Certo la strada è lunga da percorrere, ma l’obiettivo è guardare sempre queste persone come “custodi di bellezza interiore”. E ai giovanissimi attori down, invece, come protagonisti che “parlano” un linguaggio semplice, ma straordinariamente espressivo. Quindi saliamo sul palco della “diversità”, per sentirci meno “normali”, ma più down nel cuore.
“La preparazione del couscous richiede grande manualità che si acquisisce nel tempo e soprattutto tanta pazienza – ci spiega Marilù Terrasi -. La gestualità e la preparazione creano uno spettacolo unico e avvincente. I singoli elementi piano piano si amalgamano secondo un meccanismo che solo apparentemente è sempre uguale. Il couscous, invece, è ogni volta diverso”.
di redazione. Il cibo “forgiato” tra le mura domestiche, come se fosse quello delle nostre nonne, è certamente un’altra cosa. Gli odori, i sapori, il calore che si sente. É come stare in famiglia, sapendo di condividere un pasto come lo si fa la domenica con la “zia Pinuccia” che porta i dolci dal paese.
di Gaetano Càfici. “Io ne ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi”. La frase è di quelle ad effetto, difficile da dimenticare. Un Rutger Hauer che la recita nel monologo finale di “Blade Runner”, il film di fantascienza diretto nel 1982 da Ridley Scott.