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“Alla fine il sindaco Orlando è stato costretto dalla magistratura a fare quello che lui non è stato in grado di fare come amministratore della città: Sgombrare il campo nomadi per dare dignità ai rom, ma per dare anche tranquillità a tutti i cittadini che vivono in quella zona”. E’ il consigliere comunale Igor Gelarda, new entry della Lega, a Sala delle Lapidi, ad intervenire sulla vicenda dello sgombero del campo Rom della Favorita.

“Si parla di un progetto PON e di un affidamento, anche in deroga, di beni confiscati alla mafia – aggiunge Gelarda – per risistemare le famiglie rom che usciranno dal campo. Tutto questo sarebbe positivo se non fosse che ci sono anche migliaia di cittadini palermitani, che speriamo abbiano gli stessi diritti dei rom, che vivono in situazione di povertà e di emergenza abitativa. Allora va bene l’accompagnamento passo per passo per rendere autonome queste famiglie, ma che non si facciano cose che pongano gli altri cittadini palermitani in secondo piano”.

Infine, l’esponente leghista ha sottolineato che “l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia deve riguardare tutti coloro che hanno emergenze abitative, e deve comportare una graduatoria giusta e che non metta in secondo piano coloro che non provengono dal campo. Nei prossimi giorni, con una interrogazione consiliare, chiederò se anche per i palermitani, che vivono il problema dell’emergenza abitativa, sia stata mai fatta un’ordinanza così perentoria e così precisa”.

Continua “l’agonia” del consiglio comunale di Palermo che si è consumata, questa mattina, con la minoranza, che ha deciso di abbandonare l’aula per protesta. Il contendere è stato il Prg (piano regolatore della città) che doveva essere discusso da Sala delle Lapidi e per il quale era prevista la presenza dell’assessore Emilio Arcuri che, invece, ha dato “buca” sollevando l’ira dell’opposizione.

E’ stato lo stesso presidente del consiglio comunale, Totò Orlando ad annunciare che Arcuri non sarebbe potuto essere presente, ponendo una domanda al dirigente comunale presente in aula. Immediato l’intervento del consigliere Mimmo Russo (gruppo misto) che ha chiesto una pregiudiziale sull’atto reputando che l’Aula “senza la presenza dell’assessore non può affrontare la discussione della delibera”. Ed è andato giù duro anche Fabrizio Ferrandelli (capo dell’opposizione), che ha parlato di come “sia inaccettabile ancora una volta essere presenti in aula e riscontrare l’assenza dell’amministrazione attiva. Noi siamo stati la scorsa settimana, responsabilmente presenti, consentendo la discussione e l’approvazione dei debiti fuori bilancio, malgrado l’assenza dei colleghi della maggioranza. Io chiedo un gesto conseguenziale e cioè quello di abbandonare l’aula. Ritorneremo soltanto quando sarà presente l’assessore”.

E, infine, il capogruppo di Sinistra Comune, Giusto Catania, che in qualche modo ha dato ragione alla minoranza, con i dovuti distinguo: “Mi associo al fatto che non sia giusto, non sia corretto e neanche dignitoso, per i lavori d’aula, che l’assessore Arcuri non si sia presentato. E questo è un fatto politico. Io penso, malgrado la ragione che possa aver motivato la sua assenza che, comunque, ciò non sia utile per il prosieguo dei lavori. E dal punto di vista politico lo reputo un errore. E chiedo che tutto il consiglio comunale, nella sua interezza, tramite il presidente del consiglio comunale, ponga le nostre rimostranze all’assessore. Ma credo, anche, che non sia utile disperdere questa giornata di lavoro del consiglio comunale.

Quindi una situazione che vede l’impasse di un consiglio comunale che, nella sostanza, vive una fortissima “crisi” dei meccanismi che regolano i rapporti tra due organi: quello di controllo e quello dell’amministrazione attiva. Sarà soltanto un fatto politico, strettamente connesso ad una delibera così complessa come quella del Prg? Oppure si tratta di un vero e proprio terremoto degli equilibri delle forze d’aula che, a breve, potrebbe mettere in seria difficoltà l’amministrazione Orlando? Oggi, intanto, anche la maggioranza non è riuscita a tenere banco e il presidente Orlando è stato costretto alla conta del numero legale, con l’esito scontato della chiusura dei lavori.

 

 

“Sulla visita del segretario del Pd Martina a Palermo, nè il partito democratico, nè il gruppo dei consiglieri del Pd palermitano è stato avvertito”. Dure le parole del consigliere comunale di Palermo, Rosario Arcoleo (Pd), area Cracolici, che stigmatizza il gesto “istituzionalmente scorretto” del segretario regionale siciliano dei Democratici, Fausto Raciti.

“Mi pare un comportamento alquanto lontano dai discorsi di unità che, il segretario appena eletto, ha lanciato le scorse settimane. Le colpe naturalmente sono da imputare in larga parte alla segreteria regionale che non ha avuto il dovuto rispetto istituzionale. Si predica bene ma si razzola male”.

E infine ha aggiunto: “Una segretaria che, dalle famose dimissioni post politiche e dalla debacle elettorale avute in Sicilia ad oggi, deve necessariamente rivolgersi a chi l’ha visto. Il Pd così non va da nessuna parte. Bisogna davvero ripartire dalla base e un evento come quello che vede il segretario nazionale del partito democratico a Palermo, non può passare in maniera marginale. Ho visto foto allo Zen con non più di 15 persone al seguito. O questo PD cambia o siamo davvero alla frutta”.

Continua, dunque, lo scontro tutto interno tra l’area Cracolici e i renziani. Già nei mesi scorsi si era consumata una frattura nel gruppo consiliare a Sala delle Lapidi che aveva portato ad una serie di dichiarazioni tra lo stesso Arcoleo e il capogruppo Dario Chinnici (area Faraone), poi smentite dallo stesso consigliere comunale di Cracolici. Oggi l’attacco al cuore del partito siciliano che, di fatto, mette nero su bianco, come il partito democratico sia in seria difficoltà ed affanno, non solo di consensi, ma anche sulla linea politica.

La replica della segreteria regionale: “In merito alle polemiche sollevate da due consiglieri comunali del Pd la segreteria regionale precisa che il dipartimento organizzazione nazionale ha tempestivamente informato della presenza e del percorso palermitano di Maurizio Martina il segretario provinciale di Palermo e i deputati nazionali. Comprendiamo le difficoltà del partito palermitano che, come noi si trova con la sede chiusa e senza dipendenti. Tuttavia le polemiche sollevate dai due consiglieri ci sembrano fuori luogo in una giornata come questa. Noi alla rissa ci sottraiamo”.

E con un tweet anche il capogruppo in consiglio comunale di Palermo del Pd, Dario Chinnici, dà il proprio sostegno al segretario nazionale dei democratici Maurizio Martina, in visita oggi a Palermo. ​

Nelle scorse settimane il consigliere comunale di Palermo del M5S e poi approdato al gruppo misto, Igor Gelarda, aveva consumato la rottura con il gruppo consiliare dei cinquestelle a Palazzo delle Aquile. Una polemica che ormai durava da mesi, soprattutto in tema di immigrazione. Adesso l’annuncio, con un post su facebook,  sebbene “celato” da un incontro che si svolgerà la prossima settimana tra lui, il segretario della Lega, Matteo Salvini e il commissario regionale del partito in Sicilia, Stefano Candiani. Ovviamente i giochi sono fatti e la Lega continua il  “reclutamento” di politici, anche in Sicilia, in un’emorragia che fa presumere, specialmente al Comune di Palermo, il passaggio di altri nomi eccellenti nel partito del ministro dell’Interno.

Un Leoluca Orlando davvero “furioso” che risponde all’ultimatum del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che ha “invitato i comuni, entro il 31 luglio” e, quindi, gli amministratori “a firmare gli accordi con le quattro società che hanno partecipato al bando per l’invio fuori regione dei rifiuti: pena la loro decadenza”. In parole povere, Musumeci provvederà alla “rimozione” d’ufficio dei sindaci nel caso in cui non si attengano a queste disposizioni.

La notizia, che ha fatto arrabbiare parecchio Orlando, è stata riportata, questa mattina, dall’edizione online di Repubblica Palermo. Di fatto un vero e proprio siluramento politico di Orlando, che rischierebbe seriamente la poltrona di primo cittadino di Palermo.

“In materia di rifiuti, il governo regionale dice nella nota di replica Orlandorischia di essere governato, come sono stati governati i suoi predecessori negli ultimi vent’anni, da una struttura burocratica che ha da un lato favorito interessi speculativi più volte posti all’attenzione dell’Autorità giudiziaria e dall’altro causato gli enormi e gravi disservizi di cui sono stati e sono vittime i cittadini”.

E continua, aggiungendo a sua difesa: “non posso non ricordare che all’indomani dell’insediamento della struttura commissariale ho fornito per quanto riguarda la città di Palermo un dettagliato elenco di interventi e provvedimenti, di esclusiva competenza di quella struttura, che erano allora urgenti e possibili e sono oggi urgentissimi e necessari. La Regione non ha neanche risposto a tale nota, perché sia chiaro a tutti come la struttura commissariale sia fortemente indirizzata a tutelare e garantire gli interessi speculativi dei privati.  Lo conferma il disegno di legge regionale, in cui chiaramente emerge la volontà politica di sopprimere le poche realtà pubbliche esistenti privilegiando l’affidamenti ad un sistema privatistico contaminato e che, sulle spalle dei siciliani, potrà lucrare sempre di più, puntando alle città metropolitane e su Palermo dove l’esistenza di una partecipata interamente a capitale pubblico ha fino ad oggi escluso interessi speculativi dalla gestione dei rifiuti”.

E conclude affermando che “sia l’Anci, sia le diverse amministrazioni comunali stanno ricorrendo contro la folle ordinanza emanata dalla struttura commissariale. Un’ordinanza che oltre ad essere sbagliata nel merito contiene diversi profili di illegittimità nel merito: Basti pensare al fatto che viene chiesto ai Comuni di procedere in soli 15 giorni, in evidente violazione della normativa sugli appalti e quella anticorruzione, alla stipula di contratti per milioni di euro in un quadro del tutto incerto e poco trasparente per quanto riguarda modalità, tempi e costi di smaltimento dei rifiuti. Se proprio si vuole procedere su questa folle strada, che lo faccia la struttura del Commissario, assumendosene tutte le responsabilità.”

Una bella gatta da pelare, quindi, per Orlando che sembra avere, al di là degli aspetti meramente tecnici, un sapore esclusivamente politico. E la conseguenza potrebbe la paralisi, per molti comuni, dell’attività amministrativa. Anche se siamo sicuri che, a breve, potrebbe essere “operata” qualche correzione al provvedimento, magari con una deroga. Una sorta di messaggio subliminale, perchè in politica mai nulla viene fatto a caso. A questo punto non resta che aspettare e vedere cosa succederà nei prossimi giorni.

 

Tra presunte mozioni di sfiducia e dichiarazioni che descrivono il Comune di Palermo, come un ente ormai prossimo al fallimento, le forze politiche, soprattutto quelle di minoranza, sedute sugli scranni di Sala delle Lapidi, hanno “forse” dimenticato che basterebbe un gesto semplice: le dimissioni in massa per mandare tutti a casa. Ma il culto della seggiola è sempre là, che bussa alle proprie tasche, e fa sì che la razionalità abbia sempre il sopravvento sull’incoscienza.

Sì, perchè a volte bisognerebbe avere più coraggio delle parole. Tante parole, troppe parole, seppure legittimate dall’evidenza dei fatti. Che Palazzo delle Aquile attraversi un tunnel quasi privo di luce è un fatto inopinabile. E’ inutile ripetere e ripetersi. Su queste pagine abbiamo scritto della gravissima crisi finanziaria che attraversa: dalle aziende partecipate al fallimento ai rilievi del Mef; dalla relazione della Corte dei Conti ai tanti buchi neri, non ultimo quello dei 35 milioni che i vigili urbani ancora aspettano di vedere per i servizi svolti per strada.

Ma non è più sopportabile questo continuo stillicidio, seppure nell’esercizio democratico del ruolo che si ha quando si fa opposizione. In fondo in politica piaccia o non piaccia a vincere sono sempre i numeri. Quindi cari consiglieri se volete davvero compiere un gesto “politicamente nobile”, non pensate più a presentare mozioni in cui sareste sonoramente battuti, o a fare sermoni che sono il solito refrain stonato, ma dimettetevi in massa, se ne avete il coraggio di cui sopra.

Sappiamo bene che questo non accadrà mai, perchè staccare la spina, avendo ancora quattro anni di ossigeno, è come un delitto al quale trovare un alibi sarebbe impossibile. Noi, comunque, rimaniamo fiduciosi che il miracolo possa avvenire, ma almeno fatelo dopo il Festino perchè la “Santuzza” ha altre cose a cui pensare.

 

 

Ieri, Leoluca Orlando aveva attaccato Matteo Salvini definendolo “ossessionato” dai migranti: “Con la circolare inviata a tutte le Prefetture aveva detto il primo cittadino di Palermo  – appare sempre più chiaro il disegno dell’attuale ministro dell’Interno, che non soltanto è sempre più ossessionato, a livelli patologici, dall’idea che l’Italia sia una realtà interculturale, ma sempre più chiaramente appare indirizzato a tollerare se non addirittura ad agevolare nei fatti le cosche, la criminalità e quanti, nella presenza di cittadini migranti non regolari, vedono un’opportunità di arricchimento illecito”.

Il documento fatto  recapitare ai Prefetti e ai presidenti delle Commissioni riguarda il riconoscimento della protezione internazionale. Salvini, nella qualità di ministro dell’Interno ha chiesto, infatti, una velocizzazione nell’esame delle istanze e una stretta sulla concessione del permesso di soggiorno per motivi umanitari.  Da qui la polemica è servita. E oggi la pronta risposta di Matteo Salvini che su twitter ha scritto di voler “querelare il sindaco di Palermo”.

E non si è fatta attendere la replica di Orlando che sul social network ha detto: “Attendo la querela. Sarà un’occasione perché un giudice penale valuti la mia denuncia”. 

 

Sembra essere davvero una situazione “border line”, quella che vedrebbe l’Amat ad un passo dal fallimento. E dopo la denuncia di alcuni esponenti della minoranza in consiglio comunale, questa volta ad intervenire è Fabrizio Ferrandelli, leader dell’opposizione  a Palazzo delle Aquile.

“In una nota giunta stamattina all’Amat, si certifica una crisi strutturale irreversibile. Infatti dice Ferrandelliil settore delle società partecipate del Comune ha diffidato e messo in mora per 18.694.109 di euro l’azienda di trasporto pubblico della città, aggiungendo ai 6,4 mln di perdita dell’esercizio 2017 e alla vicenda ancora in ballo sui crediti e la perdita di 9 mln sul tram”.

Il messaggio è chiaro. L’ex candidato alla poltrona di primo cittadino, che sfidò un anno fa Orlando alle comunali del 2017, le manda a dire al suo avversario senza se e senza ma, come avevamo già ampiamente scritto sulle pagine di BloggadoSicilia. 

Secondo Ferrandelli “il rischio fallimento è sempre più reale, in quanto queste somme sono state già erogate e la società, per restituirle, dovrebbe averne disponibilità tra la liquidità. Cosa che dalle nostre evidenze non c’è. La situazione è peggiore di quanto da noi denunciato. Il presidente di Amat si è dimesso, l’azienda è al centro di una spartizione politica e non di un dibattito circa il risanamento ed il Sindaco favoleggia di altre linee del tram da realizzare”.

Infine, Ferrandelli ha chiesto la convocazione urgente del consiglio comunale e ribadito che “l‘amministrazione deve venire in aula per un confronto aperto e chiaro sul futuro dell’azienda. Siamo indignati che il nostro richiamo alle responsabilità, nel corso di questi mesi, non soltanto non sia stato ascoltato, ma perfino minimizzato”.

E intanto si aspetta la nomina del nuovo presidente dell’azienda, dopo le dimissioni di Antonio Gristina, che dovrà tentare di individuare quelle soluzioni che possano far sopravvivere un malato che sembra essere, purtroppo, in fase terminale.

Un assist al sindaco Orlando, quello del gruppo consiliare “Sinistra Comune” di Palermo, con il quale “si esprime soddisfazione per la decisione del primo cittadino di aprire una nuova fase politica per la città,  operando scelte  in modo collegiale e con il coinvolgimento delle forze politiche che lo hanno sostenuto”.
Un chiaro messaggio che, oltre alla condivisione politica sul metodo, ha come obiettivo reale, quello di  sollecitare Orlando per ottenere un ruolo all’interno dell’amministrazione comunale da parte di  Sinistra Comune. Tanto per capirci un posto nella giunta Orlando. Una strategia che, nell’imminente (almeno sembra così) operazione di rimpasto della giunta comunale, vede in pole position Giusto Catania, capogruppo consiliare di Sinistra Comune ed ex assessore alla mobilità di Orlando.
“Siamo certi – dicono i consiglieri consiliari di SC – che ciò avverrà allo scopo di rimettere al centro progettualità per trasformare Palermo. Questo metodo di lavoro dovrà essere valido non solo per il rinnovo dei vertici delle aziende  partecipate, ma anche per la nuova composizione  della giunta“. E proprio su BloggandoSicilia avevamo parlato delle mosse politiche del gruppo consiliare SC, che di fatto aveva rivendicato uno spazio nell’amministrazione attiva del Sindaco.
“Come ribadito, anche, nel corso dell’assemblea pubblica organizzata a maggio continua la notaquesto è un passaggio di fondamentale importanza e va consumato nel più breve tempo possibile. La visione della città e le sue esigenze hanno ben poco a che vedere con la spartizione di poltrone da ‘manuale Cencelli’ che qualcuno vorrebbe pretestuosamente intravedere”. 
E, infine, l’appello al Sindaco: “Confidiamo nella autonomia del primo cittadino e nella sua capacità di guidare la nuova fase  politica. Siamo sicuri che tutte le scelte saranno corrispondenti ai reali bisogni della città e risponderanno a criteri di autorevolezza professionale e ad indubbie qualità politiche”.
Adesso non resta che aspettare, oltre alle nomine dei presidenti delle partecipate, la lista degli assessori e vedere se questo lavoro di “pragmatismo politico” e di lenta cottura, avrà sortito gli esiti aspettati o innescherà altre micce per un’amministrazione che di problemi da risolvere ne ha fin troppi.

Una lettera ai dipendenti Amat per dire che soldi per gli stipendi non ce ne sono. L’ha inviata l’ex presidente dell’azienda di via Roccazzo, Antonio Gristina. Dunque, per la fine del mese i lavoratori non potranno ricevere lo stipendio, e nella missiva si legge chiaramente che “in attesa dell’erogazione delle somme, è necessario assicurare il regolare svolgimento di tutte le attività aziendali”. Come dire: l’ordine è lavorare gratis!

E su questa vicenda interviene la consigliera comunale Sabrina Figuccia (Udc): “Mentre i palermitani sono costretti alle fermate ad attese eterne sotto il caldo prima di poter prendere il bus, il sindaco Orlando cosa fa? Gioca con le figurine dei candidati a presidenti con l’unico scopo di accontentare un pò i partiti di “destra” e un pò quelli di sinistra, per cercare di tenere a galla la sua maggioranza”. 

“La sensazione – continua la Figuccia – è quella che prima di competenza e professionalità vengono sempre fedeltà e appartenenza ad una parte politica e a farne le spese sono però sempre cittadini e lavoratori. Insomma, a Palazzo delle Aquile va in scena la solita divisione delle poltrone, mentre quasi tutte le aziende comunali sono piene di debiti e i palermitani costretti a fare i conti con servizi inefficienti di una delle principali città europee”.

Una situazione  sempre più complicata, quella delle aziende, sia a livello politico che di tenuta finanziaria, anche se il sindaco Orlando, ne  abbiamo parlato su BloggandoSicilia, aveva rassicurato in consiglio comunale, parlando di “conti messi in sicurezza”. 

Adesso però la patata bollente passerà al nuovo presidente dell’Amat, essendo ormai Gristina un dimissionario, che dai giochi ad incastro dovrebbe essere in quota “Sicilia Futura” e più precisamente al nome di Domenico Macchiarella, ex consigliere di circoscrizione e vicinissimo al deputato regionale Edy Tamajo. Quindi non resta che aspettare questa new entry e sperare, nell’attesa, che i soldi per gli stipendi non siano come le lettere ordinarie: talvolta mai pervenute.