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Una notizia che scuote un settore ormai da tempo in profonda crisi. La Ford ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede il taglio di 4.000 posti di lavoro in Europa entro il 2027. Una decisione che si inserisce in un contesto di trasformazione del settore automobilistico, in cui le aziende stanno affrontando la sfida della transizione verso veicoli elettrici e digitalizzati, adattandosi a un mercato sempre più competitivo.

I tagli interesseranno principalmente gli impiegati nei settori della progettazione, della ricerca e dello sviluppo. Le sedi coinvolte includono impianti in Germania, Regno Unito e altri paesi europei. Ford ha sottolineato che cercherà di gestire il processo attraverso programmi di pensionamento anticipato e incentivi per ridurre al minimo gli impatti sociali. Tuttavia, i sindacati hanno già espresso preoccupazione, chiedendo un dialogo trasparente e misure di sostegno per i lavoratori colpiti.

Secondo Ford, il taglio si rende necessario per “razionalizzare le operazioni e aumentare l’efficienza in vista della transizione energetica”. L’azienda sta investendo massicciamente nell’elettrificazione della propria gamma, con l’obiettivo di vendere solo veicoli elettrici in Europa entro il 2035. Questo passaggio richiede un riallineamento delle competenze e una riduzione delle strutture legate ai motori a combustione interna.

L’industria automobilistica, inoltre, è sotto pressione a causa dell’aumento dei costi delle materie prime, della concorrenza da parte di produttori asiatici e delle normative ambientali più stringenti imposte dall’Unione Europea. La necessità di investire in tecnologie all’avanguardia ha portato molte case automobilistiche, incluso Ford, a ripensare le proprie strategie operative.

L’annuncio ha suscitato reazioni contrastanti. I sindacati e le autorità locali hanno criticato la decisione, sottolineando l’importanza di tutelare i lavoratori e promuovere investimenti per la riqualificazione professionale. Al tempo stesso, Ford è stata elogiata per il suo impegno nella sostenibilità e per i progressi verso un futuro a basse emissioni di carbonio, benché questi obiettivi richiedano sacrifici nel breve termine.

Malgrado ciò, l’azienda automobilistica americana, ha confermato il suo impegno verso il mercato europeo. Entro il 2026, Ford prevede di lanciare almeno nove nuovi modelli elettrici in Europa e punta a diventare un leader nella mobilità sostenibile. Per farlo, sta investendo miliardi di dollari nella costruzione di impianti di produzione di batterie e nello sviluppo di tecnologie avanzate per i veicoli elettrici.

Questa ristrutturazione rappresenta un passo cruciale per garantire la competitività dell’azienda in un’industria in rapida evoluzione. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di Ford di bilanciare la necessità di innovare con la responsabilità sociale nei confronti dei suoi dipendenti e delle comunità in cui opera. Dunque, in un panorama globale sempre più orientato alla sostenibilità e all’innovazione, Ford si trova di fronte alla sfida di trasformare le difficoltà attuali in opportunità per il futuro. Ci riuscirà? Questo è il vero dilemma.

(fonte foto www.hdmotori.it – www.alvolante.it)

Verrebbe proprio da dire che il livello di discussione politica nel nostro paese si è ridotto ad siparietto da cabaret. Non che nei decenni precedenti sia stato diverso. Palcoscenico dell’accaduto, il programma  condotto da Lilli Gruber, “Otto e mezzo” su La7, proprio in occasione della giornata della gentilezza.

Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, è stato protagonista, infatti, di un vivace confronto sul tema dei migranti con la conduttrice e gli ospiti in studio, Michele Santoro e Lina Palmerini. A sorpresa, Salvini ha concluso il dibattito con un gesto simbolico, regalando un cioccolatino.

“Oggi è la Giornata mondiale della gentilezza e ho portato un bacio Perugina per le signore”, ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Poco prima, però, non erano mancate scintille tra Salvini e Gruber. “Lei stessa ha detto che non possiamo accogliere tutti”, ha osservato Salvini. “Lo dico da anni. Forse dovrebbe guardare più spesso il mio programma per informarsi”, ha risposto prontamente la conduttrice.

Nel corso della puntata, Salvini ha anche affrontato il recente botta e risposta tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Elon Musk, ribadendo la sua posizione: “Rispetto le parole del Presidente e combatto per la sovranità nazionale”.

La Gruber, però, non ha perso l’occasione per punzecchiare il leader leghista: “Un tempo combatteva solo per la sovranità della Padania”. Salvini ha replicato: “Sono nato autonomista e rimango autonomista. La Confederazione Elvetica è un esempio: ha un grande orgoglio nazionale, ma ogni Cantone compete sulla base del merito. Vorrei che anche le regioni italiane facessero lo stesso”.

IL VIDEO DELLO SCONTRO TRA LA GRUBER E SALVINI CON FINALE AL “BACIO PERUGINA”

(Fonte video – LaPresse/AP / CorriereTv – fonte foto: La Repubblica)

Il segretario nazionale di “Indipendenza!”, Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, già ministro e promotore del comitato “Fermare la guerra”, ritorna a Palermo in concomitanza della fondazione del partito, avvenuta un anno fa a Roma e per il quale si terrà un evento il 30 novembre nella città capitolina. Alemanno, nell’ambito del convegno “Cambiamo la Sicilia per cambiare l’Italia”, che si svolgerà domani, venerdì 15 novembre, alle 10, presso l’Hotel Addaura, in via Cristoforo Colombo 4452 a Palermo, affronterà il tema e il percorso da individuare per la scelta del candidato di “Indipendenza!” alla carica di Presidente della Regione siciliana e sarà, anche, l’occasione per parlare dei futuri appuntamenti elettorali in Sicilia.

“La Sicilia è per noi un laboratorio di uomini e di idee – afferma il segretario di Indipendenza! Gianni Alemanno – per una politica che non sia più suddita, ma che colga, attraverso il sovranismo sociale, l’occasione per riscattarsi. L’obiettivo, dunque, è rappresentare con concretezza e su temi chiari, quali il no alle guerre, i massacri in Medio Oriente e i vincoli capestro dell’Unione europea, un modello di speranza per tutti coloro che sono delusi dalla politica e che vediamo, ogni giorno, avvicinarsi a noi. I siciliani hanno diritto ad un futuro che li veda protagonisti non ad operazioni propagandistiche come quella del ponte di Messina, inutile, costosa e priva di logica, ma ad un cambiamento reale che favorisca lo sviluppo economico e sociale della loro terra, lontano dai soliti interessi clientelari”.

 All’incontro, che vedrà svolgere anche una sessione pomeridiana, alla quale parteciperà l’assemblea dei dirigenti siciliani del movimento e che sarà momento di dibattito e di confronto, prenderanno parte i coordinatori regionali, Felice Coppolino (Sicilia occidentale) e Salvo Pace (Sicilia orientale) e diverse delegazioni di “Indipendenza!”, provenienti da varie parti dell’isola. Saranno presenti, anche, Fabio Granata, componente dell’esecutivo nazionale del movimento e responsabile del dipartimento cultura e legalità e Nicola Cristaldi, già presidente dell’Ars, sindaco di Mazara del Vallo dal 2009 al 2019 e candidato primo cittadino nell’ultima tornata elettorale di Mazara.

 

Non poteva che essere il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a rimandare al mittente l’inaccettabile “cartolina” con la quale Elon Musk aveva tentato, forse per provocazione o forse per arroganza, di affermare il proprio delirio di onnipotenza alla conte Tacchia: “io sono io e voi non siete un c…o”. Poche parole, quelle di Mattarella, semplici ma forti come quegli  schiaffoni che si danno al proprio pargolo che l’ha fatta davvero grossa. Frasi pubblicate, non a caso sul profilo ufficiale del Quirinale del social X di Musk, che fanno la differenza nel totale silenzio di tutto l’arco istituzionale di maggioranza.

“L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni”. 

Queste le parole di Mattarella che suonano, in modo inequivocabile, come una netta difesa alla costituzione italiana, all’autonomia del nostro Paese e della nostra magistratura, ma anche all’ingerenza su un paese sovrano. Così come il silenzio che ha tanto irritato Mattarella sia da parte del governo, che dei leader dei partiti di maggioranza e di tutto il centrodestra. In particolare di Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

La querelle, di cui ieri abbiamo parlato in questo articolo (clicca qui per leggerlo), è figlia di un atteggiamento al quale Musk ci ha abituati, ovviamente in senso negativo. E poi ancora decisamente incisivo e galvanizzato alla luce della vittoria di Donald Trump, per la quale lo stesso ceo di Tesla si è giocato tutte le carte. Ma la vera anomalia è che, al di là della rappresentazione delle parole di Musk, che poi non incide per fortuna sulla sovranità del nostro paese, così come sulla nostra costituzione, ci si aspettava da parte di tutti un gioco di squadra. Invece, sembra proprio che la tanto paventata sovranità popolare o nazionale, sbandierata da sempre da Meloni & co, sia soltanto uno specchietto per le allodole quando in ballo ci sono i miliardi che Musk vuole investire in Italia. E qui che per fortuna c’è Sergione a ricordarci che siamo il paese culla della cultura, della scienza, del turismo, dell’arte, del così tanto vituperato “made in Italy” e potrei continuare. Un Paese che viene “umiliato” da un miliardario, il quale crede che sia il denaro a poter fare la differenza con l’aggravante di voler decidere se mandare via un magistrato.

Quindi alla fine Sergio Mattarella sempre e, comunque, “uno di noi”. Un italiano che ha atteso 24 ore e con una “leggerezza pesantissima” ha dato una lezione di altissimo spessore istituzionale, che questa classe politica da “circo Barnum”, non riuscirebbe a porre in essere neanche se governasse per 100 anni. E se la vogliamo dire tutta la vera preoccupazione è il dopo Sergione, quando avverrà, ossia il diluvio.

 

 

Nella sua video rubrica, “Palomar”, Antonio Polito commenta l’intervista rilasciata al Corriere di Steve Bannon: “L’ideologo del movimento politico di Donald Trump ha accusato Meloni di aver tradito le sue vecchie convinzioni”. Parole che spazzano via molte previsioni sul futuro dei rapporti tra Italia e Stati Uniti: “Cade così la principale accusa dell’opposizione italiana al governo – spiega Polito – ossia che si è trattato di un esecutivo estremista e antieuropeo”. Bannon smonta anche gli entusiasmi della destra italiana per l’avvicendamento alla Casa Bianca, mostrando la divergenza di interessi tra il Vecchio Continente e Washington: “Pensiamo ai dazi che Trump vuole imporre sui prodotti europei ed italiani – nota Polito –. Ciò costringerà Meloni a scelte difficili: non sarà più così facile essere insieme atlantista ed europeista come era stato negli anni di Biden”.

L’intervista rivela, infine, che i partiti più vicini al movimento “Maga” di Trump sono la Lega di Salvini e il partito M5s di Giuseppe Conte. Sull’Ucraina, ad esempio, potrebbero aprirsi tensioni nel centrodestra e potrebbero allargarsi le distanze tra Schlein e Conte.

 

IL VIDEO DELL’ANALISI DI ANTONIO POLITO (editorialista del Corriere della Sera)

(fonto foto Corriere.it)

Una vera e propria rivoluzione che vede l’azienda trevigiana Aton in prima linea, attraverso soluzioni digitali, in particolar modo nella distribuzione di gas e acqua. Infatti, con l’arrivo dell’autunno e dell’inverno emerge la necessità di garantire il riscaldamento domestico e ci si trova di fronte a utenze domiciliari che fanno tuttora affidamento sul gpl e sul gasolio, come fonte di energia per riscaldare aziende, case e condomini.

Il mezzo che aiuta tutto ciò? “.onMeter”, una piattaforma software IoT (internet of things) sviluppata per queste specifiche esigenze, unica a livello globale, che ha permesso all’azienda di siglare partnership con giganti mondiali del settore ed estendere la propria operatività, oltre che in Italia, anche in Gran Bretagna, Polonia, Francia, Germania, Danimarca e persino oltreoceano, negli Stati Uniti.

Ad oggi, circa quattrocentomila utenti utilizzano il servizio di telemetria Aton, 150 mila in Italia e 250 mila all’estero. Sono infatti circa 1.300 i comuni italiani non ancora allacciati alla rete metano, il 15% del totale, dove vivono circa quattro milioni di persone (dati Anci). Tra i partner strategici, che hanno siglato un accordo con Aton per la diffusione delle tecnologie intelligenti che razionalizzano l’impiego del gas, c’è SHV Energy, gigante olandese che fornisce 26 milioni di clienti in tutto il mondo avvalendosi del supporto di 13.000 dipendenti in 25 Paesi. I marchi di SHV Energy includono tra gli altri Calor (Regno Unito), Gaspol (Polonia), Primagaz (Francia), Primagas (Germania), Supergasbras (Brasile) e Liquigas (Italia) con cui Aton collabora da oltre vent’anni.

Proprio dal 18 al 22 novembre a Città del Capo, in Sudafrica, l’azienda veneta prenderà parte all’LPG Week, il summit mondiale degli addetti ai lavori nel gpl. L’evento sarà l’occasione per presentare le ultime evoluzioni dell’ecosistema applicativo “.onMeter” di Aton che riguarda tra le altre, l’introduzione dell’AI nella telemetria per la raccolta e interpretazione dei dati di consumo, nella diagnostica dei serbatoi dei clienti, nella distribuzione del prodotto sfuso ed in bombola, nella tracciabilità di bombole e serbatoi per avere sempre cognizione di dove sono ubicati sul territorio.

Sistema di monitoraggio attraverso “.onMeter”

Aton è tra le prime aziende a livello globale ad aver realizzato con “.onMeter” una piattaforma IoT potenziata dall’AI in grado di integrarsi in modo open con dispositivi smart per la raccolta dei dati sul campo di qualsiasi produttore offrendo un vero sistema end to end di allerta automatica che innesca il riordino del combustibile impedendone l’esaurimento inaspettato (assenza di riscaldamento o gas per la cottura).

“Siamo consapevoli che si debba andare verso una progressiva riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili – spiega il CEO di Aton, Giorgio De Nardi – e la nostra azienda è in prima linea per guidare la transizione, minimizzando l’impatto ambientale di questa fonte di energia sfruttando anche l’intelligenza artificiale. Grazie alle nostre soluzioni di telemetria, distribuzione e manutenzione, aiutiamo i nostri clienti ad ottimizzare e rendere più efficienti le attività operative e di controllo. Lo facciamo mappando i consumi del prodotto, sia per le reti canalizzate che per i serbatoi degli utenti privati, permettendo alle aziende di ottimizzare acquisti, consumi e consegne, con una conseguente riduzione del loro impatto ambientale”.
Il servizio offerto da Aton si inserisce in un ecosistema economico strategico, ma poco conosciuto. Il mercato del gpl, infatti, ha bisogno di monitorare, in tempo reale, i livelli di gas nei serbatoi, elaborare un piano di rifornimenti periodici, organizzare le consegne in modo efficiente, gestire eventuali anomalie dell’impianto ed infine avere a disposizione un servizio di assistenza dedicato. L’azienda è riuscita a raggiungere tutti questi obiettivi, tramite la propria soluzione “.onMeter” (un unicum nel mondo dei software, costantemente aggiornato con ingenti investimenti in ricerca e sviluppo), piattaforma 100% cloud che raccoglie e standardizza i dati di consumo provenienti da smart meter (contatori intelligenti, ndr) e unità di telemetria dei serbatoi in qualsiasi paese del mondo.

Ciò rende fluido il processo di stoccaggio, distribuzione e fatturazione del prodotto, grazie ad applicazioni fruibili da dispositivi mobile di cui sono dotate le flotte dei camion che consegnano il prodotto, sfuso o in bombole, presso i siti dei clienti. Gli asset, come bombole di GPL, gas tecnici e serbatoi, sono tracciabili con la tecnologia RFID, che permette un riconoscimento massivo di tutti i beni distribuiti nelle varie geografie, valorizzando correttamente nel bilancio aziendale lo stato patrimoniale dei beni lungo tutto il loro ciclo di vita.

“L’AI Aton conclude il Ceo – ha un ruolo fondamentale nell’abilitare il dialogo con i dati e con i sistemi, l’integrazione con documenti e dati provenienti da sorgenti eterogenee, l’interpretazione in tempo reale di grandi flussi di dati, interni ed esterni all’azienda, per prevedere e programmare una perfetta organizzazione operativa e identificare i comportamenti non immediatamente visibili da dashboard tradizionali, il che significa “chattare con i tuoi dati”.

E’ un quadro drammatico quello che emerge da uno studio condotto da Legge3.it, organizzazione fondata da Gianmario Bertollo e Maria Sole Pavan. Nel corso dell’evento, che si è svolto a Roma in occasione della terza edizione del Forum Nazionale sul Sovraindebitamento organizzato da Liberi dal Debitol’Associazione no profit presieduta da Jimmy Greselin, è stato presentato il Rapporto annuale sul sovraindebitamento in Italia, che mostra una crescente difficoltà economica nel nostro paese.

Le famiglie italiane sono sempre più povere: 1 su 10 non riesce a fronteggiare gli imprevisti, single e famiglie numerose i più colpiti. Aumenta, dunque la povertà assoluta, che riguarda l’8,5% delle famiglie italiane, mentre il 13% arriva a fine mese con difficoltà. Più di 1 famiglia su 10 (10,4%) non riesce a far fronte alle spese impreviste. Ad essere maggiormente penalizzati sono i nuclei composti da 5 o più persone (13,4%) e i chi abita da solo (13,5%).

Il 2023 conferma il dato drammatico della percentuale di famiglie che non può permettersi di beneficiare di alcuni servizi e beni che non dovrebbero essere considerati un lusso: il 9% delle famiglie non può permettersi di mangiare carne o pesce ogni 2 giorni; che il 10% non può riscaldare adeguatamene la casa1 famiglia su 3 non può concedersi una settimana di ferie all’anno.

Molte ancora le persone (privati o imprenditori) che si trovano in situazioni di sovraindebitamento e decidono di accedere alle procedure offerte dalla legge. Lo scorso anno sono state gestite dagli OCC – organismo di composizione della crisi, in totale 10.432 istanze di cui 2.648 relative agli anni precedenti. Delle pratiche in lavorazione, il 55% riguarda liquidazioni controllate (esclusi incapienti), il 34% la ristrutturazione dei debiti del consumatore, e l’11% concordato minore. Si tratta, però, di dati che presentano delle sostanziali differenze dal nord al sud della penisola. Se al nord la liquidazione controllata rappresenta oltre 2 pratiche su 3, e circa la metà di quelle presentate nelle regioni del centro Italia, nel Meridione e nelle isole oltre la metà delle istanze riguarda la ristrutturazione dei debiti del consumatore. Invece sono state 7.748 le pratiche nel 2023 per sovraindebitamento, con il 55% che sceglie la liquidazione controllata.

Gianmario Bertollo, fondatore di “Legge3.it”

Liberi dal Debito e Legge3.it hanno sempre incoraggiato una gestione più efficiente e veloce delle pratiche di sovraindebitamento, orientando i debitori verso la liquidazione controllata, che ha un tasso di successo medio del 66%, a differenza di altre procedure con tassi di insuccesso elevati e che risultano meno vantaggiose. Tuttavia, nonostante alcuni progressi, la situazione non è ancora del tutto soddisfacente – spiega Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it molti gestori continuano a insistere su concordati e ristrutturazioni del debito, soprattutto nel Sud Italia, aumentando il rischio di insuccesso. Questa ostinazione verso pratiche destinate a fallire resta incomprensibile. Oggi il debitore che si rivolge direttamente all’OCC ha un’altissima probabilità di vedersi indirizzare in una procedura sbagliata e quand’anche scegliesse la procedura più adatta un’altrettanta alta probabilità di non ottenere l’omologa o l’apertura del procedimento”.

Il Report, infatti, sottolinea che dopo 10 anni, su 100 pratiche affidate agli OCC il 50% viene abbandonato prima della nomina del gestore, e di quelle che arrivano in Tribunale, 3 su 4 vengono rigettate.

Jimmy Greselin, Presidente di “Liberi dal debito”

Molti gestori preferiscono procedure alternative alla liquidazione – afferma Jimmy Greselin, Presidente di Liberi dal debito – per aumentare la percentuale di debito rimborsato. Questa scelta potrebbe essere valida se il numero di pratiche approvate fosse superiore, ma in realtà la maggior parte di queste procedure fallisce. Così, aumentare i rimborsi perdendo il 60% delle pratiche, lasciando il debitore in una situazione di insolvenza permanente, risulta insensato. Nella liquidazione la media rimborsata sul debito iniziale si attesta sul 27% e la percentuale di soddisfazione dei chirografari è del 15%, confermando sempre e comunque la miopia degli OCC che insistono a non preferirla alle altre soluzioni”.

Un ulteriore fardello che affligge chi è affetto da sovraindebitamento e si rivolge ad un professionista per uscire da quel tunnel buio, è proprio la lentezza del procedimento. I tempi di lavorazione nel 2023 sono stati in media poco più di 450 giorni. Troppo, se si considera che per la conclusione di una pratica si devono attendere circa un anno e 3 mesi.

(fonte foto avvenire.it)

Un annuncio scontato, quello del 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America che, dopo la schiacciante vittoria contro la candidata democratica Kamala Harris, parla di stop alle guerre e inizio di un’epoca d’oro per l’America.

Nel suo discorso di insediamento, il neo presidente Donald Trump ha promesso un cambiamento epocale nella politica internazionale e interna. Queste parole, ricche di ambizione e cariche di speranza, hanno suscitato reazioni diverse, entusiaste da una parte, scettiche dall’altra, nel contesto di un paese diviso da anni di polarizzazione politica e conflitti a livello globale.

L’affermazionefermerò le guerre” non è solo una promessa, ma un vero e proprio impegno per una diplomazia più incisiva e orientata alla pace, segnalando una svolta rispetto alla politica di interventismo militare che ha caratterizzato molte amministrazioni americane. Il presidente intende dare priorità alla risoluzione pacifica dei conflitti, investendo nella diplomazia, nel dialogo e nella cooperazione internazionale per stabilire relazioni basate sul rispetto reciproco.

Ma cosa significa “età dell’oro” per gli Stati Uniti e il mondo? L’idea sembra riferirsi a un periodo di prosperità economica, progresso sociale e stabilità globale. Il nuovo presidente ha sottolineato la necessità di affrontare le disuguaglianze economiche, garantendo un’economia più equa e sostenibile per tutti. Si parla di investimenti in infrastrutture, energie rinnovabili, educazione e sanità, promuovendo una crescita inclusiva che possa beneficiare tutte le fasce della popolazione.

Tuttavia, l’ambizione di inaugurare un’età dell’oro non sarà facile da realizzare. Le tensioni geopolitiche con potenze come Cina e Russia, la necessità di affrontare il cambiamento climatico e le sfide legate alle crisi migratorie e sanitarie globali rappresentano ostacoli significativi. Alcuni critici, infatti, sostengono che questa visione rischia di rimanere idealistica se non sarà sostenuta da azioni concrete e da una strategia ben delineata.

Le promesse di Trump sono senza dubbio un segnale di speranza e una spinta verso una politica più pacifica e progressista. Ma resta da vedere se riuscirà a trasformare questa visione in realtà, affrontando con determinazione e pragmatismo le complesse sfide che il mondo di oggi presenta.

(fonte foto euronews.com )

 

 

Si chiama “cocaina rosa” e sembra essere un altro tsunami che vede i giovanissimi, si parla di adolescenti, farne uso soprattutto nella cosiddetta “Roma bene”. Questa droga, nota anche come “tusi” o “2C-B”, è una miscela pericolosa di diverse sostanze sintetiche, tra cui polveri e compresse di MDMA, ketamina e altri composti allucinogeni. Sta creando allarme tra esperti e forze dell’ordine, specialmente a Roma, dove recenti indagini della polizia hanno intercettato un giro di spaccio che coinvolge sia persone anziane che giovanissimi, spesso minorenni.

Uno degli aspetti più preoccupanti della cocaina rosa è il costo elevato: il prezzo per un grammo si aggira sui 300-400 euro, un segnale che questa droga non è alla portata di tutti. Tuttavia, ciò non ha fermato la sua diffusione, che si sta estendendo anche tra i più giovani. A Roma, in particolare, la polizia ha scoperto un traffico attivo nei quartieri nord della città, come Parioli, Salario-Trieste e piazza Bologna, dove la droga viene distribuita non solo nei locali, ma anche a domicilio. Le consegne avvengono in contenitori particolari, come lampade di sale, che possono trasportare fino a 500 grammi di cocaina rosa.

Gli esperti dell’Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze hanno già lanciato l’allarme lo scorso giugno sulla crescente diffusione della cocaina rosa in Europa, sottolineando la sua pericolosità. Originaria dell’America Latina, in particolare della Colombia, dove è conosciuta come “tusi” o “tucibi”, questa droga contiene la sostanza psicoattiva 2C-B, che appartiene alla famiglia delle feniletilammine e ha effetti prevalentemente psichedelici.

Gli effetti della cocaina rosa sono estremamente imprevedibili e possono variare a seconda delle dosi e delle combinazioni di sostanze. Alte dosi possono provocare allucinazioni, euforia, ma anche ansia, sbalzi d’umore e stati psicotici. Le esperienze negative legate all’uso di questa droga includono angoscia e paranoia, soprattutto tra i giovani, che sono particolarmente vulnerabili agli effetti devastanti delle sostanze psichedeliche.

Liam Payne, ex membro della celebre boy band “One Direction”

Tra le vittime più famose di questa sostanza c’è Liam Payne, ex membro della celebre boy band One Direction. Il cantante britannico ha recentemente vissuto una crisi legata alla cocaina rosa, che lo ha portato al ricovero d’urgenza. Questo episodio ha sconvolto i suoi fan e ha riportato sotto i riflettori il problema dell’abuso di droghe sintetiche anche tra le celebrità. Il caso di Payne è un chiaro esempio di quanto la cocaina rosa possa essere pericolosa, persino per chi gode di visibilità e risorse economiche.

In Italia, la cocaina rosa si sta diffondendo rapidamente. Sequestri sono stati effettuati in diverse regioni, tra cui l’Umbria, la Sardegna e nelle aree di Milano, con l’aeroporto di Malpensa che è uno dei principali snodi per il traffico di questa droga. A preoccupare maggiormente le autorità è l’aumento del consumo tra i giovanissimi. Questa sostanza, associata a contesti di lusso e mondanità, si sta insinuando sempre più anche nelle fasce più giovani della popolazione, attratte dalla sua immagine glamour ma inconsapevoli dei rischi reali.

La cocaina rosa rappresenta, dunque, una minaccia emergente non solo per Roma, ma per tutto il Paese. Il suo mix di sostanze sintetiche e il marketing sofisticato che la circonda ne fanno una droga particolarmente insidiosa, capace di colpire persone di ogni età e status sociale. Episodi come quello di Liam Payne sottolineano la necessità di una maggiore consapevolezza e prevenzione. Le autorità e le famiglie devono unire gli sforzi per informare i giovani sui rischi legati all’uso di droghe sintetiche come la cocaina rosa, prima che le conseguenze diventino irreparabili.

(fonte fonte La Repubblica; Il Giornale; www.rtmsitalia.it)

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Matteo Renzi ha attaccato duramente il governo di Giorgia Meloni, accusandolo di basare la propria azione politica su campagne mediatiche, senza produrre risultati concreti. Renzi, leader di Italia Viva ed ex Presidente del Consiglio, ha descritto l’operato del governo come una serie di “spot” e ha criticato la premier per quella che ha definito una politica di facciata, priva di riforme reali per il Paese. Tuttavia, nel corso dell’intervista, Renzi ha anche rivolto il suo sguardo alla magistratura, annunciando un esposto alla Corte dei Conti.

Riguardo al governo Meloni, Renzi ha sottolineato che, secondo lui, l’esecutivo è più impegnato a comunicare un’immagine di efficienza che a mettere in pratica soluzioni efficaci. “Meloni fa solo spot”, ha dichiarato, evidenziando che molte delle iniziative promosse dal governo, dai temi economici alla gestione dell’immigrazione, si riducono a slogan mediatici senza portare a veri cambiamenti.

Oltre a criticare l’azione governativa, Renzi ha affrontato il tema delle comunicazioni informali tra magistrati, che negli ultimi anni hanno scatenato diversi dibattiti pubblici, soprattutto in seguito alla diffusione di chat private tra toghe. “Le toghe la smettano con il vizio della chat”, ha affermato Renzi, facendo riferimento alla prassi di magistrati di scambiarsi messaggi privati in cui si discutono questioni giudiziarie, una prassi che, secondo il leader di Italia Viva, rischia di compromettere l’immagine di imparzialità e trasparenza del sistema giudiziario italiano.

Renzi ha poi fatto un annuncio importante, dichiarando l’intenzione di presentare un esposto alla Corte dei Conti. La mossa sembra collegata alla gestione delle risorse pubbliche da parte del governo e, in particolare, a progetti che Renzi ritiene poco trasparenti o inefficienti. Sebbene non abbia fornito dettagli specifici sul contenuto dell’esposto, è chiaro che Renzi intende sfidare legalmente il governo su alcune delle sue iniziative finanziarie, puntando il dito contro possibili irregolarità nell’uso dei fondi pubblici.

Questo annuncio segna un nuovo capitolo nel conflitto tra Renzi e la maggioranza di centrodestra, in particolare Meloni. Renzi, che in passato ha subito indagini giudiziarie che hanno fortemente influenzato la sua carriera politica, ha ribadito la necessità di una magistratura più responsabile e meno influenzata da dinamiche interne. Il suo richiamo a una maggiore trasparenza, sia a livello politico che giudiziario, riflette il suo continuo tentativo di ritagliarsi un ruolo di “riformatore” della politica italiana, al di fuori delle dinamiche tradizionali dei partiti.

Le parole di Renzi, e l’annuncio dell’esposto, hanno inevitabilmente attirato l’attenzione dei media e del mondo politico, in un momento di forte tensione tra governo e opposizione. La sfida lanciata dal leader di Italia Viva, sia al governo Meloni che alla magistratura, promette di alimentare ulteriormente il dibattito su temi cruciali come la giustizia, la trasparenza nell’amministrazione e l’efficacia delle politiche governative.

Resta da vedere come si evolverà la situazione, ma l’esposto alla Corte dei Conti potrebbe aprire un nuovo fronte di scontro politico e legale per il governo, aggiungendo ulteriori complessità all’attuale clima politico già teso.

(fonte foto copertina agenzia Dire)