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E’ di fatto un’apertura di accordo con i cinquestelle, quella che chiede il sindaco Leoluca Orlando, anche se nei mesi scorsi aveva parlato di “derive populiste” riferendosi proprio al M5s.

“L’Italia e gli italiani hanno necessità di avere un governo – dice Orlando -. Il Pd ha necessità di recuperare identità ed organizzazione, rafforzando il rapporto con i cittadini e con i territori e proseguendo in una azione politica di attenzione ai diritti di tutti e alle fasce deboli e ai mezzogiorni di Italia. Su queste premesse il Pd può certamente partecipare ad un confronto programmatico con il partito 5 stelle su alcune priorità utili al Paese. Ma se tale confronto dovesse registrare contrasti e divisioni tra gli attuali gruppi dirigenti, anche su un eventuale sostegno esterno e su precise scelte programmatiche, è preferibile evitare di compromettere ulteriormente la credibilità e la fiducia da parte degli aderenti e degli elettori”.

E conclude dicendo: “Ciò che sento è il dovere di esprimere un invito a tutti, proprio a i tutti i dirigenti nazionali, all’unità, superando ogni personalismo che costituisce un male che ha prodotto e rischia anche nel futuro di produrre danni al partito e agli interessi del nostro paese.”

In Italia senza governo si vive da Dio. Il pil che sale e la borsa che vola. Non è un sogno ad occhi aperti, ma la realtà. Mentre il Quirinale e i partiti si prendono in giro da due mesi, il nostro Paese segue il trend europeo del vuoto di potere. Come il Belgio che, tra il 2010 e il 2011, rimase per 544 giorni senza governo e la crescita c’è stata lo stesso. Come la Spagna, che senza esecutivo per un anno, tra il 2015 e il 2016, ha portato un 3,2 per cento in più di Pil e 550 mila posti di lavoro. E ancora meglio la Germania che, pur senza governo tra settembre e marzo, secondo la Bundesbank è in una fase di boom economico.

E il Presidente di Mediolanum Ennio Doris dice: “Anche se in Italia non ci fosse un governo per un anno, cambierebbe poco. Gran parte della sovranità l’abbiamo già persa. Non è la Banca d’Italia che fa la politica monetaria. A farla, invece, è la BCE in tutta l’Europa”. Come dire che in Italia il governo è meglio non farlo.

 

Lo specchio di una città dove tutto è emergenza e dopo i rifiuti anche le tubature che si rompono. Questa mattina in via Guglielmo il Buono alla Zisa, come si può vedere dal video, l’ennesimo guasto e l’acqua che ha inondato il manto stradale.  “Sono ormai mesi che in quella zona vengono rattoppate alla meno peggio le conduttore dell’Amap,  ma senza risoluzione del problema”. La denuncia è dei consiglieri comunali pentastellati Igor Gelarda e Concetta Amella, assieme alla consigliera della V circoscrizione Simona di Gesù.

“Purtroppo molte zone di Palermo hanno ancora una tubatura estremamente vecchia – sottolineano i consiglieri – con frequenti rotture che causano perdite e, ovviamente, spreco e mancanza di acqua nelle case dei cittadini.  E adesso, a quanto pare, il Comune dovrà anche pagare i danni causati al portone adiacente che i condomini vogliono vedere risarciti.

“I giornali di oggi dicono che lunedì lascerò Berlusconi? Capisco perché vendano sempre di meno. Non è vero che accadrà, non vedo perché dovrei cambiare idea ogni quarto d’ora: non faccio come Renzi o Di Maio”. A dirlo è Matteo Salvini, leader della Lega che smentisce categoricamente l’ipotesi di lasciare per strada Berlusconi, dando per morto qualsiasi accordo tra M5S e Pd.

“Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra – aggiunge Salvini -. Lasciare Berlusconi non è l’unica strada per fare il governo: non cedo a veti, controveti e capricci. Il centrodestra ha vinto con un programma comune e siamo ben disponibili a dialogare con i secondi arrivati ma non con i terzi”.

 

“Se Mattarella regala agli italiani una settimana di telenovela su Renzi e Di Maio non so cosa possono scrivere i giornali per una settimana. E così riempiono le pagine con ipotesi non vere che ci riguardano”. Quindi la situazione politica è ancora in fase di stallo, malgrado siano state annunciate “aperture” a vario titolo, rispetto al mandato esplorativo di Fico. E a questo punto non resta che aspettare Mattarella…

Aveva partecipato al concorso fotografico#ContestGenioPalermo organizzato dal Comune di Palermo, con una foto-denuncia sulle condizioni di degrado in cui si trovava la macchina marmorea di Pietro da Bonitate del 1483 di vicolo Paterna, tanto per capirci “Il Genio del Garraffo” alla “Vucciria”. E persino il sindaco Orlando, come si vede nello scatto, aveva dovuto capitolare di fronte all’evidenza.

E’ Franco Lannino, storico fotoreporter palermitano, fondatore dell’agenzia fotogiornalistica “Studio Camera” e oggi impegnato ad occuparsi di un rifugio per animali, l’Ediga, che dal 1988 a Palermo si prende cura di gatti, abbandonati e maltrattati.

Ma la passione per gli scatti, che diventano storia, ma anche strumenti di denuncia, è sempre là. E’ come bussare ad una porta e trovarne davanti un’altra e ancora un’altra. Un effetto compulsivo che questa volta non è sintomo di malattia grave, ma anzi si traduce in una straordinaria raccolta di immagini fotografiche che, sul suo profilo facebook, ha dato vita all’hashtag #soloapalermoperchè solo a Palermo può accadere e in altri luoghi non sarebbe lo stesso.

Una carrellata di scatti virali che testimoniano come la nostra città, oltre all’inciviltà diffusa, mostri un aspetto più inquietante: quello dell‘indifferenza e dell’incuria pubblica.  E questo a noi non piace. Ci piace, invece, sapere che il “demone” del fotoreporter che è in Lannino sia vivo e vegeto. Quindi diremo: Franco continua…e non “uscire da questo corpo”.

#SOLOAPALERMO GALLERIA FOTOGRAFICA

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Parole durissime quelle di Antonio Ingroia, ex magistrato e leader della “Lista del popolo per la Costituzione” contro il servizio pubblico televisivo e l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,  sul suo profilo facebook.

“GRAVE, GRAVISSIMA VERGOGNA”, quello che si consuma sulla televisione di Stato, ogni minuto che passa. Dopo avere nelle ultime 48 ore quasi ignorato una sentenza storica che ha condannato esponenti di spicco dello Stato italiano per avere trattato con la mafia sul sangue degli innocenti uccisi nella strategia stragista del ’92/’93, viene avviata una campagna di disinformazione e di autoassoluzione dello Stato da parte della TV di Stato”.  

“Il culmine si realizza questa sera su Rai1 nell’ora di massimo ascolto, quando Fazio consente all’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ‘responsabile’ degli ostacoli di fatto frapposti all’indagine, con il famigerato conflitto di attribuzioni contro la Procura di Palermo, di sproloquiare su una sentenza di cui neppure si conoscono le motivazioni, affermando che l’assoluzione di Mancino farebbe giustizia di accuse che ‘grossolanamente’ sarebbero state avanzate contro Mancino”.

“Così poco ‘grossolane’ e così fondate – continua Ingroia – da averne determinato il rinvio a giudizio. Si tratta, in ogni caso, di una gravissima e pesante interferenza, da parte del Presidente Emerito, sui giudici che devono scrivere ancora la motivazione delle ragioni dell’assoluzione, contro cui, verosimilmente, la Procura di Palermo farà appello”.

Un intervento che certamente alimenterà ancora di più le polemiche sulla sentenza, anche perchè lo stesso Ingroia ha chiesto l’intervento sia del Csm che dell’associazione nazionale della magistratura.

Tre giornate ricche di appuntamenti, per affermare ancora una volta la vocazione naturale dell’antico Cassaro alla promozione della cultura del libro. Tre giorni di festa, fino a tarda sera, di attività culturali, visite guidate, mostre, laboratori per bambini, concerti. Ma soprattutto, tre giorni di libri e librai, con le loro esposizioni lungo il Cassaro, nel cuore del percorso Arabo Normanno.

Prende il via, questa mattina, sul piano della Cattedrale, con gli alunni del Convitto Nazionale Falcone e le letture da ‘Le città invisibili’ di Italo Calvino, la terza edizione de “La via dei librai”60 stand, 3 isole letterarie (Leonardo Sciascia: piazza Bologni, Vincenzo Consolo: piano della Cattedrale, Salvatore Quasimodo: via Collegio di Giusino), 120 partecipanti tra librerie, editori, associazioni culturali, commercianti ed artigiani del Cassaro Alto, 1 km di passione, di cultura e di amore per i libri e la lettura. Dai Quattro Canti fino al Piano della Cattedrale, estendendo alla Biblioteca Comunale (in piazza Casa Professa) e a Palazzo Abatellis (in via Alloro).

Nata nel 2016 grazie all’Associazione ‘Cassaro Alto’, la manifestazione dedicata ai libri e alla valorizzazione di quella parte del centro storico torna per il terzo anno consecutivo. Le tre le giornate dedicate all’evento, si articoleranno da oggi, fino a lunedì 23 aprile. Tre giornate ricche di appuntamenti, per affermare ancora una volta la vocazione naturale dell’antico Cassaro alla promozione della cultura del libro, valorizzando anche le attività dei soci. Ma soprattutto, tre giorni di libri e librai,con le loro esposizioni lungo il Cassaro, nel cuore del percorso Arabo Normanno.

“La via dei Librai” è organizzata dall’Associazione ‘Cassaro Alto’ e dal Comune di Palermo, con i partners: Comitato ‘Ballarò significa Palermo’ e ‘Progetto Albergheria e Capo insieme’; con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, del Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni Culturali, di ‘Palermo Arabo-Normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale’, dell’Università di Palermo, della Città Metropolitana di Palermo e della Fondazione Federico II. Sponsor: Gesap Aeroporto di Palermo, Confcommercio Palermo, Fotograph e VM Agency, sponsortecnico.

L’evento è inserito nel calendario delle manifestazioni dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018 di Palermo, Capitale Italiana della Cultura 2018 e del Maggio dei Libri 2018. Qui potrete trovare il programma completo della manifestazione.

 

“Un sit in di protesta per il 23 aprile, affinchè il governo regionale e il presidente Musumeci diano delle risposte e prendano delle decisioni che non possono diventare alibi per rinviare le scelte”. I sindacati di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola Sicilia chiedono un intervento risolutivo al presidente della regione, Nello Musumeci, in relazione alla vertenza degli ex sportellisti.

“Gli assessori al lavoro Maria Ippolito ed alla Formazione Roberto Lagalla – dicono ancora gli esponenti sindacali – devono assumersi le proprie responsabilità per risolvere il problema che, ormai da anni, investe sia i lavoratori del comparto che tutti i cittadini siciliani che, al contrario del resto d’Italia, non possono accedere ad alcuna politica attiva del lavoro”.

Diverse sono state le richieste d’incontro con l’assessore Ippolito, che non hanno avuto alcun riscontro. Tra gli obiettivi e tema di discussione da proporre, l’avvio di un tavolo permanente nel quale venga illustrato il percorso che l’esecutivo regionale intende intraprendere, per riportare al lavoro gli operatori della formazione professionale.

“Ma che c’azzecca…” direbbe il buon Antonio Di Pietro, la nomina di un varesotto alla guida della Lega in Sicilia? Una delle tante stranezze che la politica dei giorni nostri esce fuori dal cilindro. E’ vero che nella storia politica non è il primo caso, ma fa riflettere immaginare come un nordista, al nome Stefano Candiani, 47 anni, nato a Varese e senatore al secondo mandato, possa diventare commissario regionale della Lega in questa “buttanissimasicilia”. E’ come andare al polo nord partendo da Palermo in pieno caldo da scirocco, indossando maglietta, pantaloncini e ciabatte infradito. “Mission impossible” direi!

Certamente l’incarico che Salvini ha voluto e deciso è figlio della situazione del partito nell’isola. Causa di forza maggiore diremmo. Non dimentichiamo, infatti, che il segretario uscente della Lega siciliana, Angelo Attaguile assieme al neo deputato nazionale Alessandro Pagano sarebbero sotto inchiesta per voto di scambio. E il leader della Lega sembra proprio di non fidarsi di nessuno qui in Sicilia.

Compito arduo, dunque, per Candiani, mandato dalle nostre parti proprio per occuparsi delle elezioni amministrative del prossimo 10 giugno che si terranno nell’isola.  Matteo Salvini vuole, anche qui, incassare il vento favorevole del voto nazionale. E grandi città come Catania, Messina e Siracusa, saranno per la lega sicula un test importantissimo. Quindi, spassionatamente, consigliamo al leghista doc di fare un corso accelerato di linguaggio siculo, perchè è sempre meglio dialogare con qualche punto di vantaggio.

 

 “Con 4.000 mila euro non puoi vivere bene”. A dirlo nel 2014 (ne avevamo parlato in questo articolo) era Gianfranco Miccichè, ex ministro di Forza Italia e oggi presidente dell’Ars, che proprio quell’anno fu candidato alle elezioni europee, senza poi essere eletto, non nascondendo che la sua candidatura nasceva anche da problemi economici: “Con tre figli, di cui due da far studiare lontano da casa, non è facile…”. Oggi, invece, intervistato ad un forum organizzato dall’agenzia Italpress il suo “mantra” è sul tema dei vitalizi.

“Siamo di fronte a un’altra follia assoluta aggiunge Miccichè -. Se non avessi avuto il vitalizio, nel periodo in cui non sono stato deputato, probabilmente sarei stato costretto a tornare a vivere con mio padre che ha 97 anni, in attesa di maturare i 67 anni per la pensione. E sarei stato costretto a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa. E’ questo che si vuole oggi dalla politica? E’ questo quello che vogliono i cinquestelle?”. 

“Credo che i deputati pentastellati stiano studiando un sistema per cui il vitalizio gli arriverà comunque, non dall’Assemblea Regionale Siciliana ma dalle assicurazioni. Con la minore contribuzione dovuta dal deputato in caso di taglio dei vitalizi stipuleranno delle assicurazioni. Ho detto al vicepresidente dell’Ars, esponente grillino,  Giancarlo Cancelleri,  di spiegarmi come faranno, possibilmente tornerà utile a tutti”.

“Finché il costo della politica sarà considerato uno spreco, fino a quando non si ricomincerà a capire che il costo della politica è un bene per il paese forse la finiremo con questo assurdo babbìo (scherzo, in dialetto siciliano) del taglia taglia… Una cosa è certa: se le condizioni fossero state quelle di oggi io non avrei lasciato il mio lavoro per fare politica. Non mi sarebbe convenuto… Mia moglie mi avrebbe lasciato”.

“Insomma bisogna capire che la politica ha una sua utilità e che i manager e i dirigenti più bravi vanno pagati di più. Sono le regole del mercato. Però, conclude Miccichè, se certa politica e certi giornali continuano a fare demagogia e ad attaccarmi io mi adeguo. Ieri sera mi trovavo in un locale e un signore mi ha aggredito verbalmente accusandomi di essere responsabile degli alti stipendi dell’Ars. Io mi adeguo, ma botte per strada non ne voglio prendere”.