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Tragedia in mare a largo delle acque maltesi a causa molto probabilmente delle cattive condizioni meteo. Un peschereccio iscritto al compartimento marittimo di Siracusa, lo “Zaira”, è affondato la notte scorsa. Morto uno dei componenti dell’equipaggio, recuperati altri due marittimi e un quarto, il comandante, manca all’appello. Il naufragio si è verificato intorno alle 4.

A quanto sembra, l’imbarcazione avrebbe colpito uno scoglio, iniziando poi a imbarcare acqua per poi capovolgersi. Due uomini, di 35 anni, hanno nuotato fino a riva, ma un terzo, di 29 anni, non ce l’ha fatta e il suo corpo è stato recuperato qualche ora dopo da una motovedetta.

In serata le unità di ricerca hanno ritrovato il corpo del comandante Luciano Sapienza, che era stato dato per disperso dopo l’inabissamento dell’imbarcazione.

(Fonte foto Fatti&avvenimenti.it) – (Fonte video RepTv)

Un vero e proprio boom di richieste per un’iniziativa che mesi fa sembrava essere una provocazione. E’ tutto pronto, dunque, a Sambuca di Sicilia per la vendita delle “case ad 1 Euro”, il progetto che ha conquistato la ribalta internazionale in seguito alla decisione dell’amministrazione comunale di vendere alcuni immobili abbandonati del centro storico al prezzo simbolico di 1 Euro a base d’asta.

Il progetto si inserisce all’interno delle numerose iniziative per la promozione del comune della Valle del Belice, che nel 2016 ha conquistato il titolo di “Borgo più bello d’Italia”, e che ha registrato negli ultimi tre mesi un vero e proprio boom di presenze turistiche, soprattutto dall’estero. Il progetto delle “case ad 1 Euro” ha dato un formidabile impulso anche al mercato immobiliare privato, con oltre cinquanta case già vendute, in particolare ad acquirenti stranieri.

Uno scorcio di un’abitazione a Sambuca di Sicilia

Alla presenza di un notaio e dei rappresentanti della stampa, mercoledì 8 Maggio alle 10.30, nella la sede di Palazzo Panitteri, si procederà all’apertura delle buste con le offerte pervenute da tutto il mondo: Stati Uniti, Giappone, Argentina, Norvegia, Russia, Israele, Ungheria e anche dai paesi Arabi. E’ bastato un servizio televisivo della Cnn (che potete guardare in basso) con le immagini di Sambuca, poi ripreso dai media italiani e internazionali, perché il Comune fosse intasato da centinaia di telefonate e da oltre 100 mila email provenienti da tutto il mondo, tanto da rendere necessaria la creazione di una task force per rispondere alle migliaia di richieste.

Le “case a 1 euro” diventeranno anche un format televisivo internazionale: il network “Discovery Channel” ha infatti inviato un’offerta per l’acquisto di una casa la cui ristrutturazione sarà seguita da una troupe tv e raccontata da un’attrice americana.

“Se non ci sono novità dai Pm entro 15 giorni mi dimetto”. Lo ha dichiarato in una nota il sottosegretario leghista Armando Siri sulle indagini che lo vedrebbero al centro di una presunta tangente.

“Dal primo momento ho detto di voler essere immediatamente ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione. La disponibilità dei magistrati ad essere ascoltato c’è e confido di poterlo fare a brevissimo. Sono innocente, ribadisco di avere sempre agito correttamente, nel rispetto della legge e delle istituzioni, e di non avere nulla da nascondere. Proprio per questo, vivo questa situazione con senso di profonda amarezza”.

“Confido che una volta sentito dai magistrati – scrive ancora nella nota Siri – la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi. Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, sarò il primo a voler fare un passo indietro, rimettendo il mio mandato, non perché colpevole, bensì per profondo rispetto del ruolo che ricopro”.

Un gesto che di fatto ha il sapore tutto politico per una mossa sicuramente concordata con Salvini che, nei giorni scorsi, aveva detto chiaramente che Siri sarebbe “rimasto al proprio posto perchè le sentenze non le fanno i politici ma i giudici nelle aule giudiziarie”. E il countdown delle europee sembra accelerare vorticosamente una battaglia che, dopo il 26 maggio, deciderà il destino del governo giallo-verde.

Infine la decisione, di questi minuti, del premier Conte che ha annunciato di voler ritirare la delega a Siri al prossimo consiglio dei ministri. Praticamente il foglio di via per il fedelissimo di Salvini. Adesso, dunque, non resta che aspettare l’esito elettorale e l’inevitabile, forse, “vendetta politica” di Salvini, in caso di vittoria della Lega, all’indirizzo dell’alleato Di Maio.

“Per il M5S, nonostante Di Maio faccia finta di abbaiare, #Siri non è un problema. Ascoltate il sottosegretario, #Sibilia. Il suo commento a#CircoMassimo è da incorniciare”. Con un post su facebook l’ex braccio destro in Sicilia di Matteo Renzi e oggi senatore del Pd, Davide Faraone le manda a dire al sottosegretario grillino, Carlo Sibilia. Faraone ha pubblicato l’audio (ascoltate in basso) di Sibilia che sul caso Siri afferma: “Deve dimettersi, ma se non lo fa niente crisi”. E l’affondo del senatore del Pd: “Insomma, #PrimalePoltrone, alla dignità ci pensiamo poi”.


Lavora e vive in Italia Paul il migrante ghanese di 51 anni al quale è stato notificato un provvedimento di espulsione e contro il quale Biagio Conte ha iniziato uno sciopero della fame.

“Sto seguendo costantemente e attentamente con l’Assessore Giuseppe Mattina che cura tra gli altri i servizi anagrafici, la vicenda di Paul – ha affermato il sindaco Orlando che è intervenuto sul caso – anche in contatto con i suoi legali. Credo che si debba e si possa trovare una soluzione, come in tanti anche a livello istituzionale stiamo cercando di fare”.

“L’indignazione e l’ubbidienza costituzionale contro  un sistema legislativo ingiusto si uniscono all’impegno a fare tutto quanto è possibile per garantire diritti e dignità di Paul e dei tanti Paul vittime di una normativa inumana”.

“E’ quanto l’Amministrazione comunale sta facendo con il regolare avvio di procedure di iscrizione anagrafica di 200 richiedenti in piena ‘obbiedenza costituzionale’. Per quanto di competenza comunale – ha concluso Orlando – proseguiremo su questa strada. Tutto ciò ovviamente insieme alla solidarietà per Paul e per fratel Biagio al quale chiediamo con affetto di sospendere lo sciopero della fame.”

E il sostegno è anche arrivato dall’Arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, che ha parlato di un “provvedimento effetto di decreti disumani. Chi viene qui e viene nel segno di un bisogno di pace e di pane e non fa male a nessuno dopo anni di accoglienza, di bene fatto alla convivenza dei palermitani, non è giusto che sia ricacciato a casa”.

L’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice

Ritorna lo spettro di un possibile “default” per l’Amat, l’azienda partecipata del Comune che già da tempo naviga in brutte acque, finanziariamente s’intende. Proprio quasi un anno fa ne avevano parlato (clicca qui per leggere) perchè il presidente dell’epoca, Antonio Gristina, aveva inviato una lettera ai dipendenti Amat per dire che soldi per gli stipendi non ce ne erano. Questa volta, però, la gatta da pelare tocca al nuovo presidente Michele Cimino. A denunciare il fatto è la consigliera comunale a Sala delle Lapidi dell’Udc, Sabrina Figuccia che attacca il sindaco di Palermo Orlando.

“Un primo maggio amaro per i dipendenti dell’Amat – afferma la Figuccia – che invece di onorare la Festa dei Lavoratori hanno dovuto stringere la cinghia, rimanendo con i conti in rosso, non si sa ancora fino a quando. La mancata erogazione degli stipendi, mai accaduta con il nuovo management, torna tristemente alla ribalta e se a questo si aggiunge il nuovo piano triennale, le preoccupazioni crescono. In questi giorni è infatti stato ufficialmente trasmesso il piano di risanamento 2019/21″.

“Un piano – continua l’esponente dell’Udc – molto dettagliato che riporta al suo interno dati allarmanti che potrebbero addirittura minare la continuità aziendale mettendo a rischio i livelli occupazionali, come messo nero su bianco sul piano in questione. L’azienda lo dichiara espressamente, occorrono nuovi capitali, altrimenti a farne le spese saranno come sempre i lavoratori, con quelli che vengono definiti dalla stessa azienda ‘provvedimenti difficili e impopolari’. Si andrebbe dalla riduzione del costo del lavoro, alla seria difficoltà di ‘mantenimento dell’attuale organico aziendale’.

“In parole semplici – conclude la consigliera comunale – si passerebbe dal taglio dei salari ai licenziamenti se il Comune di Palermo non aprirà le casse che, al momento, sono decisamente asfittiche, forse a cause dei troppi sprechi e delle eccessive scelte sbagliate compiute finora dall’eterno sindaco Orlando”.

Adesso la passa più che a Orlando passa a Cimino che dovrà convincere il sindaco ad aprire i cordoni della borsa per evitare che la situazione possa degenerare in una Palermo dove la “lista” di problemi è infinita. Primo tra tutti quello della Rap che, in materia di differenziata come abbiamo più volte scritto (clicca qui per leggere), non brilla per efficienza. I dati parlano chiaro. Non resta, dunque, che aspettare sperando che i tempi non siamo biblici e che ai lavoratori dell’Amat possano essere erogati al più presto gli stipendi.

La replica del presidente dell’Amat Michele Cimino:

Il presidente dell’Amat Michele Cimino

“Soltanto un piccolo ritardo nei trasferimenti delle risorse finanziarie nelle casse dell’Amat, in concomitanza del lungo ponte pasquale, ha fatto slittare il pagamento degli stipendi a domani, 3 maggio. Nessuna volontà di ‘non onorare la Festa dei lavoratori’, come erroneamente scrive in una nota  la consigliera Figuccia, perché l’azienda e l’amministratore unico tengono ai lavoratori. Noi andiamo avanti grazie all’impegno quotidiano e serio di tutti i dipendenti dell’Amat, che potranno solo aumentare e non diminuire. Il Piano di risanamento serve a rilanciare e riorganizzare l’azienda, ed è un elemento necessario per scongiurare una crisi”.

“Vado via da #ForzaItalia”. E’ una Elisabetta Gardini decisamente barricadera quella che leggiamo sul suo profilo Fb con un post di fuoco contro chi “impedisce a Forza Italia di correggere quegli errori che l’hanno portata distante dalla sua base e dai suoi elettori. Chi oggi decide le sorti del partito semplicemente vuole che le cose continuino così. E la volontà di pochi impone questa agonia senza fine ai più”.

Senza giri di parole annuncia l’addio a Forza Italia, partito di cui è capogruppo al Parlamento Europeo. Molto probabilmente la decisione maturata per l’esclusione dalle liste che si stanno definendo.

“Una decisione dolorosa – si legge ancora nel post – che ho preso dopo una lunga riflessione e dopo aver constatato che le scelte politiche del partito non sono più quelle che mi avevano spinto ad aderire, a diventare parlamentare europeo e ad accettare di esserne il capo delegazione a Strasburgo.

Ringrazio il Presidente Silvio Berlusconi per l’affetto e la stima che mi ha sempre dimostrato e che sinceramente ricambio. Ma l’azione politica non poggia sulla mozione degli affetti. Un’agonia che lui non merita davvero per quello che rappresenta per la storia politica di questo Paese”.

E parla dell’impossibilità di “portare un contributo perchè non esiste alcun luogo di confronto. Buttiamo a mare il lavoro di#militanti#giovani#amministratori locali, #sindaci…. di tutte le persone che potrebbero riallacciare i legami con i nostri territori. Tutto questo ha portato Forza Italia lontano dalla sua missione. Non c’è più coerenza tra la ragione sociale per cui è nata e quello che è diventata”.

Nel mio lavoro di capo gruppo al #ParlamentoEuropeo ho cercato di tenere la barra dritta, battendomi per una partecipazione convinta e leale, ma cercando sempre una adesione critica e lucida, mai connivente con persone e forze che all’interno dell’Unione tentassero di subornare e mortificare la forza e il ruolo del nostro Paese, che dell’Unione è un fondatore”.

“Quella linea di azione non c’è più – conclude così il post – sostituita da una accettazione acritica e supina di decisioni prese da altri, in altre capitali europee, spesso senza consultare, e addirittura contro, l’Italia. Non ci sto, e con dispiacere ma con altrettanta convinzione vado via”.

Un vero e proprio “terremoto” che certamente non farà piacere a Berlusconi. E chissà che non si tratti di un’azione scientificamente studiata magari per approdare verso altri “lidi”. La cosa certa è che questa tegola, caduta proprio a ridosso della definizione delle liste per le europee, qualche domanda legittima la pone. E noi non possiamo che attendere le reazioni dei vari big berlusconiani, se mai ce ne saranno, e da queste capiremo se trattasi di “scherzi a parte” o di una reale epurazione.

Due giovani artisti: uno, Giuseppe Vassallo, occidentale, palermitano, e una orientale, Demi Liu, di Pechino che esporranno le loro opere nella mostra a tema “La Via della Seta – da occidente ad oriente (e viceversa)”, mettendo a confronto i loro lavori artistici.
L’occasione di questo incontro è legata ai recenti avvenimenti che hanno portato agli onori della cronaca i rapporti tra Italia e Cina. Il luogo della mostra è quella della galleria “La Piana arte contemporanea”. L’evento è stato ideato, organizzato e curato da Massimo La Piana e sarà inaugurato domani, 13 aprile, alle 18, nelle sale espositive della Galleria La Piana Arte Contemporanea, in via Isidoro La Lumia 79, a Palermo.

I due artisti realizzano le loro opere, seguendo dettami estetici filtrati dalle rispettive culture di appartenenza ed arricchite dallo studio e dalle rispettive, individuali, esperienze di vita. Entrambi, comunque, hanno completato la loro formazione all’accademia di Belle arti di Palermo e prediligono una matrice estetica  figurativa.

Possono, senza alcun timore, essere definiti dei virtuosi del disegno: le opere di Demi Liu’ (più grafiche) sono ricche di particolari da scoprire e ricercare, quelle di Vassallo (più pittoriche) sono caratterizzate da un tratto cristallino che si sviluppa in atmosfere cosmiche e fuori dal tempo.

Sarà esposta un’ampia selezione di disegni e acquerelli di Demi Liu (al suo esordio nella sua prima mostra nel circuito delle gallerie) e una decina di oli su tela appartenenti alla recente produzione di Giuseppe Vassallo.

Le opere di Vassallo provengono da una mostra istituzionale realizzata all’istituto Italiano di cultura  di Budapest a Novembre e sono inedite per l’Italia. Vassallo sviluppa la sua poetica attraverso una figurazione bicromatica (bianco, nero, seppia) estremamente particolareggiata, limpida, cristallina, ispirata da e ad immagini degli anni ’50, il cui realismo  viene arricchito  da inserimenti di pulviscolo cosmico su campiture astratte o più precisamente da nebulose di origine astrale. L’uomo è solo nel suo fare ma è indissolubilmente legato all’universo che lo circonda. Le comunità lo accolgono, lo respingono, lo assorbono, lo inducono nella tentazione di essere barca in mezzo al mare, ma ritrovando se stesso non può fare a meno di constatare il proprio senso di appartenenza al mondo, il suo essere animale sociale e la sua inevitabile partecipazione alle cose dell’universo.

Demi Liu è nata nel Beijing l’8 Ottobre del 1992 e ha terminato la sua formazione a Palermo nel 2018. Le sue opere sono caratterizzate da una straordinaria attitudine al disegno, ogni lavoro è costruito su soggetti  arricchiti da una moltitudine di dettagli estremamente curati. I soggetti sono declinati attraverso una giustapposizione di immagini, come da tradizione orientale, fluttuanti in sfondi di inchiostri diluiti ed ispirati o a paesaggi fantastici o al caos del mondo contemporaneo, dove architetture antiche e moderne convivono fianco a fianco senza una reale visione armoniosa. Le opere esposte sono inspirate a Palermo (città dove l’artista vive e lavora) e costituiscono il racconto della visione di una donna orientale che guarda alla città non da turista ma da abitante integrata, conscia delle proprie origini culturali, attratta dalle mille contraddizioni panormite.

“L’arte dona a tutti la possibilità di guardare il mondo con gli occhi di chi ha un punto di vista  o una cultura antropologica differente dalla nostra – sottolinea il curatore della mostra Massimo La Piana e ci permette di allargare i nostri orizzonti, di migliorare, di diventare cittadini del mondo senza doverlo  fisicamente traversare”.

L’esposizione sarà visitabile, con ingresso libero, fino al 4 maggio 2019, tutti i giorni, festivi e mercoledì mattina esclusi, dalle 10.30 alle 13 e dalle 17 alle 20.

Un’altra grana all’indirizzo dell’assessore Giusto Catania ma questa volta in tema di ambiente. A porre la questione il deputato nazionale Adriano Varrica, quello regionale Giampiero Trizzino e il consigliere comunale di Palermo, Antonino Randazzo tutti esponenti del M5S che, in una lettera, hanno chiesto all’assessore della giunta Orlando di “relazionare sulle risorse che il Comune avrebbe dovuto trasferire all’ex partecipata e ormai fallita Amia a titolo di gestione post mortem delle vasche di Bellolampo, come previsto dalla normativa vigente”.

“Dove sono finiti – si legge nella lettera – i circa 70 milioni di euro che il Comune di Palermo avrebbe dovuto accantonare ai sensi della normativa vigente per la gestione post mortem delle vasche di Bellolampo? È una cifra enorme che la curatela fallimentare dell’Amia sostiene non essere mai stata trasferita alla partecipata. Il Comune la smetta di fare orecchie da mercante e di temporeggiare. Risolva piuttosto i problemi che ha creato nel settore rifiuti”.

E, infine, nel documento i pentastellati chiedono che il “Comune individui soluzioni concrete per risolvere la vicenda entro i termini della prossima conferenza dei servizi, al fine di tutelare la salute e l’ambiente dei cittadini palermitani”.

E sulla Rap anche l’allora capogruppo pentastellato in consiglio comunale Ugo Forello aveva attaccato il primo cittadino parlando addirittura di fallimento dell’azienda (clicca qui per leggere l’articolo). Così come la consigliera comunale del M5S, Concetta Amella, (oggi capogruppo) che aveva lanciato l’allarme, spingendosi addirittura a chiedere le dimissioni del Sindaco. Una situazione che certamente non è nuova negli ambienti di Palazzo delle Aquile e che già nel 2015 lo stesso presidente di quel tempo della Rap, Sergio Marino, aveva “denunciato” scaricando le responsabilità sugli operatori dell’ex Amia (clicca per leggere qui l’articolo). Insomma uno scaricabarile che speriamo oggi non debba ripetersi ma soprattutto una domanda, quella sui 70 milioni “spariti”, a cui siamo certi l’assessore Catania saprà rispondere.

La Lega rimane inchiodata come primo partito, anche se perde leggermente consenso con un vantaggio di 10 punti percentuali sul M5S e Partito Democratico. A confermarlo è il sondaggio commissionato da Emg Acqua per la trasmissione di Rai3 “Agorà”.

Dunque, se si andasse a votare oggi il partito di Salvini prenderebbe il 31,4 per cento dei voti, nonostante un leggero calo dello 0,5 rispetto alla scorsa settimana. Dietro troviamo il Movimento cinquestelle al 22,3 per cento con un calo dello 0,4 per cento rispetto alla scorsa settimana.

Quindi restano, comunque, alti i consensi dei due partiti di governo che insieme fanno registrare il 53,7 per cento. A guadagnarci sono invece le opposizioni di centrodestra, con Fratelli d’Italia che aumenta dello 0,1 per cento arrivando al 4,8% e Forza Italia che guadagna quasi un punto percentuale e si attesta al 10,1%.

In salita il Pd, che raggiungerebbe il 21,5% delle preferenze, lo 0,4% in più rispetto a una settimana fa. Nel centrosinistra, troviamo ancora +Europa al 2,9% e gli altri partiti, tra cui Mdp, Si e Verdi che insieme raccolgono il 4,6% dei voti, l’1,2% in più di sette giorni fa. Nel centrodestra, invece, viene rilevato anche il dato di Noi con l’Italia, allo 0,5%, in leggero calo (dello 0,1%).

Agli intervistati è stato chiesto anche un parere sulla flat tax. Il 49% ha detto che non la vuole perché “le tasse devono essere progressive come dice la Costituzione”. Una percentuale che sale al 72% tra gli elettori del Pd ed è al 44% tra quelli dei Cinque Stelle e al 28% tra quelli della Lega. Per il 50% degli intervistati, comunque, la priorità è quella di evitare l’aumento dell’Iva. Una percentuale più alta ancora tra gli elettori di M5S e Pd. Per il 45%, invece, la priorità è abbassare le tasse.

Il sondaggio rileva che più di un italiano su due, quindi il 56%, ritiene che la recessione tecnica sia colpa delle scelte dei governi precedenti, mentre solo il 32% imputa la responsabilità all’attuale esecutivo. Inoltre, il 32% degli intervistati ritiene che il governo Conte durerà almeno fino a fine anno, mentre per il 30% finirà la legislatura. Per il 27%, infine, l’idea è quella di una vita breve dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, che potrebbe terminare già dopo le europee.

Non resta, dunque, che aspettare l’esito delle elezioni europee e capire quali saranno le mosse di Salvini in una “scacchiera” dove ogni mossa è abilmente cronometrata. E il rumore del ticchettio dell’orologio, come in una partita alla Karpov, si fa sempre più incessante. Staccherà davvero la spina al governo giallo-verde?