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Berlusconi si fa da parte? Nemmeno per idea. Tira dritto e non se ne cura. Lo show al Quirinale del leader di Forza Italia è stato il primo passo. In una visita a Termoli l’ex Cavaliere risponde a Luigi Di Maio e a Matteo Salvini: altro che farsi da parte…

“Nessuno può dire a me cosa devo o non devo fare. Non c’è nessuno che possa dire: tu sì e tu no. Queste non sono cose accettabili“, dice l’ex premier. Poi il solito attacco ai 5 Stelle: “Se Di Maio si illude di rompere un rapporto di lealtà reciproca e di condivisione di valori che va avanti da vent’anni, nel centrodestra, non solo si fa delle illusioni, ma pecca di arroganza e di inesperienza. E dimostra di non conoscere nemmeno l’Abc della democrazia”.

Intanto in rete impazzano i meme dopo le consultazioni e persino Vittorio Feltri, direttore di Libero, vicino all’ex presidente del Milan, lo ha risparmiato: “Berlusconi si è reso ridicolo, come ormai gli succede spesso (…) Berlusconi è un politico terminale destinato alla marginalizzazione. Dispiace dirlo, ma è così. Non ne azzecca una neanche per caso. E in futuro avremo la conferma che dopo il tramonto arriverà la notte fonda”, scrive il direttore. Giudizio impietoso, come quelli apparsi in rete…

Sembra che l’amministrazione comunale sia intenzionata ad avviare l’iter per modificare il regolamento degli interventi abitativi e quello relativo alla graduatoria d’emergenza abitativa. Una notizia che potrebbe apparire positiva, ma la domanda sorge spontanea e questa volta a porla (e non solo una) è chi da anni si occupa di questa materia: lo storico rappresentate dei senza casa di Palermo, Tony Pellicane.

“Nella sostanza – dice Pellicane sul suo profilo FB – si vorrebbero unificare le 2 graduatorie, quella relativa all’assegnazione di alloggi popolari a quella dell’emergenza abitativa. Così facendo si creerebbe una sola graduatoria per poter assegnare, a questa sola graduatoria, sia alloggi di edilizia residenziale pubblica, sia gli alloggi confiscati alla mafia”.

“Un provvedimento – aggiunge il difensore dei senza casa – che potrebbe celare una trappola proprio per le famiglie che vivono gravi condizioni abitative, in quanto la modifica sarebbe di fatto inapplicabile”.

Secondo Pellicane gli alloggi confiscati alla mafia e gli alloggi di edilizia residenziale pubblica hanno natura giuridica diversa: i primi sono e restano patrimonio dello Stato gestiti dai Comuni sui quali ricadono, quindi potrebbe essere impraticabile l’ipotesi di un assegnazione definitiva; i secondi, invece, nel caso ci fosse una graduatoria per l’assegnazione di alloggi cosiddetti erp (edilizia residenziale pubblica) sono ad essa vincolati, cioè un alloggio popolare non può essere assegnato a chi si trova nella condizione di emergenza abitativa.

“Perchè tutto questo diventerebbe una trappola per le famiglie che vivono gravi condizioni abitative?” si chiede Pellicane. La risposta, secondo lui, è di facile comprensione. “Questa tipologia di famiglie andrebbero sostenute con la fantomatica Carta REI (quella che riguarda il reddito di inclusione) o con eventuali contributi economici“.

L’obiettivo, dunque, sarebbe di mettere i nuclei famigliari nelle condizioni di potersi pagare l’affitto di una casa per circa 6 mesi. Ed è qui che si pone un altro arcano: quale proprietario affitterebbe ad una famiglia senza reddito e senza poter fornire garanzie la propria casa? E anche se così fosse non dobbiamo dimenticare che la carta REI  e i contributi economici sono a tempo. E Pellicane afferma anche che “con la casa affittata la famiglia perde di fatto lo status di famiglia in emergenza abitativa, quindi si pagherà l’affitto per 6 mesi e poi?”.

Infine, Pellicane parla di proposta irricevibile, affermando che “il Comitato di lotta per la casa 12 Luglio informerà le famiglie senza casa, siano esse in spazi occupati che non e, insieme a loro, decideremo come intervenire. Non permetteremo che l’amministrazione comunale smantelli quel percorso dell’emergenza abitativa che ha garantito ad oggi l’assegnazione di un alloggio confiscato a circa 250 nuclei familiari, quindi un percorso virtuoso che va mantenuto e valorizzato”.

Un’ennesimo quesito che giriamo all’assessore comunale al ramo, Giuseppe Mattina, che se vorrà potrà rispondere sul nostro giornale.

Dati drammatici sul versante della dispersione scolastica nella nostra regione, rapportati a quelli dell’intera penisola. La Sicilia raggiunge la percentuale più alta dell’1.3 per cento. A seguire Calabria, Campania e Lazio con l’1 per cento, mentre la percentuale più bassa si evidenzia in Emilia Romagna e Marche con lo 0,5 per cento. Per non parlare del tempo pieno che vede l’isola in “profondo rosso”.

I numeri sono stati presentati a Messina, nell’ambito di un seminario di studi organizzato dal Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’università dello stretto. L’analisi è stato condotta dalla Flc Cgil Sicilia, sulla base dei dati forniti dall’Istat e dal Miur.

“La scuola in Sicilia vive una situazione drammatica e a cinquant’anni dalla denuncia fatta da don Milani e dall’esperienza di Barbiana – spiega Graziamaria Pistorino della Flc Cgil Sicilia – possiamo dire che lo Stato italiano continua a negare a molti suoi cittadini il diritto all’emancipazione dall’ignoranza e dalla fragilità culturale. In Sicilia e nel mezzogiorno i giovani vivono una vera e propria discriminazione da questo punto di vista”.

Un dato quello siciliano nettamente superiore rispetto alla media nazionale dello 0.8% e a quella del mezzogiorno dell’1%. È evidente come una maggiore propensione all’abbandono scolastico si verifichi nelle aree più disagiate del Paese, mentre è decisamente più contenuta in quelle più ricche come il Nord Est, con una media pari allo 0,6%.

E se si considera il tempo pieno a 40 ore, che in Sicilia riguarda solo il 7% della scuola primaria, la situazione rimane grave. Dati che non possono essere rapportabili al 49% dell’Emilia Romagna o, addirittura, al 53% della Lombardia. Pensiamo che a Milano si registrano punte massime del 91% e a Monza dell’85%. Numeri che danno il senso dell’arretratezza nella quale si trovano tutte le città siciliane. Su tutte Palermo con il 5 per cento, Trapani con il 4% e Ragusa con il 2%. Al netto di quel misero 7% di minori che in Sicilia può fruire del tempo pieno a 40 ore, l’altro 93% frequenta 2,5 anni in meno nei cinque anni di scuola primaria. “Parliamo di 2.145 ore di tempo scuola negato solo perché lo Stato non eroga il servizio in questa parte del Paese”.

“Bisogna colmare questo divario tra Nord e Sud – conclude la Pistorino – per dare a tutti le stesse opportunità, recuperare l’insegnamento di don Milani e dare piena attuazione alla Costituzione. L’istruzione è il principale fattore di crescita e di sviluppo non solo delle persone, ma anche del Paese”.

E, infine, lo studio addebita gran parte della responsabilità agli enti locali che spesso non si adoperano per creare le condizioni infrastrutturali e di compartecipazione economica necessarie per ottenere il finanziamento e l’attivazione da parte del ministero. Senza i locali adatti, un accessibile servizio mensa e adeguati trasporti per gli studenti, non è possibile attivare classi a tempo pieno e i ragazzi siciliani rimangono vittime di un diritto negato. Morale: anche su questo versante siamo messi male, molto male.

 

Una vicenda che si trascinava da tempo tra il Comune di Palermo e l’Apcoa, la società che gestisce alcuni stalli a pagamento, le cosiddette zone blu nel centro della città. La controversia è quella legata al pagamento della tari, la tassa sui rifiutidovuta al Comune e che, invece, per la commissione tributaria non dovrà essere pagata dalla società.

“Se il Comune non ha il diritto di riscuotere da Apcoa la tassa sui rifuti dal 2007 ad oggi, stando alla sentenza appena emessa –  afferma Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune a sala delle Lapidi –  ci chiediamo che fine abbiano fatto i 1,4 milioni di euro dovuti dalla società Panormus2000/Apcoa”.

“La restituzione della somma di cui è debitrice Panormus2000/Apcoa è stata oggetto di un provvedimento già da tempo notificato ai destinatari –  continua Catania – senza riscontro alcuno. Gli importi devono essere rimborsati per il progetto di project financing grazie al quale è stato realizzato il parcheggio multipiano di piazza Vittorio Emanuele Orlando, che ha però determinato una abnorme distribuzione e gestione delle zone ‘blu’ a Palermo. Sono svariate, infatti, le criticità e le anomalie, a partire dalla convenzione novantennale per la gestione del parcheggio e di migliaia di stalli di sosta ‘blu’ in diverse zone della città”. 

E, quindi, il braccio di ferro tra Comune e Apcoa continua, ma nelle casse del Comune, intanto, manca all’appello qualcosa come un milione e 400 mila euro. Come dire: il danno oltre alla beffa.

 

A tre settimane dal voto del 4 marzo dalle urne non uscirebbe una maggioranza. E’ il risultato del sondaggio commissionato da Demopolis, l’Istituto demoscopico diretto da Pietro Vento, che ha intervistato, dal 7 all’8 febbraio 2018, un campione di 1.000 persone. Avevamo scritto di sondaggi a fine gennaio con una stima pubblicata da Ixè . E che vedeva sempre il Movimento cinquestelle come primo partito e il centrodestra, invece, come la coalizione più forte.

Per Demopolis anche il M5S si conferma, con il 28,3%, primo partito, in vantaggio sul Partito Democratico, attestato al 22,8%. Se si votasse oggi per la Camera, Forza Italia avrebbe il 16,3%, la Lega il 14%. Liberi e Uguali al 5,8%; Fratelli d’Italia al 4,7%. Sotto la soglia del 3% resterebbero le altre liste.

“Con le attuali stime di voto – ha detto il direttore di Demopolis, Pietro Vento – anche la coalizione più forte resterebbe per il momento al di sotto della maggioranza assoluta di 316 seggi a Montecitorio”.

Infatti, con la nuova legge elettorale è centrale, per l’assegnazione dei seggi nella quota uninominale, la forza delle coalizioni. Secondo l’analisi dell’Istituto Demopolis, l’area di Centro Destra otterrebbe complessivamente il 37,2%; il Movimento 5 Stelle il 28,3%. La coalizione di Centro Sinistra, costituita dal PD e dagli alleati minori, avrebbe il 27,5. Ma nessuno, dunque, avrebbe la maggioranza.

Si fa strada, dunque, se i sondaggi fossero confermati, ad un’inevitabile “grosse koalition” tra il centrodestra di Mr. B. e il centrosinistra di Renzi. Mattarella dovrebbe soltanto ratificare l’accordo anche se sempre di sondaggi si parla. Non ci resta che aspettare le urne reali e vedere che succede.

Titolo del libro: “Oltre e un cielo in più” 

Autore

Luca Sciortino

Categoria

Viaggi

Casa editrice

“Un viaggio dalla Scozia al Giappone per terra e per mare che verrà ripetuto infinite volte da ciascuno di voi. E’ così che mi piace pensare il mio libro”. Questo è il ritratto che, il giornalista palermitano Luca Sciortino, fa della sua ultima fatica narrativa “Oltre e un cielo in più”. Quattro mesi di viaggio, doverosamente senza aereo, percorsi tra Occidente e Oriente per scoprire paesaggi, culture, uomini e donne che ha incontrato nel suo cammino. Scatti raccontatati dalla sua macchina fotografica e descritti, con ago e filo, dalle 252 pagine che fanno di questo libro un vero e proprio reportage di storie e immagini.

E’ come essere presenti in quei luoghi. Da Budapest alla pianura russa per giungere sulle montagne del Tien Shan, dove i cacciatori si affidano ancora alle aquile. E il tempo sembra fermarsi, cristallizzarsi nel freddo della Siberia, nella steppa mongola dove si possono vedere i pastori nomadi. E la Cina che fa vedere con un’intensità struggente il duro mondo contadino. Le fotografie mostrano una forza dirompente e scoprono una natura che non è tracciata nei percorsi delle guide turistiche. 

Sciortino riesce a donarci momenti unici che danno, dei paesi visitati, una visione quasi onirica che si incrocia con realtà anche sconosciute, lontane dal mondo globalizzato. Luoghi dove l’uomo vive una quotidianità che non è la nostra.

E continua tracciando una traiettoria verso il continente euroasiatico come in una famelica ricerca della nostra Itaca. Un  approdo verso una terra che siamo bramosi di conoscere e che ci porta ad assaporare, pagina dopo pagina, posti incontaminati per giungere in Scozia guardando le infinite praterie verdi come dei quadri. Un libro da leggere e da guardare, dove ogni tassello, ogni scatto, ogni parola si incastrano tra di loro rendendoci, oltre che spettatori, protagonisti di ogni storia.

Biografia autore. Luca Sciortino di Palermo, 48 anni, giornalista, scrive reportage di viaggio e articoli per Panorama, e svolge attività di ricerca in filosofia della scienza. Ha conseguito il dottorato alla Open University (Uk), è stato research fellow all’università di Leeds (Uk) e Armenise-Harvard science writer fellow alla Harvard University (Usa).
Ha vinto premi di scrittura, tra cui il premio Voltolino per la divulgazione scientifica, e ha pubblicato articoli di ricerca su riviste internazionali di filosofia come “Erkenntnis” e “International Journal in Philosophy of Science”. Per Editoriale Scienza ha scritto Bianca Senzamacchia, la biografia immaginaria di una cellula che spiega i principi base della biologia.

 

 

I’m Easy ” è una canzone vincitrice dell’Academy Award scritta e interpretata da Keith Carradine per il film del 1975 Nashville . Carradine registrò una versione leggermente più veloce che divenne un successo musicale popolare nel 1976 negli Stati Uniti .

Il pezzo è una ballata su un amante che è ingenuo e ammirato dall’oggetto del suo amore. Tom è il personaggio interpretato da Carradine, donnaiolo e manipolatore. Nel film, quando Tom esegue la canzone all’Exit-Iun vero club di musica di Nashville, in cui è stata girata la scena, lo dedica a “qualcuno di speciale”. Diverse donne nel pubblico, recenti e future conquiste, credono che la canzone sia stata scritta per loro.

E’ un filantropo miliardario con un  patrimonio di oltre 25 miliardi di dollari. Si chiama George Soros, 87 anni, nato a Budapest ma naturalizzato americano. La sua ultima “profezia”: la fine di Google e Facebook tra qualche anno. Sostenitore del partito democratico Usa, che ha anche finanziato, e fondatore della Quantum Group, una società costituita nel 1969, che speculava nel settore immobiliare. Oggi è Presidente della Soros Fund. Un personaggio da molti definito “controverso”, con diversi legami nel mondo della finanza e della politica. Impegnato nelle cause politiche progressiste e liberali americane.

“I proprietari di queste piattaforme si considerano come i padroni dell’universo, ma infatti rimangono schiavi se vogliono mantenere la loro posizione dominante. Posso affermare tranquillamente che i loro giorni sono contati. Normative e tasse saranno il loro colpo di grazia”. Soros non è nuovo a questo tipo di affermazioni. Quello che paventa è che “sia Google che Facebook sono due minacce e per arginarle servono strumenti ad hoc”.

E dei due colossi del web dice ancora:”Affermano che distribuiscono solamente informazioni. Ma in realtà sono quasi distributori monopolisti e, questo, li rende servizi pubblici. Dovrebbero pertanto essere soggetti a regolamentazioni mirate a preservare la competizione, l’innovazione e un accesso universale, leale ed aperto”. Quindi per Soros queste piattaforme non fanno altro che “progettare deliberatamente la dipendenza ai servizi che forniscono”.

E, infine, dice di facebook che “sono serviti 8 anni e mezzo per raggiungere il primo miliardo di utenti, e poi in metà di quel tempo il secondo miliardo. Con questa velocità questo social esaurirà i nuovi utenti da convertire in meno di tre anni e, soprattutto, il fatturato da aumentare”.

Una visione ovviamente discutibile ma che pone degli interrogativi, proprio quando parla di “possibili alleanze fra Stati autoritari e questi monopoli pieni di dati,  uniti ai sistemi di controllo con quelli già esistenti di sorveglianza nazionale. Questo potrebbe creare una rete di controllo totalitario sullo stile di Huxley e Orwell”. 

Insomma, la teorizzazione del progetto di un “Grande Fratello” che controllerebbe tutto e tutti. Sicuramente la riflessione è d’obbligo in un mondo come il nostro globalizzato e in gran parte connesso a internet.

 

E chi l’avrebbe detto che la mitica Harley-Davidson sarebbe diventata elettrica. Vi assicuro che non si tratta di una bufala, ma forse l’estremo tentativo della casa produttrice di Milwakee che viaggia, purtroppo, in brutte acque, di salvare il salvabile. Infatti, a quanto pare il fatturato, negli ultimi anni, sarebbe crollato.

I vertici dell’azienda sono però sicuri che la scelta di investire in questo segmento sarà l’arma vincente per risollevarsi. “Il mercato delle moto elettriche è ancora limitato ma in crescita – spiega John Oline, cheif financial officer dell’Harley -. La società si pone come obiettivo quello di diventarne leader, con un investimento, nei prossimi anni, che oscillerà tra i 25 e i 50 milioni di dollari all’anno”. 

“Si chiama LiveWire, il prototipo elettrico che stiamo preparando e che sarà probabilmente sul mercato tra un anno e mezzo”. Ad affermarlo l’amministratore delegato dell’azienda, Matt Levatich. Un annuncio che ha fatto storcere il “naso” soprattutto agli appassionati della Harley, preoccupati dal fatto che nella versione elettrica il caratteristico rumore del rombo del motore possa scomparire. Ma su questo non resta che aspettare il debutto. Nell’attesa potete vedere il prototipo della moto nel video qui sotto.

Gli ultimi sondaggi commissionati dall’Istituto Ixè, sempre da prendere con le pinze, vedono il centrodestra al 35.4%, il centrosinistra al 25.4%, il Movimento 5 Stelle al 29.2% e Liberi e Uguali di  al 7%. Nei fatti, dunque, nessuno riuscirebbe ad arrivare alla soglia prevista del 40 per cento e, quindi, l’accordo di un governo di “unità nazionale” sarebbe inevitabile.

Per quanto riguarda, invece, l’attribuzione dei seggi, altro elemento rilevante rispetto agli equilibri politici, alla Camera il centrodestra otterrebbe 290 seggi, 16 in meno rispetto alla maggioranza; al M5S ne andrebbero 177, al centrosinistra 130, a Liberi e Uguali 29, e agli altri partiti solo 4. Dei 231 collegi uninominali 146 andrebbero al centrodestra, 58 al Movimento 5 Stelle e 27 al centrosinistra.

Situazione simile al Senato, ma dove il centrodestra arriverebbe a sfiorare la maggioranza assoluta conquistando 152 seggi. Il Movimento 5 Stelle ne otterrebbe 87, il centrosinistra 61, Liberi e uguali 13, e altri partiti 2. In questo caso il centrodestra conquisterebbe 76 dei 115 collegi uninominali; 27 il Movimento 5 stelle, 12 il centrosinistra.

Il sondaggio politico elettorale di Ixè ha poi riguardato i leader politici, mostrando quelli che godono di maggiore fiducia:  Gentiloni è al 33%, Bonino al 30%, Di Maio al 30%, Salvini al 25%, Berlusconi al 24%, Grasso al 22%, Meloni al 22%, Grillo al 22%, Renzi al 21%, Bersani al 19%.

Partiti. Il Movimento 5 Stelle rimane sempre il primo partito in ambito nazionale con il 29.2% dei consensi (+1.4%). A seguire troviamo il Partito Democratico, che perde lo 0.5% in una settimana e si attesta al 21.8%. Cala anche Forza Italia, che fa segnare -0.7% e si porta al 16.7%. All’11.9% (+0.6%) troviamo la Lega, poi Liberi e Uguali al 7% (-0.4%), Fratelli d’Italia al 4.4% (-0.1%), Noi con l’Italia al 2.2% (-0.3%), Più Europa al 2% (+0.1%), Civica Popolare allo 0.9% (-0.3%), Insieme allo 0.7% (-0.1%), altri di centrodestra allo 0.2% e altri partiti al 3% (-0.1%).

Per quanto riguarda la partecipazione al voto, il 59,9 per cento degli intervistati si è detto certo di andare a votare il prossimo 4 marzo, mentre per il 9% non lo farà. Ma il dato preoccupante è la percentuale di indecisi che è risultata superiore al 30%. Una disaffezione degli elettori nei confronti della politica e della partecipazione al voto, che dovrebbe far riflettere i nostri governanti.