: Basti pensare al fatto che viene chiesto ai Comuni di procedere in soli 15 giorni, in evidente violazione della normativa sugli appalti e quella anticorruzione, alla stipula di contratti per milioni di euro in un quadro del tutto incerto e poco trasparente per quanto riguarda modalità, tempi e costi di smaltimento dei rifiuti. Se proprio si vuole procedere su questa folle strada, che lo faccia la struttura del Commissario, assumendosene tutte le responsabilità.”
Una bella gatta da pelare, quindi, per Orlando che sembra avere, al di là degli aspetti meramente tecnici, un sapore esclusivamente politico. E la conseguenza potrebbe la paralisi, per molti comuni, dell’attività amministrativa. Anche se siamo sicuri che, a breve, potrebbe essere “operata” qualche correzione al provvedimento, magari con una deroga. Una sorta di messaggio subliminale, perchè in politica mai nulla viene fatto a caso. A questo punto non resta che aspettare e vedere cosa succederà nei prossimi giorni.