Il silenzio imbarazzante di Giorgia Meloni alle parole di Elon Musk, che attacca frontalmente i giudici italiani, rispondendo ad un post su X, traccia la linea ben definita del nuovo corso mondiale e, di fatto, emargina ancora di più il nostro paese ormai colonia di questo o di qualsiasi altro Paese. Altro che sovranità nazionale tanto sbandierata dalla premier. Qui siamo di fronte ad un’ingerenza su un potere autonomo dello Stato, di cui (vedi Csm) il presidente della Repubblica Mattarella ne è capo supremo. Quindi, un attacco anche alla prima carica dello Stato nella genuflessione più assoluta di una classe politica italiana ormai piegata a chi dà le carte o al figurante di turno.
Tutto nasce dalla decisione dei giudici italiani all’ennesimo rimpatrio dei migranti dall’Albania che, a dire del magistrato Andrea Natale della sezione Protezione Internazionale di Torino, trattasi di una “scelta del tribunale di Roma che non sorprende affatto. La Corte di giustizia europea ha detto chiaramente che alla luce della normativa Ue il giudice ha il dovere, il potere e la responsabilità di decidere se un Paese sia sicuro”.
Quindi tutto legittimo, ma ovviamente contro la narrazione di chi ha costruito una politica contro i migranti, utilizzandoli come arma di distrazione di massa. Se vediamo (basta leggere ciò che abbiamo scritto – clicca qui) come l’Italia si sia ridotta: famiglie sempre più povere e indebitate. Il 13 per cento arriva a fine mese con grandi difficoltà, possiamo immaginare che i problemi di casa nostra sono ormai diventati un optional.
La premier, che in modo palese si è mostrata in pubblico con il fondatore di Tesla paventando “affari che riguardano il governo italiano e lo stesso Musk” (vedi patto segreto per i satelliti svelato dall’inchiesta Sogei), è la cartina di tornasole, dunque, di questo mutismo. Proprio adesso che al potere negli Usa è arrivato Donald Trump, di cui ricordiamo Elon Musk è uno, se non l’unico grande finanziatore economico della campagna elettorale. Quindi si evidenzia un tema delicato che tocca diversi piani: quello politico, giudiziario e conseguentemente il dibattito sulla gestione dei migranti.
Infatti, l’accordo Albania-Italia, che prevede il trasferimento di migranti in centri di accoglienza nella stessa Albania, ha sollevando aspre critiche da parte di attivisti e opposizione, che lo considerano una delega dei propri doveri internazionali. La posizione ferma di Meloni sul tema migratorio sembra volere soddisfare la base elettorale, ma rischia di sollevare nuove tensioni sul piano internazionale, soprattutto se associata a critiche come quelle di Musk che, in questi termini, risultano essere inaccettabili per qualsiasi paese si definisca autorevole e democratico.
E possiamo anche immaginare l’insofferenza del Capo dello Stato, che proprio in questi giorni si è recato in Cina per ricucire quello strappo causato dalla rottura, ad insediamento avvenuto del governo Meloni, della “Via della Seta”. Un ruolo da “Penelope” di Mattarella, svilito da una compagine governativa che guardando soltanto al consenso, per paura di perderlo, rischia di finire in un cono d’ombra in un Paese, ricordiamolo sempre, dove parte degli italiani, quelli non fortunati, hanno serie difficoltà a mettere il pranzo con la cena.
(fonto foto Il Gazzettino)