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Gaetano Càfici

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di Gaetano Càfici. Gli equilibri politici che, in modo assolutamente “precario” (il termine non vuole essere una provocazione ma un dato di fatto), sorreggono quel che rimane del governo Crocetta e della sua esistenza in vita, sembrano somigliare piuttosto a dei funanboli senza corda: praticamente in caduta libera.

Mi piace sempre citare le figure circensi che rappresentano “immagini positive” e ludiche, ma che in questo caso, riferite a Mr. Rivoluzione Crocetta, hanno il sapore e il gusto ironico degli sketch. Vi ricordate le botte che si davano i clown ! Praticamente stesso copione ! Ma questa volta a prenderle da più di due anni sono i siciliani !

Per non parlare, nell’altro versante, dell’assalto a Palazzo d’Orleans diventato in questi ultimi mesi e, in modo scientifico negli ultimi giorni, una Bastiglia da espugnare, seppure con metodi pacifici, ma certamente energici.

Dai lavoratori della formazione ai forestali, dai call center ai senza casa. E chi non ha preso il biglietto è pregato di mettersi in fila. Un infinito esercito di “precari” che chiede “aiuto” ad un governo “precario”. Un paradosso di proporzioni gigantesche.

É come se si decidesse di prendere un leone per fargli fare da babysitter ad un chiwawa. La fine sarebbe scontata o chissà il Re della foresta magari rimarrebbe offeso per un pasto così esiguo.
Ma parlando di cose “seriamente serie”, qui il problema non è più se ragionare su un possibile rimpasto di governo o su un’improbabile rilancio dello stesso, come “noiosamente” sentiamo dire da mesi, solo per prendere tempo e far scorrere l’orologio della politica. Qui al capolinea ci siamo già arrivati e forse lo abbiamo anche perso. E di autobus su cui salire in corsa, non ne vediamo all’orizzonte.

Adesso, invece, immaginiamo di assistere ad una “fantascientifica” seduta del Parlamento siciliano, dove “operosi” deputati decidono di approvare una norma che chiameremo di “gradimento”. Di quelle che oggi sanno più di preistoria che di attualità !
Il popolo chiamato a decidere se il rapporto di gradimento del governo e del suo governatore e, conseguentemente, anche di fiducia, è venuto meno.

Pensate come sarebbe legittimamente democratico poter esercitare questo diritto: siete incapaci e inadatti a governare, allora ve ne andate a casa !
In fondo, se riflettiamo, la partita dovrebbe essere vinta in partenza: 5 milioni di cittadini siciliani contro 90 deputati. Ma essendo fantascienza, e considerando che le norme non le fanno i siciliani, il finale appare scontato.

Comunque, solo per precisare: la norma in questione si estenderebbe anche ai deputati, perché in caso contrario penso proprio che in una nottata sarebbe già pronta e approvata quella che li salva. In fondo nessuno è indispensabile. Concetto che vale sia per i deputati, che per Crocetta. La fermata del capolinea attende !

zisa ripulita

Lo ripeterò fino alla noia: Palermo è più una città normalizzata che normale. E l’indifferenza, concetto che convive in essa come elemento naturale, appare sempre più come un cartello stradale, di quelli che ai nostri occhi è soltanto un pezzo di metallo. Esserci o non esserci è la stessa cosa, poi rispettarlo è davvero missione impossibile.

Ma ciò diviene ancora più perverso e autolesionista, quando oltre a quell’odiosa indifferenza, a quel virus apparentemente non debellabile, ci si accorge, come per incantesimo, che anche l’apparente “miracolo” può accadere, forse !
Ovvio immaginare che trattasi di miracolo indotto e non da odore di santità (scomodare i santi per tali questioni sarebbe poco opportuno). In fondo tale “prodigio”, nelle sue varie forme, dovrebbe essere un fatto positivo. Di quelle cose che malgrado tutto danno speranza. E poi se accade a Palermo, diventa davvero un qualcosa di eccezionalmente “trascendentale”, direi di unico.

Vedere apparire inspiegabilmente da settimane, dal degrado in cui versava il Castello della Zisa (giardino e spazi esterni compresi), squadre di lavoratori che asfaltano il manto stradale e ripuliscono le aiuole, fa sorgere una domanda amletica: ma perché tutto questo adesso e in quel luogo, quando a breve distanza si vedono sacchetti d’immondizia fare i salti dai cassonetti come da un trampolino ?
Un arcano che mi ha arrovellato la mente, ma forse non troppo e che, all’improvviso, è stato svelato al grido dell’Eureka di Archimede: gli ispettori dell’Unesco sono arrivati a Palermo per visitare alcuni monumenti di pregio, che potrebbero essere inseriti come patrimonio dell’Umanità.
E io che per un attimo avevo creduto che il “fenomeno soprannaturale” fosse reale e per sempre. Come quello di vivere in una città dove si rispettano i cartelli stradali, dove le istituzioni fanno il loro dovere sempre e non ad intermittenza e dove i cittadini non sporcano.
Ma probabilmente il mio “miracolo” è di quelli biodegradabili. Per il prossimo temo che dovremo aspettare un altro giro di visite. Quindi un consiglio ai nostri amministratori: scrivete un elenco di possibili “ospiti”, ma fatelo molto lungo! Palermo ringrazia.

onorate società foto con pieruccio

IL LIBRO DELLA SETTIMANA.

“ONORATE SOCIETÀ”

Autore
Piero Messina

Editrice
BUR (www.bur.eu)

di Gaetano Càfici. Firmare questa recensione che, spezza piacevolmente e “sentimentalmente” quella che, invece, è una consuetudine consolidata di questo luogo di lettura, è per me un atto d’amore nei confronti dell’autore, anche se è bene chiarire che trattasi non di “amore carnale”, ma di affetto profondo.

Voi direte: ma allora tu sei in pieno e totale “conflitto d’interesse?”. Molto probabilmente sarà così, ma Pieruccio Messina (l’autore del libro n.dr.) come mi piace chiamarlo, è stato mio compagno di liceo.
E diciamola tutta il liceo è un luogo “magico”, così come le persone che incontri, poi le lasci all’improvviso, ma per una strana coincidenza o beffa del destino rientrano e incrociano la tua vita, e magari per fortuna o sfortuna fanno anche il tuo stesso mestiere (intendo quello di giornalista! Per scrivere un libro mi sto attrezzando).
Mentre la tastiera del mio pc cavalca parole che si incastrano tra la mente, il cuore ed i polpastrelli, il mio conflitto d’interessi si nutre sempre più, come una bocca famelica.

“Onorate società”, non è soltanto un libro ma va oltre, sia per la vastità dello scritto in sé, che per la capacità di narrazione. 393 pagine cesellate come un vaso di Pandora (questa volta scoperchiato), che affabulano e coinvolgono lungo il sentiero oscuro, ma lucidamente incastonato, dei grandi misteri della nostra Italia: dal connubio tra massoneria, mafia e politica al pactum sceleris (come l’autore stesso cita) tra le istituzioni “democratiche” e i governi del patto atlantico.

Piero Messina usa “penna e inchiostro” come “ago e filo”, in un straordinaria immersione analitica, didascalica e di approfondimento da vero artigiano della parola. Un autentico distillato di fatti, di testimonianze che traboccano foglio dopo foglio, capitolo dopo capitolo di una lettura colta, ma al contempo semplice.
Un libro d’inchiesta che, con dovizia di particolari e un’attenzione quasi “paranoica” (in questo caso come accezione positiva del termine), può essere definito senza “superbia” un vero capolavoro narrativo e di memoria storica. A questo punto il mio conflitto d’interessi è bello e servito. Non mi resta che augurarvi buona lettura. E, soprattutto, un bravissimo al mio compagno di liceo Pieruccio !

Biografia. Piero Messina, (Palermo 1965), ha iniziato la carriera di giornalista al quotidiano “Il Mediterraneo”. Ha scritto per il Sole24 Ore”, “Il Venerdì di Repubblica” e l’Ansa. Per il suo lavoro ha ricevuto il Premio cronista 2008 “Piero Passetti”, Targa dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti italiani. Le sue inchieste su mafia e terrorismo internazionale sono state pubblicate anche negli Stati Uniti e in Germania.Scrive per il settimanale “l’Espresso” e la rivista geopolitica “Limes”. Per BUR ha pubblicato anche “Il cuore nero dei servizi e Protezione incivile”.

crocetta-sommelier

 

di Gaetano Càfici. Il fallimento del governo regionale, guidato da Rosario Crocetta, non ha certo bisogno di alcuna certificazione doc. Anche un sommelier che ha fatto le “scuole serali” (senza alcuna offesa per la categoria), saprebbe perfettamente riconoscere, assaggio dopo assaggio che quel vino è ormai aceto, ma di quelli fermentati male ! E credo che questo giudizio, senza falsa modestia, sia fin troppo generoso nei confronti di chi, in questi anni, ha replicato lo stesso modus operandi del passato. Altro che rivoluzione !

Di fatto stiamo assistendo alla lenta agonia di una compagine governativa che sopravvive a se stessa, soltanto per mero calcolo politico.
Le ultime vicende, dal presunto rimpasto al caso della piscina “abusiva” o non dell’assessore Sgarlata, per non parlare del “Piano Giovani” finito prima di iniziare e non ultimo lo scontro tutto interno al Pd sulla nomina del nuovo assessore al Territorio, hanno definito e tracciato chiaramente quello che nei fatti è sempre stato pensato, ma anche detto di questa armata Brancaleone: politicamente inadatti ad occuparsi dei problemi della Sicilia !

Ad oggi, (basta guardare i numeri), si è fatta soltanto un’operazione di tagli indiscriminati che non ha eguali, con l’alzabandiera dell’alibi del contenimento della spesa. Ma non sarebbe bastata una seria rivisitazione e razionalizzazione dei vari settori, sia in termini di costi che di risorse umane ? E, invece, mi pare che sia stata attuata una vera e propria “vivisezione sociale”. La parola lavoro è stata doverosamente “bandita”, così come ogni riferimento all’applicazione statutaria dell’Autonomia in senso federalista.

Per non parlare dell’opposizione o presunta tale che viaggia a corrente alternata. A volte agita lo spettro del voto anticipato, ma nei fatti non fa nulla o paventa, ad esempio, fantomatiche dimissioni di massa ! In fondo il posto dietro la fila, ma anche davanti, sta comodo a tutti. Ognuno tiene famiglia, considerando che c’è chi deve mantenerne più di una ! Per non parlare dei “mutui” da pagare e delle “debolezze” personali da esaudire: quelle non mancano mai.

Dunque, dietro il “Non mi dimetterò mai!” di Crocetta c’è tutta la sua fragilità politica. Per lui, adesso, attraversare il “guado” sarà davvero un’impresa titanica.
Caro Saro da Gela, un consiglio spassionato: se non vuole essere ricordato come il peggiore Presidente nella storia della Regione siciliana, addirittura anche oltre ai suoi precedenti “colleghi”, sia coraggioso e sincero come ha fatto nel dichiarare il desiderio di volere un figlio e si dimetta.

Magari non lo faccia per noi siciliani, ma per quel suo intimo desiderio del quale ci ha resi partecipi. Sarebbe un’uscita di scena dignitosa. Poi un “posto” al sole vedrà, sicuramente glielo troveranno. Questa sì che sarebbe una scelta da vero rivoluzionario !

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di Gaetano Càfici. I paradossi non sono solo quelli che si leggono nei libri “colti”, nei trattati filosofici, nei noiosi dibattiti in cui ci si perde e che alla fine sembrano come ritornare in un velocissimo rewind, sempre all’inizio del “nastro”. Piuttosto ci appaiono indossati come un “pesante” cappotto che, in teoria, dovrebbe ripararci dal freddo.

In fondo la Tasi, questo acronimo già fastidioso a pronunciarsi, non è altro che un “cappotto” rinforzato. Un’imposta di nuova “fabbricazione”, che riguarda i servizi comunali rivolti alla collettività. Necessaria e indispensabile in una città dove i servizi sono come l’inchiostro simpatico. Vi ricordate ? Quello che da piccoli utilizzavamo per vivere l’attimo fuggente di mostrarci come dei veri maghi. I nostri segreti comparivano e scomparivano dal foglio come per incantesimo.

Pensate fosse, invece, una vera tassa ? Definita così, come viene descritta, potrebbe sembrare anche una “cosa buona”. Anche se una “gabella” non è mai una cosa buona, ma se serve per la collettività, il sacrificio è d’obbligo. Certo dirlo a chi ha perduto il lavoro e non può neanche pagare la bolletta del gas e della luce, se non peggio. Beh, la presunta risposta sarebbe da Bip. Ma siccome è prevista per legge. Il Comune ha l’obbligo di applicarla. Ma è qui che, invece, nasce il paradosso di quelli da inchiostro simpatico come sopra.

Se il sacrificio va fatto, cari amministratori, almeno l’onore delle armi ! Poche parole ci saremmo aspettati. Del tipo: “cari concittadini, siccome di soldi non ce ne sono per pagare i lavoratori della Gesip (ndr. la società che gestisce alcuni servizi del Comune di Palermo) ci vediamo costretti ad un prelievo forzato!”

Capisco che chiediamo troppo alla politica, a questa politica ma, almeno, sarebbe stato un atto di civiltà. Termine questo, forse ormai obsoleto. E per favore non parlate di eredità del passato, perchè quelli di prima hanno fatto lo stesso e non sono finiti proprio bene ! (politicamente parlando).

Ovviamente la Gesip e i suoi lavoratori hanno già ringraziato. Palermo adesso può dormire “tranquilla”. Domani sarà un giorno uguale agli altri ed io rimango sempre fiducioso nello sbarco degli alieni. Unica speranza. Ad maiora !

cupole san giovanni degli eremit

di Gaetano Càfici. Palermo talvolta ti sorprende. Ti guardi intorno e la senti rassegnata, indifferente, come un libro di pagine bianche. Poi all’improvviso, in questo disegno di linee grigie, che sembrano marcare in modo indelebile i tratti della sua sofferenza, basta poco per far rinascere la speranza, la voglia di dipingerla di colori.

“Con la testa tra le Cupole” è un’idea, un progetto, un concorso che non nasce a caso. L’estro e la determinazione di Rosanna Maranto, presidente della cooperativa Colorè e direttore artistico di Illustramente e del centro culturale Skenè, ha dato vita, assieme ad alcuni partner tra cui Comune, Regione Sicilia, Unicoop Sicilia, Il Genio di Palermo e tanti altri ancora, ad un’iniziativa di grande valore educativo e artistico.

“Che Cupola!” è un concorso internazionale di illustrazione e di disegno, che coinvolgerà gli alunni palermitani di ogni fascia scolastica (escludendo la scuola materna), per promuovere giovani talenti e prevenire, anche, il triste fenomeno della dispersione scolastica.
Il senso del progetto ha una fortissima valenza simbolica. La cupola con la sua forma sferica rivolta al cielo, ma anche spesso riferimento alla cupola mafiosa.
Quindi l’esorcizzazione di un termine, per riuscire a dare di esso una visione positiva e non più negativa. Il progetto prevede itinerari artisti, ludici e didattici avente come tema la scoperta e la valorizzazione delle cupole architettoniche di Palermo, da San Cataldo a San Giovanni degli Eremiti, dalla Cattedrale alla chiesa del Carmine Maggiore, dalla chiesa Santa Maria dell’Ammiraglio a quella di San Giuseppe dei Teatini e tante altre.

A conclusione del concorso, tra coloro che hanno parteciperanno, ci sarà un vincitore assoluto al quale verrà dato un premio in denaro e 3 vincitori per categoria come primo, secondo e terzo classificato.

Per avere informazioni più dettagliate, sui contenuti dell’iniziativa, è possibile collegarsi ai siti web www.illustramente.it e www.centroculturaleskene.it, dove si può anche visionare il bando di partecipazione al concorso.

puglisi

Da quando ho iniziato l’avventura di Bloggandosicilia, creatura che mi ha permesso di rimanere “ancora in vita”, cerebralmente parlando, (è innegabile la lenta agonia della nostra professione!), mi sono più volte chiesto quanto potente sia il web. Di quanto lo strumento possa essere carezza o pugno, a seconda come lo si utilizzi, anche nei suoi aspetti più effimeri o nei meandri più complessi di quel reticolo di fili immaginari, che la globalizzazione partorisce giornalmente.

Io che, invece, mi definisco antidiluviano da macchina da scrivere “lettera 22” e, oggi, convertito definitivamente o quasi alla rete! Diciamo un alieno.

Certo, la nostalgia della carta stampata potrebbe essere come il primo amore, quello che non si scorda mai, ma leggendo dell’iniziativa, che il collega Francesco Deliziosi ha voluto mettere in campo, realizzando un blog nel ricordo di Padre Pino Puglisi, l’Amarcord cartaceo non può che prendere il posto ad un grazie sincero.

Sì, un grazie a Francesco che, con amore, ha cucito sul web un abito prezioso, ricco di messaggi, di testimonianze, di storie, di immagini: quelle di un parroco di Brancaccio, anzi del parroco di Brancaccio che amava gli ultimi e che per gli ultimi è stato sacrificato. Un blog che trovate all’indirizzo www.beatopadrepuglisi.it, luogo da esplorare, fatto di memoria e di testimonianze, soprattutto per chi padre Puglisi non lo ha mai conosciuto.

biscotti alle noci

di Gaetano Càfici. Se i “biscotti alle noci” fossero portatori di qualche “intolleranza alimentare” per chi ne soffre, certamente non lo si potrebbe dire per quelli messi in scena dalla Compagnia Amatoriale Sicilia Teatro. Un copione scritto da Nino Criscione, con la regia di Antonella Messina, che regala risate e divertimento dalla prima all’ultima battuta, recitate con passione sulle “tavole” del Teatro Zappalà di Mondello.

Ritornano, dunque, i “Biscotti alle noci” dopo il successo di pubblico dei mesi scorsi. Una commedia con un meccanismo ad alta precisione in cui ogni elemento funziona in maniera perfetta, portando sul palco le avventure e, allo stesso tempo, le disavventure dei suoi personaggi. Esilaranti equivoci, conditi da un sarcasmo tipicamente siciliano, si muovono tra le note trainanti della colonna sonora di “Casa Vianello”.

Una vera situation comedy, brillante e divertente che, tra gag, amori, litigi, racconta le difficoltà lavorative di un agente immobiliare, Ubaldo Specchi interpretato da Franco Natoli (nome noto dei palcoscenici siciliani), alla ricerca di nuovi espedienti per piazzare i suoi immobili suggerisce ai mal capitati, Antonio Sallanà (Massimo Vazzana) e Anna Saltarelli (Valeria Scaglione), entrambi di origine siciliana e ritrovatisi in quel di Milano per motivi di lavoro, soluzioni poco ortodosse.

Da qui il dispiegarsi di vicissitudini e di storie sull’orlo della “pazzia” che incrociandosi, trovano il loro epilogo in un finale tutto da ridere. Fa da sfondo un condominio non poco impiccione e personaggi quali la signorina Polentini che offre ai finti coniugi, per l’appunto, dei biscotti alle noci fatti da lei e il Portiere Gioacchino, magistralmente interpretati rispettivamente da Marilù Filippone e Massimo Barbagallo.

Nel cast ancora Antonella Messina con Zia Pina, Marco Arciello con Rocco e la spumeggiante Brigida Machi con Silvia. Uno spettacolo che trova spessore nella bravura coinvolgente degli interpreti, ormai definitivamente consacrati dai tantissimi spettatori che li applaudono entusiasti.

Per informazioni più dettagliate e prenotazioni: 091/451084. Ci vediamo tutti, giovedì 24 luglio, alle 21.30. Sarà puro divertimento !

crocetta ammaliatore di serpenti

Il governatore Crocetta mi ricorda tanto quegli incantatori di serpenti che tutti noi, da bambini prima e da genitori poi, abbiamo osservato nei circhi itineranti, con la presunzione di scoprire il trucco di quel “numero” da baraccone.

Come riusciva l’uomo con il piffero ad ammaliare il rettile che si muoveva sinuosamente appena si accennavano dolci suoni e nenie ipnotizzanti. Magia o illusione ? Un arcano insoluto, che piacevolmente ci lasciava il dubbio, ma sempre con il beneficio di inventario !

Il tanto decantato “reddito minimo” o “progetto di cittadinanza solidale” (così lo chiamava il presidente Crocetta), e cioè la possibilità di destinare alle famiglie siciliane in povertà un contributo economico, si è improvvisamente trasformato, come per magia, in bonus ma da dare questa volta alle “imprese che assumeranno dagli elenchi dei poveri” (così ha dichiarato Crocetta). Ma esistono davvero degli elenchi dei poveri ? Mah !

Quindi i 36 milioni di euro del fondo sociale europeo, che inizialmente Crocetta aveva brandito, assicurando che sarebbero stati utilizzati per le famiglie siciliane più deboli, sono scomparsi (o forse non ci sono mai stati) come la carrozza di Cenerentola.

Come dire, scusate abbiamo scherzato ! Avevamo fatto male i conti e per riparare alla svista abbiamo pensato bene di tirare fuori da cilindro un altro coniglio. Ah, pardon ma ancora il numero dell’illusionista deve andare in scena. Per staccare il biglietto è meglio rivolgersi al botteghino del governo Crocetta. Il divertimento è assicurato.

L’Istat, intanto, certifica la Sicilia come la regione italiana a più alto tasso di povertà: 32,5 per cento. Triste e amara realtà del “Circum Barnum” della politica crocettiana e non solo di quella.

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di Gaetano Càfici. Che il malato Sicilia fosse ormai da anni al capezzale, tenuto in vita da terapie con effetto placebo, lo sapevamo tutti, compresa quella classe politica che l’ha governata negli ultimi decenni e quest’ultima, che ne ha sancito definitivamente la dipartita.

L’effetto default o se in modo più chiaro vogliamo chiamarlo fallimento o crack, annunciato dal leader nazionale della Cisl Bonanni, appare più come una sorta di “ombrello” sotto cui ripararsi per poi dire: “beh noi vi avevamo avvertiti che la Sicilia era in liquidazione, ma voi politici dove eravate?”

Una domanda sicuramente scontata e legittima ma che girerei subito al mittente. E voi, invece, dove eravate, mentre la politica di ieri e quella di oggi inoculava al malato Sicilia antidoti molto probabilmente con etichetta scaduta ?

L’affaire appare complicato, in un quadro di responsabilità che oggettivamente sono da spartire in egual misura. Ma con l’aggravante che ogni possibile furbizia non può e non deve assolutamente avere, ancora una volta, come destinatario il popolo siciliano.

Dal versante politico il presidente della regione Crocetta, invece di costruire un’ampia convergenza politica per affrontare questi temi, adopera sempre lo stesso linguaggio da “falso rivoluzionario”, ma questa volta con armi assolutamente “spuntate”: “chiederò risarcimenti miliardari all’Eni se confermerà di togliere gli investimenti in Sicilia. E se continueranno così gli chiuderò i pozzi per portarli a miti consigli”.

Già li vedo quelli dell’Eni tremare di fronte alle “minacce” di Saro, modello Tupamaros. La politica dovrebbe essere arte di mediazione. Ma questo accade solo a coloro che fanno della politica una missione. Ah ! perdonatemi ho avuto un attimo di smemoratezza. Sarà colpa dell’età che avanza.