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“È chiaro che il sindaco Orlando è stato mollato dalla sua stessa maggioranza e, anche oggi, per l’ennesima volta, i lavori d’aula sono stati rinviati per l’assenza del numero legale”. I cinquestelle, al Comune di Palermo, stigmatizzano, dunque, quanto accaduto, all’interno di una situazione politica delicatissima che vede il primo cittadino impegnato al tira e molla per cercare di fare la “quadra” e dare anche il via al rimpasto. Molto probabilmente il malcontento che governa questo stallo infinito, dipende proprio da questo fattore.

“Questa mattina a Sala delle Lapidi i numeri della maggioranza – continuano i grillini per bocca del proprio capogruppo, Ugo Forello – non sono stati in grado di supportare il voto di quello che avrebbe dovuto essere il primo atto di una lunga serie di questioni molto delicate sul tema del bilancio consolidato. È  evidente già da mesi che, la maggioranza di Orlando, non riesce a funzionare. Infatti, oltre alla mancanza dei numeri per garantire lo svolgimento della seduta, va denunciato che l’avvocatura comunale non si è presentata in aula, nonostante fosse attesa, facendo slittare il voto”.

Un’impasse che di fatto sta rallentando il percorso di discussione della delibera cardine della macchina comunale e cioè il bilancio consolidato, che lo stesso Orlando ha definito “strumento essenziale”, (potete leggere l’articolo cliccando qui), per la messa in sicurezza dei conti delle partecipate. E nei prossimi giorni capiremo se questo immobilismo verrà sbloccato dal manuale “Cencelli”, applicabile sempre nelle situazioni più complicate.

Come inizio non c’è male. Il Governo targato Conte fa il suo esordio con una sonora sconfitta, come si direbbe in gergo calcistico. Una debacle su tutta la linea, da far impallidire perfino chi lo sostiene.

La fiducia alla Camera dei Deputati è stata ottenuta ma è una sequenza di gaffe, equivoci e cadute di stile da retrocessione diretta, per restare in ambito sportivo. A metà tra Totò e Mr Bean, il primo scivolone di Conte è su il discorso da pronunciare. Il premier, che si è autodefinito “avvocato del popolo”, è stato beccato in un fuorionda: “Questo lo posso dire?”, ha chiesto a Di Maio, in un segnale inequivocabile della sua grande autonomia decisionale.

“No”, è stata la risposta secca del capo del M5S che, a sua volta, ha fatto capire al povero Conte chi comanda veramente. Non proprio una bella figura, per la verità. Ma la dose, se possibile, è stata rincarata subito dopo quando il professore dal curriculum misterioso perde gli appunti e va nel panico. Tutto a posto, ci pensa Di Maio: “Li trovo io, tu comincia a parlare”, spinge il bottone il ministro del Lavoro al neo Presidente del Consiglio.

Terza battuta a vuoto sulla mafia e sul presidente della Repubblica: “Una delle cose che più mi ha addolorato nei giorni scorsi è stato l’attacco alla memoria di un congiunto del presidente Mattarella sui social e veramente mi è dispiaciuto”. Belle parole nei riguardi del Capo dello Stato, peccato che Conte si non si ricordava che il fratello in questione si chiamava Piersanti, era un ex presidente della Regione Siciliana ed è stato ucciso dai killer di Cosa Nostra.

Semplice sbadataggione? Non proprio visto le polemiche che si sono scatenate. “È Piersanti, si chiamava Piersanti”, ha urlato – insolitamente alterato – il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio verso il Presidente del Consiglio,. Un consiglio a Conte: quando è in difficoltà basta cercare su Google per ricostruire vicende che magari non si conoscono. Chiusura con due annotazioni. La prima di carattere giornalistico: non siamo contro il nuovo Governo ma, oggettivamente, questa volta Conte (e Di Maio) hanno toppato clamorosamente. 

La seconda è, invece, di carattere prettamente politico. Ma Salvini dov’era? Siamo sicuri che il suo silenzio non sia tattico? Della serie…li lascio sbagliare tanto poi ci penso io. Insomma il numero uno della Lega lavora in silenzio e, sotto sotto, aspetta il suo momento. Se continua così l’attesa non durerà a lungo.

“Un vero e proprio colabrodo, senza che nessuno muova un dito. Occupazioni abusive, lavori di ristrutturazioni mai iniziati o collaudi mai fatti. E il Comune, finora, cosa ha fatto? Praticamente nulla. E’ stata adottata la politica del vivi e lascia perdere, quella di non decidere e sperare che tutto vada bene”. Una denuncia durissima quella dei consiglieri comunali Sabrina Figuccia (Udc) e Claudio Volante (I Coraggiosi), sullo stato del patrimonio immobiliare scolastico come loro stessi affermano “sia stato certificato dall’assessorato comunale di via Notarbartolo”.

E continuano parlando di numeri. “A Palermo, lo mette nero su bianco il Comune, ci sono ben 26 scuole inutilizzabili perché occupate abusivamente oppure in attesa di ristrutturazione. Tutto questo mentre ci sono decine di bambini costretti a fare lezione in strada perché i tetti delle proprie aule rischiano di crollare da un momento all’altro”.

Anzi, sembrerebbe che sia stato dato un generico incarico alla polizia municipale, ma finora gli effetti sono stati praticamente nulli. Perché? Si possono prefigurare gli estremi dell’omissione d’atti ufficio?

E sulla questione Figuccia e Volante hanno presentato un’interrogazione ad Orlando: “chiediamo quando finalmente il Comune riprenderà possesso dei suoi beni e quando questi immobili saranno a disposizione degli alunni, così da evitare di studiare in mezzo ad una strada. I nostri bambini attendono risposte certe, che finora purtroppo sono mancate”.

Una storia di ristorazione iniziata nel 2000, in una piccola spiaggia di Islantilla, Huelva, in Spagna con un concetto rivoluzionario, semplice e di facile realizzazione. Un’idea nata per dar vita ad un prodotto caratterizzato da ingredienti di qualità, il tutto condito da un modo divertente di ordinare. Una combinazione di grande successo che, oggi, sbarca anche a Palermo, con una location a Piazza Fonderia, accessibile direttamente dalla Cala. Domani l’inaugurazione alle ore 18.

“100 Montaditos” è un luogo pensato per i giovani ma non solo, dove condividere esperienze e vivere intensamente ogni momento che condisce  il consumo gastronomico in senso stretto. Sono già oltre 35 i locali aperti in Italia e che quello di Palermo è il secondo in ordine di apertura in Sicilia, l’altro si trova a Siracusa.

E proprio nella “Palermo Capitale italiana della cultura” il senso di questa nuova attività economica e culinaria si incastra con la famosa “tessera di quel mosaico”, citazione tanto cara al sindaco Orlando.

La peculiarità di questo modo di pensare la cucina sta proprio nel cibo che viene appoggiato su una fetta di pane. E ricorda moltissimo le  “Tapas” spagnoleuna grande varietà di antipasti e stuzzichini, propri della cultura gastronomica spagnola, che vengono spesso servite come accompagnamento ad un aperitivo prima di pranzo o cena.

Parlare di 100 Montaditos significa parlare di un prodotto unico, in cui qualità e originalità sono gli elementi distintivi. Una delle chiavi del successo del menù è il pane. Un pane unico, con una ricetta brevettata e infornato al momento dell’ordine del cliente. Un tipo di pane tradizionale, servito sempre caldo e croccante, preparato secondo una formula esclusiva e offerto ad un prezzo irresistibile. Pensato sia per i consumatori che per gli investitori e che si è collocato come tra i migliori franchising di ristorazione al mondo.

I panini che si possono trovare da 100 Montaditos sono fatti con un pane di qualità servito con 100 varietà di ingredienti. E a questo punto non resta che gustarli, nella certezza che il palato rimarrà pienamente soddisfatto.

 

 

“L’amministrazione comunale di Palermo, con colpevole ritardo, prova a correre ai ripari e sopperire alle proprie inefficienze chiedendo aiuto ai cittadini. E’ partito, infatti, un progetto per arruolare volontari per campagne di sensibilizzazione e per la promozione della raccolta differenziata nelle aree del Porta a Porta”. I consiglieri comunali cinquestelle a sala delle Lapidi, Concetta Amella e Antonino Randazzo mettono sotto accusa il Comune di Palermo e il sindaco Orlando in riferimento a quello che definiscono “un quadro allarmante in tema di raccolta differenziata”.

Il consiglieri comunali sostengono che “dal controllo e monitoraggio effettuato da Palermo Ambiente sulla RAP emerge una carenza del servizio di raccolta della differenziata e del coinvolgimento dei cittadini: la frequenza di prelievo dei contenitori stradali della raccolta differenziata è insufficiente e comporta il tracimare dei rifiuti”.ù

“Dati preoccupanti” a loro dire – anche sul “Porta a porta 2”. Parlano, inoltre, di “disservizi per mancati ritiri da parte della RAP che, nell’area Strasburgo, sarebbero addirittura quasi il 30 per cento”.

“Ad una partecipata che fa fatica, si aggiungono le anomalie relative alla non corretta differenziazione dei rifiuti da parte dei cittadini, circa il 40% degli utenti del progetto “Palermo differenzia 2” non effettua una raccolta differenziata di qualità a fronte di controlli e attività di sensibilizzazione e formazione sul territorio praticamente inesistenti”.

E infine, parlano della figura dell’ispettore ambientale, atteso ormai da 5 anni, che il Sindaco si era impegnato ad istituire. Era il dicembre 2013 quando Orlando, sottoscrivendo un protocollo d’intesa per l’avvio del progetto “Palermo differenzia 2”, aveva detto che in “tempi brevi sarebbe stato creato il ruolo di ispettore ambientale con poteri sanzionatori”.

“È l’ora di smetterla con i proclami e con le passerelle”concludono i due consiglieri pentastellati -. “La triste realtà è che Palermo continua a essere una città che non funziona nei suoi servizi essenziali, ma che purtroppo si ritrova un Sindaco che va avanti a forza di propaganda che inganna i cittadini”. E la Rap continua ad essere nel mirino dell’opposizione, proprio nei giorni dove è in discussione, in consiglio comunale, il bilancio consolidato, strumento essenziale, come ribadito dallo stesso Sindaco (potete leggere l’articolo cliccando qui), per la messa in sicurezza dei conti delle partecipate.

Dai banchi del Pd è Davide Faraone ad alzare la voce. Prepara anche un foglio, un minicartello che vorrebbe esporre, sul quale c’è scritto: “Cetto La Qualunque”. Una critica esplicita al premier ConteLaura Bottici, senatrice del M5S e questore del Senato, gli si avvicina e lo fa rientrare nei ranghi. Di piu’: lo avrebbe filmato, intimandogli di ritirare il cartello. Faraone abbozza. Qualche banco più in basso ci sono Marcucci e Simona Malpezzi che scalpitano. Bottici va a parlare anche con loro. Matteo Renzi, invece, segue il discorso di Conte in silenzio, ogni tanto frena anche i rumori di protesta che vengono dai banchi del suo partito.

Andrea Marcucci (Pd) affronta la senatrice Laura Bottici del M5S a brutto muso: E quando eravate voi a esporre i cartelli?”, ricorda il capogruppo dem. Quando la seduta finisce, mentre i senatori defluiscono e in tanti della maggioranza si avvicinano a Conte per stringergli la mano, Marcucci parte spedito verso i banchi del governo. Si rivolge, visibilmente arrabbiato, ai grillini Riccardo Fraccaro e Giulia Grillo. I tre però non si intendono. Marcucci è furibondo e continua a inveire rivolto ai pentastellati. Qui inizia, a distanza, lo scambio di battute con Saverio De Bonis (cinquestelle) che si conclude con Marcucci che esplode: “Che fai mi minacci? Ma vattene a fan…”. La tenzone si chiude con le scuse reciproche.

(fonte agenzia Dire)

“I grillini sono il CANCRO della politica italiana, perché attraverso l’orgoglio, attraverso la distruzione, attraverso l’approssimazione, l’ignoranza che li contraddistingue, stanno introducendo elementi di eversione al nostro sistema”. E’ quello che si legge in un post pubblicato dal vice presidende dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, sulla sua pagina di facebook. Le parole sono quelle del vice presidente della Regione siciliana, Gaetano Armao, riprese in un video durante un incontro con alcune persone.

“Questo è Gaetano Armao continua Cancellerivice Presidente della Ragione siciliana del governo Musumeci. Questa è l’unica politica che sanno fare, quella dell’insulto personale e delle zero idee. Mi aspetto le scuse a 11 milioni di elettori da questo personaggio, anche se in contesti più civili e etici il suo Presidente gli chiederebbe le dimissioni”.

Ma rimane anche il dubbio di chi abbia dato il video a Cancelleri. Sarà stato un “infiltrato” grillino o uno “spione?”. E come direbbe Antonio Lubrano: “La domanda sorge spontanea”.

“Lega xenofoba e il Movimento a cinque stelle fuori dall’ordinario, riuniscono bigottismo e incompetenza a un livello insolito. Sono un gruppo miserabile portato in alto sulla marea globale anti-liberale”. Un attacco durissimo sulle pagine del giornale americano New York Times, che porta la firma di Di Roger Cohen. Nel lungo pezzo pubblicato sull’edizione online, si va oltre all’analisi politica, arrivando all’insulto contro di noi e indirettamente contro i milioni di elettori che, forse anche per protesta, hanno fatto una scelta di rottura rispetto al passato. E questa va sicuramente rispettata.

E continua parlando della sua passione per “l’Unione Europea, il più pazzo propagatore di pace mai creato. Detesto la facile designazione dell’emigrante o di un estraneo come la fonte di guai nazionali, una forma di capro espiatorio con una storia terribile in Europa e ora in vivida esibizione nell’America di Donald Trump. Sono tutto per la serietà di intenti nel governo, e questo non può includere promettenti dispense per le quali non ci sono fondi. In breve, non vedo nulla nella Lega o nel Movimento a cinque stelle propagato su Internet che non mi facciano ribrezzo”.

Si può pensare bene o male di questo governo giallo-verde che ha preso il via qualche giorno fa, ma di certo gli elettori vanno rispettati e soprattutto va rispettato un Paese democratico qual è fino a contraria l’Italia. Ma Roger Cohen continua arrivando addirittura a definire il nostro governo come “terribile, schifoso” (potete leggere qui l’articolo del New York Times).

E infine, chiosa dicendo: “Non vedo niente nella Lega o nel M5S diffuso via Internet che non mi disgusti”.  Considerazioni che si aggiungono alle già pesanti critiche arrivate, nei giorni scorsi, dalla Germania. Ma nel pur legittimo diritto di cronaca che esercitiamo, facendo il nostro mestiere di giornalista, l’offesa gratuita non serve a nulla. Anzi crea ancora di più quel vuoto che, certamente, ad una politica ormai senza primato, non è utile. Il resto è solo “vilipendio” della nostra cara Italia, dei nostri cittadini e degli elettori.

 

 

 

 

“Oggi è avvenuta una nuova aggressione da parte di un uomo di origini straniere, che questa volta ha preso di mira uno dei mezzi dei vigili senza un apparente motivo. Bisogna far capire in modo chiaro a chi si permette di mettere le mani addosso ai nostri agenti, come accaduto nello scorso fine settimana ad un uomo della Polizia municipale di Palermo, solo per aver preteso il rispetto delle regole nel cuore della nostra città a Piazza Rivoluzione, che, come ha affermato lo stesso ministro, è finito il tempo del liberi tutti”.

E’ Sabrina Figuccia, consigliera comunale dellUdc, ma da un pò di tempo vicina alle posizioni politiche della Lega, ad intervenire sull’ennesima aggressione consumata a danno di un mezzo della Polizia municipale di Palermo.

La consigliera comunale esprime solidarietà all’intero Corpo dei vigili urbani, dopo  “la vile aggressione a uno dei nostri uomini in divisa della Polizia Municipale e a tutti coloro che ogni giorno tutelano la nostra sicurezza. E voglio, anche, lanciare un appello al Ministro degli Interno, Matteo Salvini: Occorre una vera riforma che non faccia più sentire soli tutti quegli uomini e quelle donne che ogni giorno rischiano la propria vita per difenderci, cercando di garantire la nostra sicurezza”. 

“A questi uominiaggiunge la Figucciavanno riconosciuti diritti sacrosanti che purtroppo ancora vengono calpestati e a volte non riconosciuti persino dalla stessa amministrazione comunale, come nel caso dell’indennità di pubblica sicurezza, di cui da troppo tempo si discute senza trovare una soluzione concreta. Come possiamo pretendere il rispetto dei cittadini se il Comune, in primis, non fornisce gli strumenti affinché questi uomini e queste donne possano svolgere più serenamente il proprio lavoro?

E attacca ancora il sindaco Orlando. “Questo il quesito da cui partire per avere città più sicure, al netto di facili proclami, di cui il Sindaco é fin troppo esperto. Mi auguro che anche Palermo si allinei al programma del governo nazionale e sono certa il Ministro degli Interno saprà bacchettare, laddove necessario, anche l’amministrazione Orlando che sembra non tutelare abbastanza i nostri migliori uomini e donne in divisa”.

Le reazioni.

Igor Gelarda, consigliere comunale M5S

“Massima solidarietà agli uomini della Polizia municipale che, ancora una volta, hanno subito un aggressione, in questo caso da un cittadino rumeno. Privi di mezzi e sotto organico, con una età media di oltre 50 anni e un’amministrazione comunale che non li ha mai tutelati in maniera adeguata, basti pensare che è in debito di svariati milioni di euro nei loro confronti. Lo afferma il consigliere comunale, Igor Gelarda (M5S).Faremo pressione affinché il nuovo governo istituisca un’anagrafe della Polizia municipale nazionale e che li doti di quegli strumenti per poter svolgere in sicurezza e al meglio la loro attività di polizia giudiziaria. E al Sindaco di Palermo dico che la Polizia municipale non è solo uno strumento per fare cassa, ma anche un importante mezzo per tutelare le nostre strade e i cittadini”.

E’ un Matteo Renzi a tutto campo che, in questi giorni, si trova all’estero, Cina e Usa, dove sta tenendo alcuni discorsi. Domani sarà in aula al Senato, per dare il suo voto contrario al governo giallo-verde di Lega e Cinquestelle.  Ed ha anche annunciato una nuova Leopolda per ottobre e la pubblicazione di un libro.

“Lega e grillini hanno promesso un libro dei sogni da 100 miliardi: il reddito di cittadinanza ne vale 20, la Flat tax 60, quota 100 vale 16, le clausole Iva 12. E noi dovremo essere i primi a farci sentire quando gli italiani capiranno che le risorse per realizzare i sogni non ci sono, e finirà la luna di miele”. E’ quanto scrive oggi il Corriere.it.

Difficile un suo intervento diretto in auka, ma sarebbe l’ultimo strappo alla “regola del silenzio”, mentre la dichiarazione di voto sarà fatta dal capogruppo dem Andrea Marcucci. E continua affermando che “sul Pd la palla è in mano a Maurizio Martina: non mi interessa fare alcuna corrente. Io sono intervenuto solo per bloccare l’operazione di accordo con il M5S”, proprio perchè si tratta di una cosa giusta”.

Renzi sta lavorando: “Ma adesso tocca a loro”. Come gli hanno detto anche le persone a lui più vicine, analizzando i motivi del doppio crollo referendum-elezioni: “Bisogna riprendere il contatto con la realtà delle cose, con i problemi della gente fuori”. E’ anche per questo che il senatore fiorentino ha inviato una email a tutti i cittadini e le imprese del suo collegio, che nelle prossime settimane andrà ad incontrare.

Quindi, un breve allontanamento dalle scene politiche per ritornare sul “palcoscenico” e cercare una exit strategy dal limbo in cui si trova il partito democratico, ormai ridotto quasi a numeri da prefisso telefonico. Basta ricordare il 40 per cento preso alle europee del 2014, che Renzi è stato capace di dilapidare, mandando in frantumi, se non al suicidio elettorale, il partito. Una condizione che di fatto ha aperto la strada all’ascesa inarrestabile della Lega e  al trionfo al sud dei pentastellati.

Adesso l’unica via per Renzi è quella di fare uscire fuori, anche mediaticamente, le contraddizioni politiche tra i due partiti vincitori del giro elettorale di marzo, convinto che le promesse, fatte da Lega e M5S, non potranno essere mantenute. Ma tutto questo da solo basterà per indebolire il consenso e invertire lo tsunami provocato da Salvini e Di Maio? La prova sarà quella dell’aula, ma soprattutto delle leggi che, non dimentichiamo, sono e saranno sempre soggette al “controllo” di Mattarella.