I dati allarmanti della Banca d’Italia parlano di un debito pubblico che cresce a dismisura. Un nuovo record che segna un massimo storico ad agosto di quest’anno, toccando esattamente i 2.962,5 miliardi di euro, rispetto ai 2.950 miliardi registrati all’inizio del mese. Secondo i dati diffusi dalla Banca d’Italia, l’aumento mensile è stato di circa 12 miliardi di euro, segnalando una ripresa del trend di indebitamento pubblico, dopo un calo temporaneo registrato a luglio, quando il debito era sceso di 1,1 miliardi di euro. Dunque, il debito continua quindi la sua corsa verso la soglia dei 3.000 miliardi di euro, alimentando preoccupazioni circa la sostenibilità del debito nel medio-lungo termine, in particolare alla luce delle sfide economiche e politiche che il Paese sta affrontando.

IL GRAFICO DEL DEBITO PUBBLICO

Infatti, rispetto ad agosto 2023, quando il debito pubblico si attestava a 2.846 miliardi di euro, l’incremento è stato di circa 86 miliardi di euro. L’aumento è attribuito, secondo Banca d’Italia, all’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro, agli scarti e premi legati all’emissione e rimborso di titoli, e alle rivalutazioni dovute all’inflazione. Inoltre, si segnalano variazioni nei tassi di cambio, fattori che hanno tutti contribuito alla crescita complessiva del debito.

Ad agosto, la vita media residua del debito pubblico è rimasta stabile, passando da 7,7 anni di luglio a 7,8 anni. Per quanto riguarda la composizione dei detentori del debito, la quota detenuta da Banca d’Italia è scesa lievemente, dal 22,9% al 22,7%, mentre quella detenuta da non residenti è aumentata, passando dal 24,3% di giugno al 29,4%. La quota di debito detenuta da altri residenti, come famiglie e imprese non finanziarie, si è mantenuta stabile al 14,4%.

La Banca d’Italia ha, inoltre, rivisto al rialzo le stime del debito pubblico per il periodo 2020-2023. In particolare, per il 2020 il debito è stato corretto in aumento di 2,5 miliardi di euro, per il 2021 di 4,6 miliardi, per il 2022 di 4,7 miliardi, e per il 2023 di 5 miliardi. Queste revisioni sono il risultato della revisione generale dei conti nazionali 1995-2023 e di modifiche nei criteri di contabilizzazione, concordati a livello europeo, relativi agli interessi differiti sui prestiti concessi alla Grecia attraverso il Fondo salva-Stati (European Financial Stability Facility).

Meloni e la proposta sul debito comune europeo

In vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre a Bruxelles, la premier rilancerà l’idea, sostenuta nel Rapporto Draghi sulla competitività europea, di emettere debito comune per finanziare progetti strategici. Meloni ha affermato che “sarà necessario esplorare nuove possibilità di emissione di debito comune per sostenere le ambiziose sfide della transizione energetica e ambientale, evidenziando anche l’importanza di mobilitare capitali privati a sostegno di questi obiettivi”. La proposta di debito comune si inserisce in un contesto europeo complesso, dove il coordinamento finanziario tra gli Stati membri è fondamentale per affrontare le sfide future, inclusa la sostenibilità fiscale.

(fonte foto www.financialounge.com; www.soldionline)

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