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Aveva partecipato al concorso fotografico#ContestGenioPalermo organizzato dal Comune di Palermo, con una foto-denuncia sulle condizioni di degrado in cui si trovava la macchina marmorea di Pietro da Bonitate del 1483 di vicolo Paterna, tanto per capirci “Il Genio del Garraffo” alla “Vucciria”. E persino il sindaco Orlando, come si vede nello scatto, aveva dovuto capitolare di fronte all’evidenza.

E’ Franco Lannino, storico fotoreporter palermitano, fondatore dell’agenzia fotogiornalistica “Studio Camera” e oggi impegnato ad occuparsi di un rifugio per animali, l’Ediga, che dal 1988 a Palermo si prende cura di gatti, abbandonati e maltrattati.

Ma la passione per gli scatti, che diventano storia, ma anche strumenti di denuncia, è sempre là. E’ come bussare ad una porta e trovarne davanti un’altra e ancora un’altra. Un effetto compulsivo che questa volta non è sintomo di malattia grave, ma anzi si traduce in una straordinaria raccolta di immagini fotografiche che, sul suo profilo facebook, ha dato vita all’hashtag #soloapalermoperchè solo a Palermo può accadere e in altri luoghi non sarebbe lo stesso.

Una carrellata di scatti virali che testimoniano come la nostra città, oltre all’inciviltà diffusa, mostri un aspetto più inquietante: quello dell‘indifferenza e dell’incuria pubblica.  E questo a noi non piace. Ci piace, invece, sapere che il “demone” del fotoreporter che è in Lannino sia vivo e vegeto. Quindi diremo: Franco continua…e non “uscire da questo corpo”.

#SOLOAPALERMO GALLERIA FOTOGRAFICA

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“Il sindaco Orlando è estraneo anche al suo partito, il PD, con cui si è unito esclusivamente per opportunità politica prima delle elezioni nazionali che a Palermo ha perso, dopo la debacle delle regionali”. L’attacco frontale ad Orlando è di Ugo Forello, capogruppo cinquestelle a Sala delle Lapidi e candidato Sindaco nel 2017 alle comunali di Palermo.

Orlando è ormai uno dei pochi esponenti della vecchia politica che resiste al potere da oltre trent’anni e, rispetto a tutto ciò, auspichiamo di cambiare, presto, pagina”.

“Il Sindaco – continua Forello – non pensi che le dinamiche nazionali, legate ad una legge elettorale scritta per bloccare i cinquestelle, e quindi un’eventuale intesa politica di governo tra M5S e PD, abbiano risvolti anche con lui a Palermo. Le dinamiche nazionali non hanno nulla a che vedere con la realtà locale in cui viviamo”.

Una dichiarazione che fa capire come tutto è in movimento, anche negli equilibri politici del Comune. E non dimentichiamo che l’anno prossimo si voterà per le europee, con la variabile che se a livello nazionale, in mancanza di un governo, si ritornerà alle urne, Orlando potrebbe scegliere la via per Montecitorio. O almeno tentarla.

“Noi abbiamo una responsabilità eccezionale che è quella di portare la Lega in Sicilia. L’ho detto e lo ripeto non ci serve una lega siciliana, ma una Sicilia leghista. Noi vogliamo cambiare il Paese dal Piemonte alla Sicilia”.

Con queste parole il neo commissario della Lega in Sicilia, Stefano Candiani, varesotto doc, (avevamo parlato di lui in questo articolo) ha presentato, questa mattina, durante un incontro con militanti e alla presenza del deputato nazionale Alessandro Pagano e di quello regionale, Tony Rizzotto, la proposta del partito di Salvini per la nostra isola.

Si è soffermato, anche, sulla necessità di creare una struttura territoriale, sia a livello comunale che regionale, perchè “con la Lega è possibile costruire un’alternativa politica”. Ha parlato di grande determinazione e di una prateria immensa da percorrere. E poi la sferzata agli alleati: “Se in Sicilia i cinquestelle hanno preso i voti è anche perchè il centrodestra non è più credibile e non riesce ad essere forza di governo seria”. E tanto altro che potrete ascoltare nel VIDEO qui sotto.

 

“Un bando costruito ad hoc dove non sono contemplate le piazze, malgrado Palermo sia piena di piazze che di fatto sono palcoscenici. Io non so chi ha ideato sta minchiata…sì una minchiata”. Parole durissime quelle di Daniela Pupella, figlia d’arte di teatranti palermitani, che attacca l’amministrazione comunale per aver pubblicato un bando, con il quale si “affiderebbero le attività teatrali e laboratoriali presso teatri o siti all’interno o in prossimità del percorso arabo-normanno”.

“Io non so – continua la Pupella – chi ha avuto sta pensata, ma il teatro in estate si fa in piazza e di piazze, specialmente nel centro storico, ne abbiamo di bellissime. Non si può creare un bando circoscritto, lo si deve estendere a tutte le maestranze locali, senza alcuna discriminazione”.

L’avviso, pubblicato sul sito del Comune di Palermo (cliccate qui per leggerlo), in effetti si presta a qualche dubbio, soprattutto quando parla di “proposte progettuali da realizzare presso teatri nella loro disponibilità sul percorso arabo-normanno”. Come voler dire che gli altri luoghi non sono adatti per rappresentare la Palermo dell’arte, della cultura e del teatro? Forse quest’ultimo può essere suddiviso in due categorie “agonistiche”, serie A e serie B?

Le domande sono spontanee e le indirizziamo al Comune, sperando in una correzione solerte del bando. Intanto non possiamo che “denunciare” lo sfogo su FB di Daniela Pupella che chiosa il post al grido: “Vergogna, vergogna, vergogna”.

 

E’ un fiume in piena Gianfranco Miccichè che, con un post su FB, prima si scusa per “aver esagerato in alcune affermazioni, spesso vengo frainteso, a volte non riesco a spiegarmi bene e forse, col mio modo di essere, posso avere offeso qualcuno anche senza volerlo”. E poi, invece, sferra un attacco durissimo contro coloro che definiscono “la politica un magna magna. Questi non sono altro che dei meschini”. Un’esternazione similare l’aveva già fatta nel 2104, (leggete questo articolo) dove diceva che  “con 4.000 mila euro non puoi vivere bene”. 

A loro non chiedo affatto scusa. Persone che illudono la gente, perché il loro consenso non vive di meriti, ma si nutre di sfiducia e calunnia. La politica è bellezza, è emozione, o almeno, così è per me. 

E continua affermando che non si scuserà mai, anche con quelli che hanno “inventato la favola per cui la politica si deve fare gratis. Non si può far politica ed esercitare pienamente, seriamente il proprio mandato e al contempo trovare il tempo di continuare ad esercitare la propria professione, vivendo solo di quest’ultima. Chi dice il contrario mente a se stesso e agli altri, strumentalizza le polemiche, alimenta esclusivamente l’astio e l’odio sociale. Fare politica è un lavoro a tempo pieno. Esattamente come per le altre professioni, si può essere un buon politico o uno scarso, un buon medico o uno superficiale, un bravo idraulico o uno incompetente. Dovrebbe semmai vigere un principio: un idraulico incompetente a fine mese non ha fatturato, così come un politico scarso a fine mandato resta a casa”.

E non si scusa ancora “con tutti quelli che, finché riguarda gli altri sono privilegi, ma se riguarda loro stessi allora sono diritti. Ipocriti, ipocriti, ipocriti; con tutti coloro che stanno distruggendo ogni briciolo di autorevolezza nella nostra società, gettando discredito sulle istituzioni democratiche, sul sistema scolastico e universitario, sul sistema sanitario, in nome di un nuovismo ad ogni costo”.  E alla fine scomoda pure Dostoevskij: “Tagliar teste è la cosa più facile, avere un’idea è la più difficile! 

Il presidente dell’Ars si rivolge anche a quelli che chiama professionisti dell’indignazione: “Ne vorrei vedere di meno e più, invece, gente che si emoziona perchè chi non è più in grado di meravigliarsi – e qui cita Albert Einstein – è come una candela spenta da un soffio”.

Certo tutte belle parole, in alcuni passaggi condivisibili, ma resta il fatto che la politica, a 360 gradi, è sotto scacco e la gente, purtroppo, alla canna del gas. E lo sforzo per essere credibile (mi riferisco sempre alla politica) è da numero algebrico.

“Le cifre parlano chiaro: Bisogna bloccare la follia del tramNon siamo in grado di sostenere economicamente la realizzazione di queste nuove linee e non possiamo obbligare i cittadini a ulteriori disagi, lavori e scavi che renderebbero la mobilità ancora più problematica”.

Il messaggio è chiaro, così come il destinatario che ha un nome e cognome: Leoluca Orlando. L’ex candidato alla poltrona di primo cittadino, che sfidò un anno fa Orlando alle comunali del 2017, le manda a dire al suo avversario senza se e senza ma. Fabrizio Ferrandelli attacca Orlando reo di “non avere nessuna progettualità sul tema della mobilità”.

“Abbiamo appena bocciato in commissione bilancio il piano industriale dell’Amat – aggiunge Ferrandelli – e proseguiamo con l’operazione ‘verità’ sui conti del Comune e delle sue controllate. I dati visionati e le proposte avanzate dal piano ci danno ancora una volta ragione e confermano che la nostra visione sul modello di mobilità del Comune, a partire dal piano economico dell’azienda dei trasporti, era ed è giusta e sincera”.

“Per questo motivo abbiamo bocciato il piano dell’Amat che prevede l’entrata in esercizio di una Ztl 2, per creare coperture economiche, che non sappiamo neanche se l’amministrazione intende istituire. Una copertura, quindi, al momento inesistente. Un piano assurdo che mostra ancora di più quanto non ci sia nessuna progettualità e soprattutto un disallineamento con la realtà. 

Ma il dato che preoccupa di più è quello relativo ai conti dell’Amat. “Nel piano è evidente che la situazione finanziaria sin dal 2014 è fortemente compromessa da crediti avanzati per 66 milioni di eurodice Ferrandelli – alla quale si aggiunge la perdita strutturale, dichiarata in questi giorni, di 10 milioni di euro”.

Un quadro sostanzialmente negativo per l’amministrazione comunale, che si lega fortemente all’accelerazione del Sindaco, in tema di rimpasto politico, annunciato in questi giorni dal primo cittadino ma rimasto al palo. Si attende che i partiti indichino i loro uomini da inserire nella giunta che di fatto avrebbe così una connotazione più politica. Ma non dimentichiamo che a dare il benestare sarà solo il professore. E chissà poi se i partiti, anche soltanto per qualche “seggiola”, vorranno prendersi questa gatta da pelare, con la Rap ad un passo dal fallimento, le altre aziende in uno stato comatoso, il bilancio 2018 da approvare e la città, per usare un termine ormai a perdere, senza alcuna visione.

 “Con 4.000 mila euro non puoi vivere bene”. A dirlo nel 2014 (ne avevamo parlato in questo articolo) era Gianfranco Miccichè, ex ministro di Forza Italia e oggi presidente dell’Ars, che proprio quell’anno fu candidato alle elezioni europee, senza poi essere eletto, non nascondendo che la sua candidatura nasceva anche da problemi economici: “Con tre figli, di cui due da far studiare lontano da casa, non è facile…”. Oggi, invece, intervistato ad un forum organizzato dall’agenzia Italpress il suo “mantra” è sul tema dei vitalizi.

“Siamo di fronte a un’altra follia assoluta aggiunge Miccichè -. Se non avessi avuto il vitalizio, nel periodo in cui non sono stato deputato, probabilmente sarei stato costretto a tornare a vivere con mio padre che ha 97 anni, in attesa di maturare i 67 anni per la pensione. E sarei stato costretto a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa. E’ questo che si vuole oggi dalla politica? E’ questo quello che vogliono i cinquestelle?”. 

“Credo che i deputati pentastellati stiano studiando un sistema per cui il vitalizio gli arriverà comunque, non dall’Assemblea Regionale Siciliana ma dalle assicurazioni. Con la minore contribuzione dovuta dal deputato in caso di taglio dei vitalizi stipuleranno delle assicurazioni. Ho detto al vicepresidente dell’Ars, esponente grillino,  Giancarlo Cancelleri,  di spiegarmi come faranno, possibilmente tornerà utile a tutti”.

“Finché il costo della politica sarà considerato uno spreco, fino a quando non si ricomincerà a capire che il costo della politica è un bene per il paese forse la finiremo con questo assurdo babbìo (scherzo, in dialetto siciliano) del taglia taglia… Una cosa è certa: se le condizioni fossero state quelle di oggi io non avrei lasciato il mio lavoro per fare politica. Non mi sarebbe convenuto… Mia moglie mi avrebbe lasciato”.

“Insomma bisogna capire che la politica ha una sua utilità e che i manager e i dirigenti più bravi vanno pagati di più. Sono le regole del mercato. Però, conclude Miccichè, se certa politica e certi giornali continuano a fare demagogia e ad attaccarmi io mi adeguo. Ieri sera mi trovavo in un locale e un signore mi ha aggredito verbalmente accusandomi di essere responsabile degli alti stipendi dell’Ars. Io mi adeguo, ma botte per strada non ne voglio prendere”. 

Un’ordinanza che certamente farà discutere e che, in piena emergenza rifiuti, sembra essere quasi un’operazione di distrazione di massa. Capiamo perfettamente la buona fede dell’amministrazione che, come riportato da un comunicato dell’ufficio stampa, intende “contrastare il fenomeno della prostituzione a sostegno delle vittime di violenza o di grave sfruttamento”. Ma il dubbio rimane e credo sia assolutamente legittimo da parte nostra sollevarlo.

Un provvedimento che prevede, nel caso di reato più grave, una multa da 400 euro che non sarà applicata alle persone che esercitano la prostituzione vittime di violenza o di grave sfruttamento o che si trovano in situazioni di gravità ed attualità di pericolo, ma ai clienti.

Quindi dal 16 aprile al 31 agosto, periodo per cui scatterà l’operazione antiprostituzione, sarà vietato, come recita la stessa ordinanza voluta dal sindaco Orlando, “l’abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo, ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione”; di richiedere informazioni e concordare prestazioni sessuali a pagamento; di eseguire manovre pericolose o di intralcio alla circolazione stradale”.

Le aree individuate, dove avranno validità i divieti, saranno quelle tra viale Regione Siciliana (tratto Calatafimi – Basile), via Ernesto Basile, via Lincoln, Foro Italico, via Roma, via Crispi, via Gaetano Daita e via Isidoro La Lumia e il parco della Favorita. L’ordinanza fa parte di un pacchetto complessivo unitamente all’attivazione di un tavolo tecnico ed al potenziamento dei servizi sociali per l’assistenza alle vittime della tratta. Quindi palermitani e non, siete avvisati perchè, qualche momento di pura trasgressione, potrebbe costarvi molto caro.

REAZIONI. E il gruppo consiliare di Sinistra Comune nei fatti boccia il provvedimento che “reputa non positivo perchè sembra più un’azione repressiva contro le persone, piuttosto che un’azione coordinata contro il fenomeno della tratta degli esseri umani. Riteniamo che una questione cosi complessa e delicata, con le sue implicazioni sociali, non possa essere inquadrata dentro le categorie del decoro urbano né possa essere affrontata con lo strumento dell’ordinanza. Sarebbe stato più utile predisporre un atto di indirizzo della Giunta con misure verificabili ed una serie di attività coordinate con le organizzazioni che operano nel settore”.

Un attacco durissimo con il quale addirittura vengono chieste le dimissioni del Presidente della Regione siciliana.

“Musumeci si vergogni. Prende in giro i siciliani facendo passare il messaggio che sul fronte rifiuti la situazione è sotto controllo”. A dirlo è il deputato regionale del M5S Giampiero Trizzino, smentendo l’approvazione da parte della giunta del piano regionale dei rifiuti.

“Musumeci sostiene di aver approvato il piano rifiuti? Nulla di più falso. In Sicilia non esiste alcun piano regionale dei rifiuti – attacca Trizzino – E’ stato adottato, ma non approvato, un provvedimento di carattere temporaneo, definito erroneamente per semplificare ‘piano dei rifiuti’, che non sblocca nemmeno un euro di fondi comunitari”.

“Addirittura – aggiunge il deputato pentastellato – questo provvedimento prima di cominciare a produrre i propri effetti, dovrà ottenere i pareri del Cga, dei Comuni e della commissione Ambiente dell’Ars. Insomma siamo all’anno zero, ci vorranno almeno otto mesi prima di un eventuale via libera”. “Musumeci si dimetta e smetta di prendere in giro i siciliani”.

Ne avevamo già parlato qui a BloggandoSicilia, ma adesso la vicenda dei 20 milioni destinati  ai servizi per strada dei vigili urbani di Palermo, si infittisce sempre più. Erano stati i consiglieri Sabrina Figuccia (Udc) e Igor Gelarda (M5s) a denunciare il fatto e ieri in consiglio comunale, dopo un lungo dibattito, il mistero non è stato risolto. Praticamente questi soldi sarebbero spariti e non ve ne è traccia. Come volatilizzati. Dove sono finiti?

Somme, dunque, che la polizia municipale doveva ricevere, ma mai arrivate realmente nelle loro tasche. E perché e in quali tasche siano arrivate è davvero un arcano, perché tra i documenti ufficiali (che alleghiamo qui sotto-cliccare per ingrandire) con “stranissimi asterischi a penna, anomale restituzioni di proposte di consiglio comunale, palesi differenze di importi – come afferma la consigliera Figuccia – non si è ancora giunti ad una reale soluzione”.

E anche il Ragioniere generale Paolo Basile, nel suo intervento in aula, ha definito tali procedure improprie e fantasiose. Una posizione, che fa capire come la confusione sia totale e se si leggono i documenti si capisce perfettamente che questi soldi sono inesistenti sia nel bilancio 2016 che in quello di previsione. Cancellati, ma non si sa dove “dirottati”.

Sono servite a niente le sedute di commissione, gli incontri, i tavoli tecnici e le task force, durante le quali è stato discusso il tema del cosiddetto fondo perequativo comunale, perchè non si è riusciti ad arrivare a capire cosa sia successo. “E questa amministrazione – ha aggiunto l’esponente dell’Udc a Sala delle Lapidi – troppo spesso nasconde i propri errori dietro improvvisati paraventi e temo proprio che presto tutti i nodi verranno al pettine”.

Critico anche il consigliere pentastellato Igor Gelarda: Abbiamo due esigenze in questo momento. Da un lato far ripartire il pagamento delle somme per il presente e per il futuro, e dall’altro sapere che fine abbiano fatto quelle passate. Siamo intenzionati ad andare fino in fondo, anche con un esposto in procura, per capire che valore abbiano queste certificazioni prodotte dal Comune, in considerazione che negli ultimi quattro anni nessuna somma è stata destinata agli uomini della polizia municipale. Vogliamo che la municipale torni un fiore all’occhiello della nostra città, garantendo la sicurezza dei cittadini e diventando polizia di prossimità”.

Questi 20 milioni “fantasma” rischiano di aggiungersi ai tantissimi problemi che il Comune non riesce più a governare, e a quello non meno vergognoso dei rifiuti che in questi giorni sta di fatto, e senza eufemismi o giri di parole, violentando la città.