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E’ un vero e proprio appello quello lanciato sul suo profilo facebook dall’assessore regionale siciliano alla cultura, Albero Samonà al premier Giuseppe Conte.

“Il governo nazionale riapra immediatamente – si legge nel post – i teatri, i cinema e tutti i luoghi della cultura e modifichi il dpcm Conte nella parte in cui dispone la chiusura di bar e ristoranti alle ore 18, delle palestre, dei centri culturali e sportivi e delle piscine”.
“Un simile provvedimento, infatti, non tiene conto del fatto che non si può contrastare l’emergenza covid, condannando a morte centinaia di migliaia di attività e gettando nell’incertezza milioni di persone che adesso non sanno più cosa inventarsi per sopravvivere”.
“Per queste ragioni – aggiunge Samonà – il governo deve riaprire il confronto con le regioni, non relegandole a mere destinatarie di provvedimenti calati dall’alto, ma riconoscendone il loro ruolo di cerniere indispensabili con il Paese reale. Questo diventa improcrastinabile in quelle regioni autonome, proprio come la Sicilia, in cui vi è competenza concorrente con lo Stato in materia sanitaria”.

(fonte foto Corriere.it)

Sabrina Figuccia si scaglia contro Orlando e il presidente dell’Amat Cimino, chiedendo la sospensione immediata della ztl a Palermo. La consigliera comunale dell’Udc a Palazzo delle Aquile, parla di “accanimento dell’amministrazione Orlando tra i mille paradossi di questa città, quali quelli del traffico automobilistico cittadino”.

“Mentre il governo nazionale e quello regionale hanno imposto il contingentamento dei passeggeri sugli autobus, il nostro Sindaco continua a voler mantenere in vigore la zona a traffico limitato. È ormai noto a tutti che l’Amat non riesce a fornire un servizio adeguato alla quinta città di Italia, e il problema si acuisce a causa del covid che sta stravolgendo la vita di tutti noi”.

“Leggere le dichiarazioni del presidente dell’azienda di via Roccazzo, Michele Cimino, che tenta, con l’eliminazione del servizio notturno, ad aumentare il servizio durante il giorno, è segno che ancora non si è capita l’entità del problema. Non saranno certo 10 autobus in più in servizio a fare la differenza”.

“La vera soluzione del problema è liberare la città dalla Ztl e disincentivare l’uso del mezzo pubblico, o altrimenti va almeno decuplicato il numero degli autobus in servizio, cosa che al momento l’azienda di trasporto pubblico locale non è evidentemente in grado di fare”.

Diminuiscono i positivi in Sicilia al Covid19. I nuovi contagiati sono 568 registrati nell’Isola nelle ultime 24 ore, a fronte di 38 ricoverati in più fra i quali tre in terapia intensiva. Salgono così a 10.945 gli attuali positivi. Di questi 775 sono i ricoverati: 677 in regime ordinario e 98 in terapia intensiva con un incremento di tre ricoveri. Sono 10.170 si trovano in isolamento domiciliare.

Anche oggi si registrano nuove vittime, sono 11 i decessi che portano il totale a 439. I guariti sono 167. I tamponi effettuati sono 4976. Sul fronte della distribuzione territoriale a Palermo 220 positivi in più, Catania 121, Messina 89, Trapani 3, Ragusa 2, Siracusa 65, Agrigento 35, Enna 24, Caltanissetta 9. (ANSA).

“Anche in Sicilia dobbiamo prepararci al peggio. Servono sempre più posti letto per i positivi bisognosi di cure e sempre più posti di terapia intensiva per chi è in grave difficoltà”.

E’ il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, a lanciare l’allarme in un momento in cui è alto il rischio di un sovraffollamento negli ospedali per i potenziali ricoveri dei positivi al coronavirus.

“Mai si è avvertita la necessità di essere solidali e uniti – dice ancora il governatore siciliano – come in questo momento. A cominciare da chi, a qualsiasi livello, rappresenta le Istituzioni pubbliche e, perciò, ha il dovere di non cedere a impulsi emotivi e di scegliere quel che è giusto e non quel che appare utile”.

“Ma, assieme ai posti letto – continua Musumeci – servono i sanitari specialisti: dobbiamo far bastare quelli di cui già disponiamo (che ringrazio di cuore, assieme agli operatori), perché ovunque, in Italia, c’è una paurosa carenza di queste figure professionali. Ogni ospedale deve, dunque, cedere qualcosa per dare precedenza assoluta ai malati di Covid. Egoismi e guerre di campanile non sarebbero accettabili, specie in tempi di ‘guerra’ come quelli che viviamo. E l’ospedale di Acireale è fra questi: perché ha la capienza, ha la terapia intensiva, ha il personale sanitario necessario ed è a sette minuti dal più vicino ospedale di Catania”.

“Ritengo però necessario che, assieme alla sua temporanea conversione – aggiunge Musumeci – l’ospedale acese mantenga attivo il suo Pronto soccorso: l’emergenza deve essere assicurata giorno e notte, in assoluta sicurezza anti Covid. Lo stesso vale per tutti i servizi ambulatoriali, che dovranno continuare a essere forniti ai cittadini di Acireale, seppure in un altro sito della città. E’ una misura sofferta ma necessaria, condivisa con l’assessore regionale per la Salute. E sono certo che la generosa Comunità acese saprà, anche stavolta, esprimere solidarietà concreta verso i più sfortunati che verranno colpiti dal Covid”.

“Solo se restiamo uniti e prudenti – conclude la nota di Musumeci – riusciremo a vincere questa dura battaglia, a conclusione della quale l’ospedale di Acireale potrà riprendere la sua normale attività, peraltro più dotato e attrezzato di prima”.

Fonte foto (nebrodinews.it e cataniamedica.it)

“Un provvedimento che metterà definitivamente in ginocchio le attività produttive coinvolte e il settore della cultura e dello spettacolo, già duramente provati dal lockdown di marzo. Con queste chiusure, di fatto, si consegnerà il sud alla mafia e all’usura”.

Così l’europarlamentare della Lega, Francesca Donato, stigmatizza le nuove disposizioni contenute nel nuovo Dpcm del premier Giuseppe Conte. Una dura presa di posizione alle già tantissime polemiche che in queste ore stanno alimentando malcontento da parte

“Nessun intervento economico a sostegno dei cittadini e delle imprese in difficoltà è previsto a fronte di questo provvedimento – aggiunge l’esponente leghista – mentre la possibilità, per la maggior parte delle attività coinvolte e all’indotto, di poter sopravvivere a questo nuovo lockdown, è soltanto una chimera. Assisteremo all’inevitabile chiusura e poi ad una mancata riapertura di migliaia e migliaia di attività commerciali, di ristorazione e di intrattenimento, con la perdita di altri milioni di posti di lavoro e l’esplosione della povertà a livelli incontenibili”.

“Il governo Conte, ignorando totalmente le richieste delle associazioni di categoria, delle regioni e dell’opposizione, sta colpendo i settori strategici che muovono l’economia del nostro paese, dimostrando al contempo di non aver saputo predisporre in sei mesi un sistema sanitario capace di tutelare i propri cittadini, malgrado il loro comportamento esemplare durante la chiusura totale del primo lockdown e i sacrifici già sopportati. Dunque, il giudizio sul suo operato e su quello del suo governo è quello di un fallimento totale che, purtroppo, pagheremo chissà per quanti anni”.

“Ciò che più mi preoccupa ora è la prevedibile esplosione della rabbia e della protesta, assolutamente comprensibile, da parte di chi sta subendo tutto ciò, dopo aver investito denaro per adeguarsi alle normative in materia di distanziamento e di tutela della salute. Prepariamoci ad assistere a proteste ancora più dure: il pericolo di un’escalation della tensione sociale è altissimo”. E pone alla fine del suo intervento una domanda: “cosa intende fare il governo se i cittadini scenderanno in piazza a protestare? Reprimere il dissenso con la violenza, come nelle dittature? Sarebbe interessante saperlo”.

Arcani a cui crediamo sarà sicuramente difficile poter ricevere delle risposte, ma confidiamo sempre nella “Sibilla Cumana” governativa che, fulminata sulla via di Damasco, riuscirà a trovare, forse, soluzioni e le tante agognate risposte.

Un atto durissimo quello del presidente del parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè che, con un post su facebook, attacca il premier Giuseppe Conte in merito alle decisione di chiudere parzialmente le attività produttive del Paese.

“E’ inspiegabile la decisione del #governonazionale – si legge nel lungo post sul suo profilo facebook – di aver di fatto inflitto il colpo mortale ad un paese che con enorme fatica stava provando a rialzarsi. Le attività commerciali e turistiche, i cinema, i teatri, le palestre, le piscine, i bar, i ristoranti, dopo avere rigorosamente eseguito quanto gli era stato ordinato dal governo nei mesi precedenti, si vedono oggi chiudere tutto. Si tratta di #dpcm emanato da persone IRRESPONSABILI, gente che probabilmente non conosce le città e che non è mai uscita di casa”.

“Non posso tacere davanti ad una decisione che può essere definita delinquenziale. Di fame e di disperazione si muore. Questa volta se gli aiuti promessi dal governo non saranno cospicui ed IMMEDIATI, difficilmente potranno contenere la disperazione della gente. E siamo ormai consapevoli che gli aiuti non arriveranno! Si consultino con qualcuno che capisce perché così ci portano veramente alla rovina del #Paese! Faccio un appello accorato alle persone responsabili – conclude Miccichè – che oggi stanno al #Governo: fermateli altrimenti i veri responsabili sarete voi”.

LE REAZIONI

Interviene la deputata regionale siciliana Marianna Caronia

“Non posso che condividere la preoccupazione del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Miccichè per le conseguenze devastanti che l’ultimo DPCM può avere sulla già fragile economia italiana e siciliana in particolare. E’ ovvio che siamo tutti preoccupati per l’andamento dell’epidemia e per la tenuta del sistema sanitario, ma non si possono adottare provvedimenti come quelli di queste ore che chiudono da un giorno all’altro attività economiche, produttive, culturali e sportive dopo che i titolari hanno investito migliaia di euro per adeguarsi a tutte le prescrizioni. Attendiamo il Governo nazionale alla prova dei fatti, sul rispetto dei tempi annunciati per rimborsi e contributi, perché stavolta è in gioco la tenuta economica di tutto il Paese”.

Il sindaco Leoluca Orlando ha firmato un’ordinanza che stabilisce il divieto di stazionamento per le persone, dalle ore 21.00 e fino alle ore 05.00 del giorno successivo esclusivamente nelle giornate di venerdì, sabato e domenica in una vasta area del centro cittadino. Il provvedimento entrerà in vigore domattina fino al 13 novembre, salvo ulteriori proroghe.

“Si tratta di un atto certamente eccezionale ma necessario – ha detto Orlando – anche se non è certamente drastico come quelli adottati in queste ore in altre zone del paese. La nostra speranza, quella di tutte le istituzioni che in queste ore hanno lavorato in grande sintonia per coordinare e valutare attentamente ogni scelta, è che non sia necessario nei prossimi giorni ricorrere ad ulteriori restrizioni per contrastare la diffusione del virus. Confidiamo nella sensibilità, nella collaborazione e soprattutto nel senso di responsabilità dei cittadini perché insieme si accettino le poche limitazioni attuali per evitarne di ben più gravi nelle prossime settimane”.

Nello specifico le aree interessate sono:

– Quartiere Tribunali Castellammare il cui perimetro è fissato nelle seguenti vie:  Via Lincoln – Piazza Giulio Cesare – Via Maqueda – Via Cavour – Piazza XIII Vittime – Via Filippo Patti – Litorale (dal prolungamento ideale di Via Filippo Patti al prolungamento di Via Lincoln) ricadenti nella 1^ Circoscrizione; 

– Quartiere Palazzo Reale Monte di Pietà il cui perimetro è fissato nelle seguenti vie: – Corso Tukory – Corso Re Ruggero – Piazza Indipendenza – Corso Calatafimi – Vicolo a Porta Nuova – Corso Alberto Amedeo – Piazza Vittorio Emanuele Orlando – Via Volturno – Piazza Giuseppe Verdi – Via Maqueda ricadente nella 1^ Circoscrizione; 

– Quartiere Politeama Libertà il cui perimetro è fissato nelle seguenti vie:  Via Filippo Patti- Piazza XIII Vittime – Via Cavour – Piazza Giuseppe Verdi – Via Volturno – Piazza Vittorio Emanuele Orlando – Via Giovanni Pacini – Limite (ex sede) della strada ferrata PA/TP – Delimitazione ovest impianti ferroviari delle stazioni Lolli e Notarbartolo – Via G. Damiani Almejda – Via Piersanti Mattarella – Muro di cinta di Villa Trabia – Piazza Luigi Scalia – Via Giorgio Montisoro – Via Libertà – Piazza Francesco Crispi – Via delle Croci – Recinzione nord-ovest dell’Ucciardone – Piazza Carlo Giacchery – Via Cristoforo Colombo – Linea perpendicolare a Via Cristoforo Colomba condotta dal cancello (accesso nord) dell’area portuale al mare – Litorale (da detta linea all’asse prolungato di Via Filippo Patti) – Via Sampolo – Via Salvatore Puglisi – Via Andrea Cirrincione – Via Vincenzo Fuxa e suo prolungamento ideale al Muro di cinta del Parco della Favorita – Piazza Leoni – Vie dei Leoni – Viale Emilia – Via Empedocle Restivo – Via Marche – Viale delle Alpi – Via Daidone – Via Umberto Giordano – Via Notarbartolo ricadenti nella 8^ Circoscrizione.

Si tratta di aree con elevata concentrazione di pubblici esercizi, che di fatto favoriscono e incentivano la presenza concomitante di un numero così elevato di persone da rendere seriamente pregiudicato il rispetto del distanziamento sociale e che provocano situazioni di assembramento pregiudizievoli di ogni forma di profilassi e di comportamento rispettoso delle misure di contrasto alla diffusione del virus.

In queste zone, comunque, è fatta salva la possibilità di solo attraversamento e di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e tutte le altre attività consentite dal D.P.C.M. e dall’Ordinanza del Presidente della Regione Siciliana, nonché alle abitazioni private, avendo cura in ogni caso di rispettare il distanziamento interpersonale di almeno un metro.  

Tutte le violazioni saranno punite con sanzione amministrativa pecuniaria che va da 400 a 1.000 euro.    

Lo aveva chiesto proprio il Comune al presidente della Regione siciliana Musumeci e il governatore ha fatto scattare il provvedimento. Torretta, paesino in provincia di Palermo diventa la quinta “zona rossa” in Sicilia. Settanta i casi positivi al Covid. Lo ha deciso il presidente della Regione Nello Musumeci, d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza, per contrastare la diffusione del Coronavirus. L’ordinanza, appena firmata, decorre dalle 14 di domani (venerdì 23 ottobre) resterà in vigore fino alle 24 del 30 ottobre.

In particolare nel paesino del palermitano sarà vietata la circolazione, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico o privato, all’interno del territorio comunale, fatta eccezione per indifferibili esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, ma anche per l’acquisto o il consumo di generi alimentari e l’acquisto di beni di prima necessità (per una sola volta al giorno). All’interno degli esercizi commerciali sarà consentito l’accesso a una sola persona per volta e sempre con l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Sono, comunque, consentiti l’asporto e la vendita al domicilio, sempre all’interno del territorio comunale. Sarà possibile transitare per l’ingresso e l’uscita di prodotti alimentari, sanitari e di beni o servizi essenziali.

Stop alle lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado, così come per i servizi dell’infanzia. La principale modalità di lavoro sarà lo smart-working, con la promozione, da parte dei datori di lavoro pubblici e privati, della fruizione di ferie e congedi per i propri dipendenti.

Chiusi pure musei, biblioteche e luoghi di cultura, inoltre saranno vietati banchetti e feste private di qualunque tipo. Sospesi anche tutti gli eventi sportivi (incluse le attività di allenamento), le manifestazioni culturali, ludiche e religiose (grandi eventi, cinema, teatri, pub, scuole ballo, sale giochi, discoteche, ecc.). Stop, altresì, alle cerimonie civili e religiose ad eccezione dei funerali a cui potranno partecipare massimo 15 persone e ai mercati.

Inoltre, è consentita la circolazione dei residenti o domiciliati (anche di fatto) nel Comune esclusivamente per garantire le attività necessarie per la cura e l’allevamento degli animali, nonché per le attività imprenditoriali non differibili in quanto connesse al ciclo biologico di piante. Permesso il transito per l’ingresso e l’uscita di prodotti alimentari, sanitari e beni o servizi essenziali.

Attualmente sono in vigore nell’Isola altre quattro “zone rosse”: Sambuca di Sicilia in provincia Agrigento (fino al 7 novembre), Mezzojuso nel Palermitano (24 ottobre) e Galati Mamertino in provincia di Messina (25 ottobre), Randazzo nel Catanese (26 ottobre).

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca, nei giorni scorsi, lo aveva già annunciato: “se hai un incremento in termini assoluti di 800 positivi al giorno è evidente che arriviamo alla chiusura di tutto. Non vogliamo drammatizzare, ma vogliamo semplicemente fare un calcolo numerico”. Quindi detto e fatto. Per adesso le scuole rimarranno chiuse fino al 30 ottobre, ma se la curva dei numeri dovesse salire il lockdown in Campania potrebbe essere totale.

Nella nuova ordinanza della Regione Campania, che verrà pubblicata in serata, si vietano le feste, anche conseguenti a cerimonie, civili o religiose, in luoghi pubblici, aperti pubblico e privati, al chiuso o all’aperto, con invitati estranei al nucleo familiare convivente. Sono sospese anche le attività di circoli ludici e ricreativi. È fatta raccomandazione agli Enti e Uffici competenti di differenziare gli orari di servizio giornaliero del personale in presenza. A tutti gli esercizi di ristorazione è fatto divieto di vendita con asporto dalle ore 21. Resta consentito il delivery senza limiti di orario. Queste misure si aggiungono a quelle già disposte nelle recenti precedenti ordinanze, a cominciare dall’obbligo di indossare la mascherina deciso due settimane fa.

“In relazione alla situazione epidemiologica esistente – si legge nella nota della Regione – sono state adottate misure rigorose con il doppio obiettivo di limitare al massimo le circostanze di assembramenti pericolosi in ogni ambito, privato e pubblico, e con l’obiettivo di ridurre al massimo la mobilità difficilmente controllabile.

E in Sicilia la situazione non è certamente delle migliori. Un record con 399 contagi in 24 ore e sette i morti in un giorno, triste record da marzo: cinque in provincia di Palermo, uno nel Messinese e uno nell’Agrigentino. Quattordici sono migranti dell’hotspot di Lampedusa. Altri 24 ricoveri, 21 in regime ordinario e tre in terapia intensiva, per un totale di 520 malati in ospedale.

Il totale dei decessi nell’Isola tocca così quota 350. Attualmente i positivi sono 5.487 (+300), 4.967 (+21) le persone in isolamento domiciliare, mentre i ricoverati sono 468 (+21), dei quali 52 (+3) in terapia intensiva. I casi totali, dall’inizio della pandemia, toccano il numero di 10.691. Sono 92 i guariti rispetto a ieri.

Stigmatizza il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, che invita a mantenere la calma. “La Sicilia in questo momento nella graduatoria nazionale non è in una condizione di emergenza. Credo che siamo al sesto e al settimo posto, ma è chiaro che non siamo neanche rilassati. Stiamo lavorando per avere 900 posti in terapia intensiva, oggi ne possiamo disporre di oltre 300 a fronte degli attuali 40 occupati”.

Oggi si sono registrate sette vittime, cinque solo a Palermo. Due anziani ospiti di una casa di riposo sono morti a Sambuca di Sicilia, nell’agrigentino, dove una cinquantina di persone, tra ospiti e personale della Rsa, si trovano già in quarantena all’interno della struttura e sono stati sottoposti a tampone. E purtroppo nei piccoli centri i casi sono in aumento. Quindi c’è poco da stare sereni ma le raccomandazioni sono sempre le stesse: mascherine, distanziamento e pulizia delle mani col gel disinfettante. Confidando sempre nella responsabilità di tutti. Ma sarà veramente così?

Un Di Battista che di fatto annuncia la rottura con il M5S e lo fa durante la trasmissione #Piazzapulita che andrà in onda stasera, alle 21.15, su La7. L’intervista, in esclusiva, è stata realizzata da Salvatore Gulisano. Parole durissime contro il movimento creato da Beppe Grillo che a suo dire “così facendo si andrà verso una direzione di indebolimento del Movimento 5 Stelle e diventerà un partito più come l’Udeur, buono forse più per la gestione di poltrone…”. 

Un attacco frontale che non ha precedenti, anche se Dibba è stato sempre critico con il movimento che avrebbe sconfessato le sue origini, piegandosi a logiche di spartizione e di lottizzazione. A questo punto resta solo da capire se Di Battista ha già un piano ben preciso: forse quello di creare un proprio partito. Un’azione demolitoria che, all’indomani della debacle delle regionali, peserà sicuramente sul futuro dei pentastellati.

(fonte foto il messaggero.it)