Putin continua ad attaccare l’Unione europea, rea a suo dire di aver adottato pesanti sanzioni contro la Russia. Lo “zar” utilizzerebbe, dunque, il gas come arma di ricatto.
“I cosiddetti partner dei Paesi ostili – dice lo zar del Cremlino – ammettono di non poter fare a meno delle risorse energetiche russe, compreso il gas naturale, per esempio. I suoi sostituti ragionevoli per l’Europa semplicemente non sono disponibili ora. Sì, è possibile, ma ora non è disponibile. Tutti lo capiscono. Semplicemente non ci sono volumi gratuiti sul mercato mondiale. E le consegne da altri paesi, principalmente dagli Stati Uniti, che possono essere inviate in Europa, costeranno ai consumatori molte volte di più”.
Un’altra dichiarazione più che esplicita di Putin, che tenta ulteriormente di mettere all’angolo l’Europa e costringerla a comprare il gas russo. Una situazione che pone, ovviamente, delle riflessioni ma soprattutto alle soluzioni da trovare che, purtroppo, non saranno e non potranno essere immediate.
Continua il sali e scendi dei due partiti che si contengono da mesi il primo posto: Partito democratico e Fratelli d’Italia E’ il sondaggio di Euromedia Research a dare questa valutazione e reso noto da un comunicato di Porta a Porta. Il Pd, dunque, si conferma primo partito italiano con il 21.7% (+0.1 dall’ultimo dato del 22 marzo scorso), seguito da Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni con il 21.5% (+ 0.1%). La Lega di Salvini, invece, si attesta al 15.9% (-0.4%), collocandosi alla terza posizione.
Quarto il M5S con il 12.3% (-0.2%), poi Forza Italia all’ 8.5% (+0.4%), seguita da +Europa-Azione che scende al 4.7% (-0.1%). Per l’Italia con Paragone-Italexit sale al 3,5% (+1,2%), mentre Italia Viva si attesterebbe al 2.3% (-0.2%). Sale al 2,1% la Federazione dei Verdi (+0,1%), a seguire Mdp-Art 1 va all’1.9% (+0.1%). Sinistra Italiana cala all’1.5% (-0.1%).
Infine altri di centrodestra risultano all’1.1% (-0,1%). Il sondaggio ha anche dato un valore complessivo agli schieramenti: il Centrodestra (FdI-Lega-FI-altri di centrodestra) raggiungerebbe il 47%, mentre il Centrosinistra (Pd-M5s-Mdp-Art1-Si) il 37.4%. Gli altri di Centrosinistra (+Europa-Azione-Italia viva-Verdi) hanno complessivamente il 9,1%. Restano altri non coalizzati che raggiungono il 3% e Per l’Italia con Paragone-Italexit al 3,5%.
“Via la mascherina al chiuso da maggio? Vediamo come va il mese di aprile ma dato che le cose vanno bene non vedo problemi sul rimuovere progressivamente le mascherine. Francamente credo che il mese di maggio vedrà la rimozione della mascherina al chiuso”. E’ quanto ha dichiarato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri.
Parole pesanti come le pietre, quelle del Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, contro Vladimir Putin. E attaccando direttamente il capo del Cremlino parla dello “zar russo” come di “un dittatore che commette un genocidio”.
“Il vostro bilancio familiare, la vostra capacità di fare il pieno – aggiunge Biden nel corso della visita in Iowa, parlando dell’aumento dei prezzi dei carburanti – niente di tutto ciò dovrebbe dipendere dal fatto che un dittatore dichiari guerra e commetta un genocidio dall’altra parte del mondo”.
Finora il presidente americano aveva parlato di crimini di guerra, ma non di genocidio. Il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, nei giorni scorsi aveva specificato che “vediamo atrocità, crimini di guerra, ma ancora non vediamo un livello sistematico di deprivazione della vita del popolo ucraino che arriva al livello di genocidio”.
Interpellato domenica scorsa dalla Cnn, Sullivan aveva detto che non è importante l’etichetta di genocidio o no, “quanto il fatto che queste sono azioni crudeli e criminali, alle quali bisogna rispondere in modo deciso”.
Il presidente americano nelle scorse settimane aveva definito il presidente russo “criminale” e “macellaio”.
La crisi economica morde l’Italia e le previsioni sono tutt’altro che rosee. Per quest’anno di ripresa del Pil, a causa della crisi ucraina, non se ne parla: “il ritorno dell’Italia ai livelli pre-pandemia slitta dal secondo trimestre di quest’anno al primo del prossimo”. A denunciarlo è Confindustria nel rapporto di previsione del Centro studi di viale dell’Astronomia, sottolineato anche dal presidente dell’associazione industriali, Carlo Bonomi.
Il rapporto spiega che “nei primi due trimestri l’economia italiana entrerebbe in una “recessione tecnica”, seppur di dimensioni limitate, non pienamente compensata dalla ripresa attesa nella seconda metà dell’anno. A ciò farebbe seguito una crescita di +1,6% nel 2023, grazie a un profilo del Pil interamente crescente nel corso dell’anno”.
Guerra in Ucraina
La guerra in Ucraina le speculazioni e l’aumento dei prezzi energetici e dell’inflazione strozzano nella culla quel poco di ripresa economica dopo la devastazione delle restrizioni anti Covid. “L’andamento del Pil italiano nel 2022 risulta molto meno favorevole di quanto precedentemente stimato: quest’anno si registrerebbe un incremento del +1,9%, con un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti) rispetto allo scenario delineato lo scorso ottobre, prima dei nuovi shock, quando tutti i previsori erano concordi su un +4,0%”. Confindustria precisa che “la variazione positiva nel 2022, peraltro, è interamente dovuta a quella già acquisita a fine 2021 (+2,3%) grazie all’ottimo rimbalzo dell’anno scorso”.
“Gli effetti della crisi a livello globale sono fortemente diseguali tra aree e settori, in base alla vicinanza al conflitto, alle dipendenze da petrolio, gas e altre commodity e, in generale, alle connessioni produttive e finanziarie con i paesi direttamente coinvolti nella guerra (Russia, Ucraina e Bielorussia). Tra le principali macroaree, l’Unione europea è quella più colpita, come segnalano il deprezzamento dell’euro e le perdite registrate nelle principali piazze finanziarie nei primi giorni del conflitto”. Tra i settori, secondo Confindustria, “sono più coinvolti quelli energivori, come metallurgia, chimica, ceramica e vetro, e altri comparti fortemente internazionalizzati come i mezzi di trasporto (autoveicoli, aeromobili, imbarcazioni)”.
“Lo scenario globale è dominato dalle estreme tensioni e incertezze generate dall’invasione russa in Ucraina. L’impatto sull’attività economica agisce come uno shock di offerta profondo, al momento difficilmente quantificabile, perché il quadro è in continua evoluzione”, evidenzia Confindustria. La crisi militare, precisa il rapporto, “si innesta su un quadro già reso difficile dal perdurare della pandemia, delle pressioni al rialzo sui prezzi di varie commodity e dei colli di bottiglia in alcune catene di fornitura globali”.
(fonte il primatonazionale.it e serenissimoveneto.it)
E’ una notizia che già da tempo girava nel web, ma che ancora non trovava conferma da una fonte ritenuta attendibile. Questa volta è il sito indipendente russo Proektad affermare che Vladimir Putin è seriamente malato.
“Abbiamo promesso di svelarvi il segreto principale del Cremlino. Certo, stiamo parlando della salute di Putin. Il ‘progetto’ ha trovato un elenco di medici personali che accompagnavano il presidente russo nei suoi viaggi. I dettagli sono nella nostra indagine”, scrive proprio Proekt nel lanciare la notizia: Putin soffre di cancro alla tiroide.
Sul portale appare quindi un dettagliato articolo scritto in russo. Adesso sarà importante capire se la notizia verrà confermata da altre fonti investigative, ma questa volta l’attacco al presidente russo arriva direttamente dal suo Paese e non dall’Ucraina.
Nell’articolo di Proekt si elencano i medici che hanno assistito Putin. I medici tra cui Alexei Shcheglov, Yaroslav Protasenko e Yevgeny Selivanov, avrebbero visitato in passato Putin per un lungo periodo, quando “apparentemente aveva problemi alla schiena“, e in tempi più recenti lo zar avrebbe chiesto il supporto di “uno specialista in cancro alla tiroide che è andato a trovarlo 35 volte in quattro anni a Sochi, nella sua residenza”. Si tratta appunto del medico endocrinologo del Central Clinical Hospital di Mosca, EvgenySelivanov. Il Cremlino, si legge ancora nell’articolo, avrebbe iniziato a nascondere informazioni sulla salute del presidente da anni, anche quando si ferì alla schiena dopo una caduta da cavallo.
La notizia è rilanciata anche da Radio Svoboda: il presidente russo Putin è spesso visitato da un medico specializzato nel trattamento chirurgico del cancro alla tiroide. Non è servito molto perché il Cremlino negasse tutto. Mosca ha subito smentito le indiscrezioni sul fatto che Putin avrebbe un cancro alla tiroide. Il portavoce del Cremlino, Dmytry Peskov, secondo quanto riporta la Pravda Russa, ha detto che “il fatto non è vero: Putin non è malato“.
Quanto accaduto a Roman Abramovich, il magnate russo da sempre vicino a Putin, l’uomo che si muove nell’ombra per tentare di ottenere la fine della guerra, sembra essere rimasto “vittima” del modus operandi che lo zar del Cremlino destina ai suoi oppositori.
Secondo quanto scritto dal “Wall Street Journal” il miliardario russo e i negoziatori di pace ucraini hanno sofferto sintomi di sospetto avvelenamento dopo l’incontro tra il 3 e il 4 marzo scorsi che si è svolto al confine tra Ucraina e Bielorussia. Abramovich e altri due negoziatori, che durante le trattative hanno fatto la spola tra Mosca, Lviv e altre sedi negoziali, hanno sviluppato sintomi che includevano occhi rossi, lacrimazione costante e dolorosa e desquamazione pelle dei loro volti e delle mani.
Il quotidiano newyorkese ha affermato che le condizioni delle persone coinvolte sono poi migliorate e che non sarebbero più in pericolo di vita. Gli esperti occidentali che si sono occupati del caso hanno detto che è difficile determinare se i sintomi siano riconducibili ad un agente chimico o biologico o da una sorta di attacco da radiazioni. Secondo alcune ipotesi l’avvelenamento sarebbe stato progettato da ambienti moscoviti che volevano boicottare le trattative e porre fine al conflitto.
L’antica cultura giapponese raccontata attraverso una miscellanea di antico e moderno, dove tradizioni ancestrali convivono in perfetto equilibrio con influenze contemporanee. Il Paese del Sol Levante, isolato per secoli dal resto del mondo, poggia le sue fondamenta su un insieme di valori che attribuiscono la massima importanza all’armonia sociale, al rispetto e all’educazione verso il prossimo. Infatti, non a caso la gentilezza dei giapponesi è famosa in tutto il mondo.
Il Giappone è custode di una cultura molto antica, le cui origini risalgono addirittura al 13.000 a.C. e tuttora influenzata dalla religione shintoista locale, dal buddismo e dal confucianesimo. Ma non è una terra che guarda solo al passato. Sebbene legata ai suoi usi e costumi tipici, è estremamente proiettata verso il futuro e l’avanguardia tecnologica. Ed è proprio questo incontro tra due mondi che rappresenta il cuore della cultura giapponese moderna, capace di rendere il Giappone un luogo affascinante e unico nel suo genere.
Il rito della cerimonia del tè
Per capire quali sono le caratteristiche della cultura giapponese c’è una parola che occorre assolutamente conoscere: omotenashi, ovvero “prendersi cura degli ospiti con tutto il cuore”. Il termine è un microcosmo del Paese stesso, che rappresenta la mentalità giapponese dell’ospitalità incentrata sulla cura piuttosto che sull’aspettativa. Girovagando per il il Paese del Sol Levante sarà normale avere a che fare con sorrisi e inchini (più profondo è l’inchino, maggiore è il rispetto che si prova per l’altra persona), specialmente in occasione di esperienze culturali come i ryokan (locande in stile giapponese), kaiseki (banchetto giapponese) e sado (cerimonia del tè). L’ omotenashi incarna l’essenza dell’accoglienza tipica giapponese che punta a garantire la migliore esperienza possibile per l’ospite. Questo incredibile senso di ospitalità inizia ad ogni porta. Quando entrate nei negozi o nei ristoranti, aspettatevi di sentire il caloroso benvenuto in giapponese: “Irasshaimase”. Un educato cenno del capo o un sorriso è tutto ciò che dovete offrire in cambio.
Tipica accoglienza giapponese (omotenashi)
Sebbene lo stile di vita giapponese sia stato occidentalizzato di recente, i giapponesi fanno ancora tutto il possibile per preservare il loro ricco patrimonio culturale praticando la cerimonia del tè, indossando kimono e studiando arti e mestieri tradizionali fin dalla prima infanzia.
L’arte giapponese di disporre i fiori, detta kado, o, come è più comunemente nota, ikebana, implica un calcolo meticoloso e un profondo senso artistico. Ikebana significa letteralmente “rendere vivi i fiori” o “dare vita ai fiori”. Durante il periodo Heian, i sacerdoti che si occupavano della sistemazione degli altari erano chiamati ikebono e sono i primi maestri conosciuti ad aver sviluppato il modo migliore di disporre i fiori. L’ikebana ha regole basilari influenzate dalla semplicità e dal minimalismo del buddismo. C’è anche un aspetto spirituale coinvolto quando si sente la connessione con la natura nell’atto, fornendo relax per il corpo, la mente e l’anima. L’arte di creare un “mondo” o una “storia” all’interno dell’opera è straordinariamente profonda, ed è qui che risiede il fascino dell’ikebana.
L’arte giapponese di disporre i fiori (Ikebana)
La cerimonia del tè giapponese consiste nel preparare e bere il tè matcha in modo cerimoniale utilizzando utensili tradizionali. Un rito raccontato in moltissimi libri in Giappone, che va ben oltre il semplice consumo della bevanda, in quanto segue un codice di comportamento molto preciso. Lo scopo della cerimonia del tè giapponese è infatti creare un legame tra il padrone di casa e l’ospite ma anche ottenere un momento di pace interiore nella frenetica vita quotidiana. Durante la cerimonia, infatti, i partecipanti praticano silenzio, rispetto, consapevolezza e purificazione simbolica: obiettivi che vengono raggiunti anche durante la realizzazione e la contemplazione dei tipici giardini Zen giapponesi. Sebbene alcuni giapponesi ad oggi eseguano la cerimonia del tè solo come un hobby, la maggior parte delle persone la considera ancora una forma di arte tradizionale, conosciuta come l’arte del tè.
L’arte giapponese del Kimono
L’indumento tradizionale giapponese è il kimono, caratterizzato da maniche ampie e lunghe per far passare il vento e raffreddare il corpo nei caldi giorni d’estate. Realizzato tradizionalmente in seta e indossato da oltre 1000 anni, ogni kimono presenta un motivo ispirato ai simboli della cultura giapponese. Qualche esempio? Le gru rappresentano la longevità, i pini simboleggiano il nuovo anno, mentre il fiore di crisantemo indica la famiglia imperiale. Consiglio: per chi ha voglia di portare un pizzico di oriente nella propria vita, il kimono rappresenta certamente un capo super versatile da tenere sempre nell’armadio.
Da lunedì 14 marzo, in 18 città italiane, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza verranno dotati di 4.482 armi a impulso elettrico: i cosiddetti Taser.
“L’utilizzazione dell’arma a impulsi elettrici da parte degli operatori delle forze dell’ordine, costituisce un passo importante per ridurre i rischi per l’incolumità del personale impegnato nelle attività di prevenzione e controllo del territorio”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, sottolineando come “grazie all’adozione del dispositivo, potranno essere gestite in modo più efficace e sicuro le situazioni critiche e di pericolo”.
La titolare del Viminale, Luciana Lamorgese
“L’operatività del nuovo strumento – ha aggiunto la titolare del Viminale – segue uno specifico periodo di sperimentazione e un ciclo di formazione degli operatori in grado di garantire che la sua utilizzazione avvenga nel rispetto delle condizioni di sicurezza tenuto conto dei soggetti coinvolti e del contesto ambientale”.
“Viviamo in una situazione drammatica e non possiamo più permetterci di produrre in perdita, non ce la facciamo più. Inevitabilmente dovremo ricorrere alla cassa integrazione”. E’ il duro monito lanciato dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dall’assembla di Confindustria Salerno, sulle materie prime e costi dell’energia esploso con la guerra in Ucraina.
E sulla stima di 400 milioni di ore di cig e in merito alla politica energetica, parla di “decenni di errori, senza guardare qual era realmente l’obiettivo del Paese”. Un attacco, dunque, a tutto tondo contro la politica “che ci ha spinto in quella direzione. Il conto lo paghiamo noi, lo paga sempre l’impresa italiana, lo pagano sempre gli imprenditori”.
“Intanto in Russia, dice il leader degli industriali parlando alla platea di imprenditori, operano 447 imprese italiane. Un fatturato di 7,4 miliardi, uno stock di investimento di oltre 11 miliardi, di cui nessuno parla. Imprese abbandonate a se stesse. Nessuno sta pensando a loro”.
Bonomi ribadisce anche come oggi, di fronte a nuove sfide, la dipendenza dal gas dalla Russia, la crisi dei prezzi delle materie prime, vanno messe in campo “misure necessarie ma che non sono coperte dall’attuale Pnrr.”
“Bisogna varare un Pnrr aggiuntivo. Forse lo dobbiamo sfruttare in maniera diversa, dobbiamo cambiare gli obiettivi. E dobbiamo cambiare anche la scadenza temporale. Perché è impensabile realizzare il Pnrr, anche mantenendone l’impianto attuale, se non abbiamo le materie prime o ci costano di più, se non abbiamo l’energia e quella che arriva costa di più. E’ inutile persistere su obiettivi – conclude il presidente di Confindustria – che oggi non sono più funzionali al paese, bisogna avere il coraggio di cambiare”.
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