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IL LIBRO DELLA SETTIMANA
“Le colpe nel sangue”
 
 
 

Romanzo 
Autore
Gina Emanuela Sorace
Editrice
La trama. Roberto deve ritrovare Vassilij, ma di quell’uomo, al quale è legato da una vita, non c’è più nessuna traccia. La ricerca non è facile, i ricordi e i rimorsi del passato si fanno sentire prepotenti.
Chi è oggi Vassilij ? Chi è stato veramente ? Che aspetto ha ? Una folle corsa contro il tempo, bisogna trovarlo prima che sia troppo tardi. Dopo quaranta anni Roberto ha vinto tutto. Vassilij, invece, è sparito. Cercare la verità significa incontrare la morte.
Meglio mentire. Meglio ancora non sapere……
Un libro intenso, scritto con pathos, a tratti “visionario”, costruito sui confini delle verità, delle sofferenze e delle paure nella consapevolezza che per giungere a quelle verità si può perfino uccidere.
Biografia autrice. Gina Emanuela Sorace, pugliese, nata a Bari nel 1980. Dopo una breve esperienza, in alcuni studi legali, si dedica alla professione di insegnante privata in ambito universitario. La passione per la scrittura la porta a pubblicare nel 2011 il suo primo romanzo giallo, “Il rifiuto del sì” e nel 2013 “Solitudini”. Vive attualmente a Foggia.

 

di Gaetano Càfici. Per molte volte, fin troppe volte, abbiamo assistito,  tristemente,  alla posa di una lapide, di un cippo marmoreo, di una stele, in ricordo di un martire, di un eccidio, di un barbaro assassinio. Rito che, nel rispetto doveroso di chi ne è stato vittima, ogni anno viene ripetuto con la commemorazione e il ricordo. Ovviamente nessuna obiezione, la memoria va sempre onorata per far sì che ognuno di noi non dimentichi mai !
Quello che, invece, di straordinario è accaduto, in un luogo dove si è privati della propria libertà, non è soltanto lo spazio famiglia  inaugurato nella Casa circondariale di Trapani, in memoria dei fratellini Asta, vittime con la madre, nel lontano 1985 a Pizzolungo, della violenza della mafia, ma l’aver coinvolto i detenuti per realizzarlo.
 
Un’iniziativa encomiabile che consentirà alle famiglie dei reclusi di avere a disposizione, per i propri figli, un’area ludica, con dondolo, altalene e un piccolo “castello incantato”, dove i piccoli potranno vivere il momento di incontro con più serenità. 
 
Otto sono stati i detenuti della sezione “protetti”che, dopo un corso di artigianato artistico di 600 ore, organizzato all’interno della struttura carceraria dall’associazione Euro di Palermo e finanziato con circa 80 mila euro della Regione e del Fondo Sociale Europeo, hanno creato sul muro “della rinascita” un’imponente raffigurazione di circa 4 metri per 20, di una scena a sfondo biblico tratta dal libro di Isaia.
 
Un fortissimo significato simbolico, che dà il “vero senso” alla detenzione come strumento di rieducazione e di speranza, assieme al pensiero di quelle morti innocenti che, in questo modo, non sono state inutili.
Per una volta, questo  luogo di memoria e di giochi, varrà la pena “commemorarlo”non ogni anno, ma ogni giorno. 
IL LIBRO DELLA SETTIMANA. “È già mattina” di Alberto Samonà
“É già mattina”
Romanzo (una storia vera)
Autore
Alberto Samonà
Editrice
Bonanno (www.bonannoeditore.com)
La trama.Ci sono storie che vanno raccontate e che consentono di far aprire cassetti che sembravano essersi serrati per sempre.
Il libro di Alberto Samonà, intitolato “È già mattina – Storia di Alessandrina, la bambina che visse due volte”, è una testimonianza di un mondo, di cui ormai si è persa memoria, ma che esiste al di là dei secoli. È la Palermo del periodo di fine Ottocento, con le sue atmosfere e le sue speranze, ma è anche la storia di una città in rapido mutamento, che entra nel ventesimo secolo, lasciandosi alle spalle la Belle èpoque e i suoi sogni.
Dietro a queste realtà visibili c’è anche il non detto e c’è la storia principale del libro, a metà strada fra il romanzo storico e il saggio. Al centro della vicenda narrata, un presunto caso di reincarnazione avvenuto in una famiglia nobile del capoluogo siciliano, che a quel tempo destò l’interesse degli studiosi, dei giornali e delle riviste scientifiche.
Alessandrina è il nome della protagonista, nata e vissuta per i primi ventisette anni di vita a Villa Ranchibile, dal 1937 sede dell’Istituto salesiano Don Bosco di Palermo, ma prima della sua repentina cessione dimora aristocratica e sede abituale di sedute spiritiche.
Secondo il libro, che riporta date e nomi reali e che narra di una storia vera, la piccola Alessandra fu dipinta dagli adulti del tempo come la reincarnazione della sorellina, morta a cinque anni per una grave forma di meningite. Un caso che allora venne studiato dallo stesso padre della piccola, infaticabile ricercatore nel campo dell’occulto, il quale raccolse una serie di elementi che avrebbero confermato questa tesi. Di tale periodo, restano diari e testimonianze che l’autore ha messo insieme in questo avvincente libro.
Alberto Samonà (1972), giornalista, vive e lavora a Palermo. Scrive per il quotidiano Libero. Ha scritto per diversi quotidiani e periodici. Ha pubblicato libri ispirati al ‘pensiero tradizionale’ e alla conoscenza di sé: Le colonne dell’eterno presente (2001), La Tradizione del sé (2003), Il padrone di casa (2008), Giordano Bruno nella cultura mediterranea e siciliana dal ‘600 al nostro tempo (2009). Bent Parodi.Tradizione e Assoluto(2011). Per il teatro ha scritto e diretto gli spettacoli Un fiamma a Campo de’ Fiori e L’oro del cavaliere. Ha inoltre scritto i testi teatrali Le notti di Casimiro, ispirato alla figura del pittore Casimiro Piccolo, e Arcani maggiori. Dal suo racconto La bambina all’Alloro, il cantastorie irakeno Yousif Latif Jaralla ha tratto lo spettacolo Le orme delle nuvole
di redazione. Vi ricordate il film americano “La strana coppia”,  in cui l’indimenticabile, Walter Matthau (nel ruolo di Oscar Madison) scapolo ostinato offre ospitalità all’amico Jack Lemmon(Felix Ungar) da poco separato dalla moglie? Una convivenza che in seguito si rivelerà un vero e proprio disastro.
In scena, nel palcoscenico della politica siciliana e non solo, un singolare remake di quella pellicola: protagonisti Angelino Alfano (Ncd) e Pier Ferdinando Casini (Udc), quest’ultimo per il tramite del suo plenipotenziario in Sicilia, Gianpiero D’Alia.
La trama: una forzata convivenza per far sì che alle elezioni europee di maggio, il previsto sbarramento del 4 per cento possa essere superato, pena l’esclusione dei due partiti transfughi del centrodestra dagli scranni di Bruxelles.  
Un matrimonio combinato, ma soprattutto dettato dagli impietosi sondaggi che danno il partito di Angelino al 3.6 per cento e quello di Casini al 2.5. Una vera débacle, che se confermata, sarebbe non solo una disfatta alla Waterloo, ma anche la morte politica degli stessi Alfano e Casini.
Quindi sto matrimonio “s’ha da fare”, ma soltanto con la benedizione di “Don Abbondio” alias il Cavaliere di Arcore che attende il ritorno all’ovile del figliol prodigo Angelino, ma anche “dell’orrido” Casini (così lo apostrofò nel salotto di Vespa). Pontiere dell’operazione e forse testimone di nozze, l’ex presidente del Senato Renato Schifani (Ncd) che si dice “certissimo che questa alleanza elettorale si farà!”. Ma pezzi di Ncd sono molto scettici, anche perché credono che alla fine Casini, da sempre giocoliere di se stesso, opterà per Silvio. Tutto, dunque, ancora in alto mare.
E non si ha neanche traccia del simbolo che, inevitabilmente, dovrebbe comprendere sia la sigla Ncd, che quella Udc. Si parla di Libertas, ma alcuni democristiani doc (diciamo gli ultimi Mohicani di centro) hanno storto il naso. La storia della Dc è troppo ingombrante ed intoccabile.
In campo i migliori creativi, anche se siamo in periodo di spending review, ai quali vorremmo dare un umile consiglio: qualsiasi sigla partorirete, ricordatevi che le facce sono sempre le stesse e nasconderle sarà davvero da missione impossibile. Confidiamo nel miracolo!

“Quattro giorni, tre notti”

Narrativa (una storia vera)
Autore
Daria Cozzi
Editrice
Pendragon (www.pendragon.it)
La trama.  “Da quanto siamo qui? Un’ora? Forse due… non so… non mi importa… Apri gli occhi tesoro! Aprili, ti prego, almeno una volta, una sola volta ancora e guardami. Aspetto, e se tu li aprirai io sarò qui. Ci guarderemo dentro e in quello sguardo ci sarà tutto di noi, ancora una volta, come sempre… Non posso pensare di lasciarti andare senza averti guardato così ancora una volta”…  
Singapore, una vacanza che si trasforma in un addio. Lui è colpito da una violenta emorragia cerebrale, lei gli rimane accanto sapendo che dovrà lasciarlo andare. Al capezzale del compagno per quattro giorni e tre notti, la donna racconta i trent’anni di vita che hanno preceduto il loro incontro, ripercorrendo le tappe che hanno segnato un percorso interiore costellato di prove, conquiste, cambiamenti, ricerca. Così, oltre il dolore, si intravede il pulsare di una luce che illuminerà la strada di chi resta.
Un’emozionante incursione nel misterioso territorio che divide la vita dalla morte, una storia vera di amore, sconfitte, vittorie, perdite, speranze, amicizia, fede, ma soprattutto un gioioso inno alla vita.
Fonte (ebook.it)
Biografia autrice. Daria Cozzi, triestina, laurea in Scienze psicologiche, si interessa da sempre al delicato equilibrio tra la mente e il corpo. La sua sensibilità la spinge a scandagliare quella parte della coscienza che spesso rimane nell’ombra, aiutando ad entrare in connessione profonda con gli straordinari strumenti vitali che tutti, spesso senza saperlo, possediamo. Questo e’ il suo primo romanzo.
note: il ricavato del libro sostiene i pazienti colpiti da ictus e le loro famiglie.
di redazione.  Ma perché ci si ostina da sempre, come in un monopoli senza regole, a promettere ciò che realisticamente è impossibile mantenere. È come se giocando a poker si volesse ripetutamente rilanciare, nella certezza che i compagni di carte siano degli allocchi. Prima o poi scopriranno il bluff e che in mano teniamo soltanto una coppia, altro che scala reale!
Ma il dono dell’umiltà non appartiene a chi si occupa della cosa pubblica. Si cerca sempre di enfatizzare, tanto poi il tempo è come un lexotan, ti addormenta e ti stordisce facendo dimenticare le promesse fatte.
“Non ci saranno ritardi o costi aggiuntivi, ma è evidente che c’è troppo cemento per chiamarlo roseto”.Dichiarazione assolutamente condivisibile, tranne per il fatto che l’attuale Amministrazione comunale la pronunciò nel giugno del 2012, ad un mese dall’insediamento del sindaco Orlando.
Si trattava del progetto del roseto, voluto dalla giunta Cammarata e per il quale era stato destinato 1 milione di euro, che doveva nascere nel Fondo Terrasi, nel perimetro delle vie: Campania, Empedocle Restivo, Lazio e Brigata Verona.
In effetti in una città avviata verso un declino inarrestabile, era e rimane davvero un’opera di imprescindibile utilità!  Ma questo, come ogni cosa, può essere opinabile.
Il vero dramma, oggi, è passeggiare proprio in quel tratto di strada e scorgere il degrado in cui quest’area è tenuta. La lamiera di recinzione si è adagiata per terra, come a dirci: “e adesso qualcosa dovete pur fare?”.
Magari si potrebbe mettere in soffitta l’idea del roseto e pensare di trovare soluzioni adeguate. Un’area attrezzata con servizi, ad esempio. Però vi scongiuro abbiate almeno la decenza di non “regalarci” altre false promesse, di quelle non sappiamo più che farcene. E non ci dite la solita frase di circostanza: “stiamo valutando le possibili soluzioni”. Per favore, almeno per una volta, diteci la verità !

di redazioneSono un combattente  e non tradirò mai il mio popolo. O vinco, o morirò sul campo di battaglia”. Come dire: il generale Custer mi fa un baffo e gli indiani non avranno mai il mio scalpo ! Parole tonanti che abbiamo ascoltato tantissime volte, quasi come una nenia ripetitiva ma che racchiudono, tristemente, l’abbecedario dislessico del governatore Crocetta.

Il naturale assalto al fortino in fiamme, da parte di quella politica esclusa ed emarginata dalle stanze dorate della “rivoluzione”, non è tardato ad arrivare. Il funambolismo di un accordo politico tra le varie componenti, che ancora sorreggono  la compagine governativa, ha persino costretto l’assessore al Bilancio Bianchi a gettare la spugna.

Dimissioni irrevocabili le sue, ma forse anche rito liberatorio per una vicenda tutta interna al Pd, condita da una dichiarazione al vetriolo dell’interessato: la politica è in un pantano”.

In tutto questo il prode rivoluzionario di Gela, colui che ha costruito il “sogno” di rinascita della Sicilia, divenuto presto un “incubo”, fa da avvocato del diavolo approcciando una flebile difesa nei confronti dell’assessore “epurato”: “contro di lui gruppi di potere”.

Un anatema, che più che da testa sotto la sabbia in stile struzzo, sembra proprio essere da profonda “immersione” in apnea alla Maiorca. In effetti poteva fare di più ma la rivoluzione, si sa, ha un prezzo!  Un consiglio però è doveroso darlo. Caro governatore le dimissioni, si ricordi, non si annunciano, ma si danno. Capisco il suo legittimo timore nel pensare: “e se alla fine in preda ad un delirio di onnipotenza dovessi accettare (non nel senso di tagliare!) le mie dimissioni ?


Il rischio esiste ed è concreto Presidente, ma le assicuro che i siciliani la perdonerebbero volentieri. Noi, comunque, confidiamo che lei, come sempre, ci deluderà! Intanto un biglietto di sola andata per Gela lo offriamo noi. Non si sa mai.

“MILLE SPLENDIDI SOLI”
LETTERATURA STRANIERA
Autore
EDITORE
 

La trama.  Animato dalla stessa straordinaria forza narrativa che ha fatto del “Cacciatore di aquiloni” un classico amato in tutto il mondo, “Mille splendidi soli” è a un tempo un’incredibile cronaca della storia dell’Afghanistan degli ultimi trent’anni e una commovente storia di famiglia, di amicizia, di fede e della salvezza che possiamo trovare nell’amore. 
 
Nate a distanza di una generazione, e con idee molto diverse, Mariam e Laila sono due donne che la guerra e la morte hanno costretto a condividere un destino comune. Mentre affrontano i pericoli che le circondano – sia nella loro casa che per le strade di Kabul – Mariam e Laila danno vita a un rapporto che le rende sorelle e che alla fine cambierà il corso delle loro vite e di quelle dei loro discendenti. 
Con grandissima sensibilità e padronanza del racconto, Hosseini mostra come l’amore di una donna per la sua famiglia possa spingerla a gesti inauditi e a eroici sacrifici, e come alla fine sia l’amore, o persino il ricordo dell’amore, l’unica via per sopravvivere.
(fonte www.qlibri.it)


Khaled Hosseini, in dari خالد حسینی (Kabul4 marzo 1965), è uno scrittore e medico statunitenseDi origine afgana, pashtun, è nato a Kabul, dove ha vissuto la sua infanzia. Dal 1980 vive negli Stati Uniti. È l’autore del libro campione di vendite, Il cacciatore di aquiloni. Nel2007 ha pubblicato il suo secondo libro intitolato Mille splendidi soli che, solo in Italia, ha venduto più di un milione di copie.