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“Sono convinto che l’incarico meritatamente conferitole è tra i più importanti se non il più importante che si possa ricevere oggi. Infatti in un’ora drammatica per il presente e il futuro della nostra civiltà e dei nostri popoli, caratterizzata da un caduta verticale della sana antropologia e l’avvento di un confuso sincretismo frammisto a relativismo, disorientamento e sfiducia frutto di vuoto esistenziale, il dirigere chi si deve occupare di formazione, di trasmissione della saggezza e di educazione sia compito arduo e grandioso insieme”.

E’ quanto afferma Alessandro Pagano, vice capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati, in una lettera aperta rivolta a Raffaele Zarbo, neo dirigente dell’ufficio scolastico regionale della Regione siciliana.

“Chi insegna – dobbiamo ricordarci – non è padrone della nostra conoscenza, ma collaboratore della nostra saggezza: ci conduce per mano, con i suoi discorsi, a incontrare la verità delle cose. Dobbiamo indirizzare i nostri formatori, i nostri maestri, a superare la riduzione della persona a prodotto di una serie di meccanismi biologici come è stato spesso ridotto.
Occorre costruire cammini di liberazione dalla violenza di un basso e diffuso materialismo, dall’agnosticismo e dal naturalismo. E ricordare che solo la verità delle cose rende liberi”.

“L’educazione è processo con cui si fa crescere secondo la natura di ciò che cresce: si cava – in altri termini – ciò che già c’è, ma allo stato potenziale.
Queste sottolineature potrebbero sembrare riflessioni generiche e lontane dal tema della scuola e del dirigerla e amministrarla. Ma ritengo ne siano invece le premesse. Perché solo una profonda rimeditazione su alcuni punti fermi circa l’educazione può essere caparra di rinascite autentiche profondamente umane così come sociali ed economiche e non solo di facciata e mai interiorizzate”.

“Secondo il grande storico britannico Christopher Dawson, è necessario che l’uomo occidentale inverta la tendenza che ha dominato la nostra civiltà durante gli ultimi secoli e recuperi l’uso delle sue facoltà spirituali superiori, atrofizzate nella ricerca del potere politico, finanziario e tecnocratico. Tale riscoperta, sia religiosa che filosofica, presuppone la riforma del sistema d’istruzione, che non veicola più l’esistenza del fattore spirituale sia nell’interiorità individuale che nella vita associata. Fino a che la tradizione culturale cristiana avrà spazio nell’istruzione superiore, la vittoria del secolarismo nella cultura e della sua proiezione sociopolitica non sarà completa, e l’ordine tecnocratico, che oggi minaccia la libertà e la stessa esistenza dell’uomo, potrà essere subordinato a un principio superiore l’unico capace di limitarne le potenzialità totalitarie”.

Infine Pagano ha espresso gli auguri a Zarbo per il “lavoro che ha di fronte, lavoro che può diventare di portata storica, ricco di prospettive e di grande valore”.

E’ bastata la disattenzione di una passeggera davanti a lei, all’aeroporto di Torino Caselle prima dell’imbarco, per farle pensare bene di rubare un orologio Rolex in acciaio, oro e brillanti da 8mila euro e un bracciale di Tiffany da mille euro. La donna, Monica Pirovano, amministratrice delegata della Cogne acciai speciali di Aosta, è stata denunciata dalla Forze dell’Ordine per furto aggravato. Gli agenti sono risaliti a lei grazie alle banche dati relative ai passeggeri e alle immagini di sorveglianza dell’aeroporto: le telecamere l’hanno ripresa mentre, in coda ai controlli di sicurezza, ha preso dalla vaschetta porta oggetti l’orologio e il bracciale della signora davanti. E poi li ha indossati prima di imbarcarsi. La derubata, diretta in Sardegna con la famiglia, era convinta che i preziosi fossero stati recuperati dal marito.

“È stato un malinteso, in totale buonafede. Siamo stupiti dell’attenzione che ci è stata riservata”. Così l’avvocato Maurizio Bortolotto, difensore di Monica Pirovano, amministratrice delegata della Cogne acciai speciali di Aosta ed ex presidente di Confindustria Valle d’Aosta. “Abbiamo dato la massima disponibilità ad incontrare il pubblico ministero per spiegare quanto accaduto. Quando sarà possibile, mi auguro al più presto, incontreremo il pubblico ministero, titolare del fascicolo”, ha aggiunto il legale. La vicenda risale ad alcuni giorni fa. “C’è la massima serenità, chiariremo tutto” conclude l’avvocato Bortolotto.

Luigi Di Maio è stato confermato capo politico del M5S con l’80% delle preferenze sulla piattaforma Rousseau. A dire sì alla conferma di Luigi Di Maio sono stati 44.849 votanti. In 11.278 hanno invece votato contro. Di Maio ha affermato: “Non mi monto la testa, questo è il momento dell’umiltà”.

E su facebook scrive un lunghissimo post dove ringrazia tutti per avergli confermato la fiducia. Adesso anche Salvini potrà tirare un sospiro di sollievo avendo il Di Maio il miglior assist per poter continuare a fare il mazziere di un governo dove, giorno dopo giorno, potrà continuare a dare le carte.

La professoressa palermitana Rosa dell’Aria non sarà sanzionata. “La soluzione è stata trovata e, quindi, non è più necessario fare ricorso al Tribunale di Palermo: una dichiarazione di illegittimità della sanzione che fa venir meno gli effetti giuridici della sanzione stessa”.

Sono gli avvocati Fabrizio La Rosa e Alessandro Luna, legali della docente a parlare immediatamente dopo l’incontro avuto a Palermo con i dirigenti del Ministero della Pubblica istruzione. “Nei prossimi giorni – come loro stessi hanno confermato – ci incontreremo per definire i dettagli in modo formale”.

L’insegnante, che era già rientrata lunedì scorso al liceo industriale di Palermo “Vittorio Emanuele III, era stata sospesa per 15 giorni dal provveditore Marco Anello. La vicenda era scaturita da un lavoro svolto dagli alunni della docente che avevano paragonato le leggi razziali al decreto sicurezza di Salvini. E da li era scattata la sospensione e la sanzione contro la professoressa perchè ritenuta colpevole di omesso controllo.

(fonte foto Balarm.it)

E’ un luogo da tempo abbandonato quello dell’ex deposito delle locomotive delle ferrovie dello Stato, in quella parte di piazza Europa a Catania, sul lungo mare di Ognina. Ed è proprio là che si vorrebbe dare vita ad un progetto architettonico ambizioso. “Un vero e proprio atto di riscatto culturale della città e del suo tessuto sociale e urbano”. Ad annunciarlo è l’ingegnere Francesco Nicolosi Fazio per una complessa idea architettonica che lui coltiva da quasi un ventennio: costruire, una accanto all’altra, una chiesa, una sinagoga e una moschea, insieme ai rispettivi istituti religiosi.

Il luogo dove nascerà la Moschea e la Sinagoga

“Intervenire in quest’area, bonificando un tratto del waterfront di Ognina che oggi interrompe bruscamente la vista del litorale della città – dice Nicolosi Fazio – significherebbe ridare dignità a una zona molto amata da cittadini e turisti, con un forte messaggio di rigenerazione urbana di luoghi simbolo che custodiscono la nostra identità»,

E per confermare la fattibilità dell’opera l’ingegnere e intellettuale catanese ha sottolineato la possibilità di “ricavare una parte dei finanziamenti dai fondi europei appositamente destinati ai progetti d’integrazione, ma soprattutto dalle risorse internazionali delle comunità religiose coinvolte. Non da ultimo, anche attraverso il prezioso strumento popolare del crowdfunding”.

Dal punto di vista pratico – ha aggiunto l’ingegnere – occorre acquistare il terreno di proprietà delle Ferrovie dello Stato, successivamente il recupero dell’area prevede interventi ad hoc sulle strutture già esistenti degli ex capannoni. Affinché il possibile diventi concreto è chiaramente è indispensabile l’appoggio politico dell’Amministrazione comunale”.

La presentazione del progetto a Catania

E il Comune di Catania ha manifestato il proprio interesse attraverso la presenza e le parole dell’assessore all’Urbanistica Alessandro Porto: “Condividiamo le proposte che come questa vanno nella direzione del bene collettivo» ha detto, confermando l’impegno preso dal componente della Commissione Urbanistica Salvo Di Salvo, sostenitore del progetto da lunga data: Ritengo che ci siano tutte le condizioni affinché la ‘Piazza delle Tre Culture’ possa trovare un proprio spazio all’interno del redigendo Piano regolatore generale di Catania. Mi assumo l’incarico di portare avanti la proposta perché si tratta di un’opera monumentale che può dare lustro al capoluogo etneo”.

La filosofia dell’accoglienza dell’altro, che sta alla base dell’idea di Nicolosi Fazio, ha accomunato i rappresentanti delle tre religioni coinvolte: l’imam di Sicilia e della moschea della Misericordia di Catania Kheit Abdel Hafid ha voluto sottolineare “la straordinaria capacità di dialogo che appartiene alla città”, mentre mons. Gaetano Zito e il rabbino Stefano Di Mauro hanno fatto pervenire il loro pensiero: “Non possiamo dimenticare – ha detto il rappresentante cristiano – che le nostre coste erano di passaggio nella navigazione tra Roma e il Medio Oriente, sia l’ebraismo, che il cristianesimo e l’Islam sono di fatto approdate nell’isola da qui”; mentre l’israelita ha ribadito come “da troppo tempo i popoli si fanno la guerra e sacrificano vite umane con la scusa di questa o quella religione che si crede l’unica degna di essere seguita”.

IL LUOGO INDIVIDUATO

Sorge su un promontorio lavico sul mar Jonio, cela anche una forte valenza evocativa nel toponimo della località individuata, “U Caitu”: è infatti l’unica denominazione di contrada urbana che a Catania ha conservato l’antica origine araba risalente a “al Cait”, la qualifica del comandante dell’esercito a cui, al tempo della dominazione araba, potevano assurgere anche uomini appartenenti a religioni diverse. Come quelli che s’incontrerebbero nella futura Piazza delle Tre Culture. Una nuova funzione che restituirebbe, dunque, a quel particolare luogo la sua storia, tramite un progetto di rigenerazione urbana che racchiude nella sua essenza una rinascita culturale di Catania, all’insegna dei principi di accoglienza, identità, convivenza pacifica, dove culto e cultura si uniscono per vincere il fondamentalismo e l’intolleranza.

IL PROGETTO

Il progetto di recupero prevede di aprire un varco verso oriente tra i 36 capannoni delle locomotive attualmente esistenti, disposti radialmente. Di questi, 12 verrebbero demoliti mentre i restanti 24 verrebbero accorpati e ristrutturati per formare i 6 edifici composti da 4 capannoni ciascuno e divisi in due corpi contrapposti. Gli ambienti destinati ai singoli istituti di cultura ospiteranno sale polifunzionali, sale per conferenza, biblioteche e uffici. 

Al centro della piazza, a pianta circolare, è prevista una scultura triangolare, simbolo delle tre religioni-culture ma anche della forma della Trinacria. Infine, due grandi querce e un ulivo, entrando da Piazza Europa, a preannunciare ai visitatori il tema della Piazza delle Tre Culture come luogo di pace e incontro.

A est degli edifici della piazza è prevista una “Bambinopoli”, con un giardino verde dedicato ai più piccoli di tutte le fedi ed etnie e, all’interno, un anfiteatro da 200 posti con un suggestivo proscenio sul mare.

A ispirare il progetto architettonico della Piazza delle Tre Culture, che nella dislocazione e nella forma degli edifici dalle avvolgenti facciate rimanda alla tradizione barocca siciliana, è stato il concetto del viaggio e della navigazione, con i sei edifici che compongono i due corpi simmetrici della Piazza-corte progettati per essere poggiati su una siepe di lava e verde, come a voler solcare le onde lungo il tragitto tra Piazza Europa e il mare Jonio attraversando la piazza. Un simbolismo visibile nella soluzione delle “navate-navi” e negli oblò che caratterizzano il prospetto degli edifici di culto, sormontati dalle tre “polene delle fedi”.

“Piazza delle Tre Culture” è infatti concepita come un monumento al dialogo interreligioso, alla memoria, ma anche un luogo d’incontro fra tutte le genti, di qualsiasi religione, nazionalità o estrazione sociale. Un “Bastione delle fedi” che nello spazio urbano recuperato ospiterebbe una chiesa, una moschea e una sinagoga, tutte vicine in una grande piazza esagonale completata specularmente dagli istituti di cultura delle tre grandi religioni monoteiste: israelitica, cristiana e islamica. Un’agorà simbolo di un “duplice abbraccio” rivolto ai cittadini: da una parte il rifugio religioso rappresentato dai tre luoghi di culto, dall’altro quello identitario e morale dei tre istituti di cultura contrapposti.

Un incontro con il tessuto imprenditoriale siciliano che ha come obiettivo la promozione, presso le imprese siciliane, degli strumenti più indicati e specifici per ogni esigenza imprenditoriale. Un vero e proprio vademecum per presentare le linee di finanziamento destinate alle micro, piccole e medie imprese siciliane e ai giovani imprenditori, quali Chirofast, ChiroPMI, Chiro Resto al Sud ed il Fondo di Garanzia di MCC a copertura del rischio di credito. Si tratta, dunque, di nuovi strumenti di accesso al credito che rappresenta un elemento di rilievo nel processo di crescita delle imprese.

Il “roadshow informativo” prenderà il via lunedì 3 giugno, alle 10, a Siracusa presso Libero Consorzio Comunale di via Roma 31. Nello stesso giorno, a Ragusa, alle 15.30 si svolgerà un incontro presso la sede del Libero Consorzio Comunale di viale del Fante 10. L’evento per la Sicilia orientale si concluderà l’indomani martedì 4 giugno, alle 10, a Catania presso la sede di Irfis-FinSicilia in via Domenico Cimarosa, 24.

L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto CREDinSICILIA, il polo siciliano per lo sviluppo delle imprese, in piena coerenza con l’azione del Presidente della Regione Siciliana, dell’Assessorato Regionale dell’Economia e dell’intero Governo, in linea con la mission di Irfis-FinSicilia, la finanziaria partecipata al 100 per cento dalla Regione Siciliana.

Insieme a partners di primissimo piano a livello nazionale quali Mediocredito Centrale e Invitalia con incontri mirati organizzati su base provinciale si vorrà portare a conoscenza di chi già fa o farà impresa in Sicilia un panorama completo di tutti gli strumenti finanziari per far nascere, crescere e consolidare l’imprenditoria siciliana.

Non si ferma la scia di polemiche attorno alla vicenda che riguarda il ritorno in Rai del giornalista Gad Lerner. Questa volta ad attaccare Matteo Salvini, reo di aver lanciato un “editto” contro lo stesso Lerner è Davide Faraone, ex sottosegretario del governo Renzi e braccio destro in Sicilia dell’ex segretario Pd.

Faraone su Facebook ha postato il video di Salvini nel quale il viceministro parla di Lerner e del suo debutto a giorni su Rai3 con il programma L’approdo: “Si sentiva proprio il bisogno di portare in Rai un volto nuovo come Gad Lerner nella Rai del cambiamento. Me lo ricordo già trent’anni fa ad attaccare la Lega”.

L’esponente renziano scrivesu Fb: “Salvini scambia Salini, l’amministratore delegato Rai, per il suo cameriere. Vuole ordinargli chi può lavorare e chi no nella televisione pubblica. Ricordi il capo della Lega Nord, che può comandare solo a Radio Padania, la Rai è di tutti i cittadini per fortuna”.

Un durissimo attacco che segue una dichiarazione fatta dallo stesso Lerner: “Mi limito a ricordare che per ora grazie al cielo la Rai è di tutti e non solo di coloro che la pensano come la persona che si è lamentata ieri”.

Quindi, adesso, l’occhio sarà puntato sulle cinque puntate del programma di Lerner che, forse, diventerà un’altra “Arena” ma non quella di Giletti. E l’ulteriore scontro, se i temi dovessero essere tutti contro l’imperante sovranismo salviniano, potrebbe di fatto avvantaggiare il segretario della Lega. Un’altro errore della sinistra? Non resta che aspettare il 3 giugno data di debutto del programma.

“La generosità di Luigi Di Maio di mettere insieme 3-4 incarichi, per me, in qualche modo, deve essere rivista”. Lo dice alle telecamere del fattoquotidiano.it (cliccare qui per vedere il video) il senatore M5s Gianluigi Paragone. “E’ fuor di dubbio che c’è bisogno di una discontinuità. M5s – prosegue Paragone – per ripartire ha bisogno di una leadership politica non dico h24 ma non siamo lontani”.

“Quando c’è una sconfitta gli errori si distribuiscono, le responsabilità si assumono, i cambiamenti si mettono in conto. La responsabilità in capo ad un solo uomo è deleteria per il MoVimento, ed è un concetto da prima repubblica. Usato e abusato da Renzi & Co. Il modello culturale di riferimento di M5S è la partecipazione. Grillo e Gian Roberto Casaleggio ci hanno insegnato a stare nel mezzo, ad ascoltare la forza dal basso delle scelte e delle idee di portavoce e attivisti”. Lo scrive su Facebook l’esponente del M5S Roberta Lombardi.

“Il voto è stato un grande disastro di cui si deve assumere tutta la responsabilità Luigi Di Maio, visto che si è blindato con un regolamento che gli dà tutti i poteri”. Così Elena Fattori, senatrice ribelle del M5S, in un’intervista al Corriere della Sera in cui annuncia: “In assemblea chiederò le sue dimissioni dai due ministeri. Non può fare tutto e male”. Quanto a un passo indietro da leader del Movimento, “se qualcuno lo chiedesse, dovrebbe rimettere il mandato in mano agli iscritti. Con una disfatta del genere non si può far finta di niente”. “Gli errori sono stati tanti, a cominciare dal fatto che si è dato troppo spazio a Salvini”, e il cambio di rotta è stato “tardivo e poco convincente. La nostra aggressività è stata insensata, visto che abbiamo lasciato fare qualunque cosa a Salvini”, dice Fattori, che contesta l’autorità dei quattro leader che hanno detto a Di Maio di restare.

“A breve abbiamo un’assemblea parlamentare e ne discuteremo” in quella sede. Lo ha detto il sottosegretario Stefano Buffagni interpellato dai cronisti sul ruolo di Luigi Di Maio nel foyer del Consiglio regionale della Lombardia. “Il gruppo parlamentare è una parte del Movimento – ha aggiunto Buffagni -. Il Movimento è molto più ampio e questo è importante da ricordare. Dopodiché vedremo”. A chi gli fa notare che rispetto alle ultime elezioni il M5S ha di fatto dimezzato i consensi, il sottosegretario ha risposto che “al 32% lo aveva portato lui”. “Il problema – ha proseguito- non è Di Maio, ma è tutta la situazione: i cittadini hanno dato un messaggio ed è giusto dare risposta ai cittadini”. Buffagni che ha la delega agli Affari Regionali, ha spiegato di essere al Pirellone perché “ogni tanto ci sono temi regionali da affrontare”, senza specificare altro.

“La velocità della politica e’ incredibile, ruota vorticosamente. A volte va bene, a volte, come in questo caso, va male. L’esito delle elezioni europee ci dice che 4 milioni e mezzo di persone ci hanno sostenuto in Europa mentre una parte consistente di elettorato, sfiduciato, ha preferito non esprimersi. E’ nostro dovere, a questo punto, fermarci, analizzare, comprendere gli errori e metterci in moto per rimediarli. Ciò che è certo è che l’esame di coscienza devono farlo tutti e a tutti i livelli. Nessuno, oggi, può esimersi da questo percorso o ergersi a censore perché la storia del MoVimento 5 Stelle ci insegna che si vince tutti insieme e si perde tutti insieme”. E’ quanto dichiara il presidente della Commissione per le Politiche dell’UeSergio Battelli, del M5S. “Ben vengano, allora, le critiche costruttive – prosegue Battelli – ma privare Luigi Di Maio del nostro sostegno significa commettere un grave errore di valutazione politica e rinnegare le nostre origini. Il segnale è chiaro: servono più dialogo e umiltà da parte di tutti”.

Niente espulsione per Paul Yaw, il ghanese che da due settimane digiuna insieme con il missionario laico Biagio Conte nella piazza in cui è stato ucciso padre Pino Puglisi a Palermo.

Il Tar, come cita l’Adnkronos, questa sera ha accolto la sospensiva del provvedimento di rigetto della domanda di permesso di soggiorno. Nei giorni scorsi Giorgio Bisagna dell’Associazione Adduma, che si occupa di diritti umani, e che segue il caso di Paul Yaw, ha depositato il ricorso al Tar contro il rigetto del rinnovo del permesso di soggiorno. Yaw, infatti, ha ricevuto parere negativo alla sua richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno. Da dieci anni lavora come idraulico all’interno della missione, ma questo non gli è bastato a ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Proprio oggi pomeriggio al digiuno in piazzale Anita Garibaldi si sono uniti in centinaia. In corso un presidio attorno a Biagio Conte, arrivato al 15esimo giorno di digiuno, con le catene ai piedi.

Il missionario laico Biagio Conte

“Sono molto soddisfatto per la decisione del Tar e aspettiamo che la questione possa condurre a una veloce conclusione della vicenda”, commenta l’avvocato Bisagna con L’Adnkronos. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’arcivescovo Corrado Lorefice hanno fatto nei giorni scorsi visita a Biagio Conte (clicca qui per leggere il nostro articolo): “La Chiesa e le istituzioni si stringono attorno a Biagio Conte che dà voce all’uomo invisibile”, avevano detto Orlando e Lorefice. “In una Palermo che non dimentica nessuno”.

E’ stato dopo che il decreto di espulsione è arrivato a Paul, ospite da dieci anni nella missione Speranza e Carità a Palermo, che Biagio Conte ha deciso di scendere in strada a digiunare per opporsi a quella che ritiene “una palese ingiustizia”.

Paul Yaw Aning, 51 anni, è un migrante irregolare, con permesso di soggiorno scaduto che non è stato possibile rinnovare, finito così nelle maglie della giustizia italiana. Paul arriva in Italia 17 anni fa, a Bologna, per lavorare in fabbrica. Poi la crisi, la chiusura dell?azienda. Dieci anni fa il giovane ghanese si trasferisce a Palermo, trovando ospitalità nella missione “Speranza e Carità” di Biagio Conte. Paul diventa uno dei principali collaboratori di Biagio. E’ idraulico e diventa un prezioso riferimento delle tante cose da fare quotidianamente in una struttura che ospita oltre mille senzatetto. Poi, l’arrivo del decreto di espulsione emesso dal prefetto e da un provvedimento di accompagnamento alla frontiera firmato dal questore, decisioni convalidate il 26 aprile dal giudice di pace.

(fonte adnkronos)

“Io per 11 mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e con i grillini, invece, comincio a vedere troppi accoppiamenti fra PD e Cinquestelle, troppa sintonia”. E’ un Salvini durissimo che si scaglia contro Di Maio, in una campagna elettorale che inevitabilmente, giorno dopo giorno, sta alzando i toni. Nulla che non rientri nella “dialettica elettorale” dello scacchiere politico attuale dove sembra proprio che il “contratto” di governo possa forse considerarsi “carta straccia”.

“No alla flat tax, no ad Autonomia, no al nuovo decreto sicurezza. E magari riapriamo i porti – dice ancora il ministro dell’Interno – . Mi spieghi qualcuno se vuole andare d’accordo con il PD o con gli italiani e la Lega rispettando il patto”.

Di contro la risposta “stizzita” di Di Maio: “M5S spostato a sinistra? Se la sinistra è il Pd, per carità…Dio ce ne scampi. Non c’è un capo politico che abbia attaccato il Pd come me, il Pd è ancora quello dei renziani con Zingaretti davanti, non voglio averci nulla a che fare”.

E continua sferrando una sciabolata contro Salvini: “Da quando c’è stato il caso Siri la Lega l’ha presa sul personale. Sto chiedendo un vertice di governo e vedo un pò di irritazione”.

“Con Salvini non si tratta di litigare. Semplicemente, sono una persona moderata: quando l’asticella si sposta troppo come accadde a Verona, dove c’era gente che andava dicendo che la donna deve stare a casa a pulire, o quando vedo sui social il ministro dell’Interno che imbraccia un fucile, allora dico la mia”. 

E la paura che Salvini stacchi la spina la manifesta dicendo: “Il governo deve continuare. Quattro anni per mantenere quello che abbiamo promesso”. Ma poi si corregge: “Non temo affatto le urne ma l’unica paura che ho è che l’esasperazione di certi toni possa aumentare il livello di tensione sociale”.
Dunque, la resa dei conti arriverà, senza dubbio, il 26 maggio, un minuto dopo lo spoglio delle schede. E per i prossimi giorni l’asticella che misura l’alta “tensione” tra i due contendenti non potrà che salire.