E’ un continuo tam tam di accuse contro il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, scaturite da un’intervista rilasciata oggi su un quotidiano online cittadino. Lega e Italia Viva, con i suoi rappresentanti in consiglio comunale hanno scritto due note al vetriolo, condannando l’immobilismo del primo cittadino e la Lega ripetendo il refrain delle dimissioni.
“Oggi il sindaco Orlando è venuto a chiedere aiuto istituzionale per la città su alcune tematiche che lui ritiene importanti, ma che non è stato in grado di affrontare negli ultimi nove anni della sua gestione”. E quanto afferma il capogruppo della Lega al comune di Palermo Igor Gelarda, a conclusione della riunione della capigruppo di oggi chiesta dallo stesso Sindaco.
“Forse qualcuno si sarebbe potuto aspettare un mea culpa da parte del sindaco per come è ridotta Palermo, ma questo non è accaduto, come nel suo stile. La Lega non si è sottratta e non si sottrarrà alla collaborazione istituzionale, per evitare di condannare definitivamente Palermo in questo ultimo anno di agonia targata Leoluca Orlando. Se ci sono atti da votare in consiglio per favorire i cittadini e la città lo faremo. Tuttavia ci saremmo aspettati, almeno oggi, un cambio di passo da parte del Sindaco. Orlando ha fallito in tutto fino ad ora. Eppure In una grottesca intervista apparsa oggi su Repubblica ha avuto il coraggio di dire che Palermo è ridotta in questo stato per colpa della Pandemia – continua ancora Gelarda – come se la spazzatura, le bare, i problemi del traffico, i ponti traballanti o del trasporto urbano, fossero colpa di un virus piuttosto che da una incapacità amministrativa che dura da decenni.
“Orlando faccia un bagno di umiltà, e cominci un percorso di condivisione totale di problemi, basta con le scelte a senso unico. Per noi le dimissioni restano l’unica e più logica scelta che Orlando dovrebbe porre in essere. Tuttavia se non vuole dimettersi, si sieda ad un tavolo e condivida con tutto il consiglio comunale le attività di cui Palermo ha bisogno nei prossimi 12 mesi, gestendoli assieme anche nel loro sviluppo. Basta cose calate dall’alto, basta visioni che riguardano evidentemente una città che esiste solo nella mente del sindaco Orlando, e non è quella che vivono i palermitani. Orlando venga in aula consiliare davanti a tutti i cittadini a discutere le proposte che faremo.”
A ciò si aggiungono le parole di Dario Chinnici, capogruppo a Sala delle Lapidi del partito di Renzi. “Il sindaco Orlando è forse l’unico a non accorgersi dello stato comatoso in cui versa Palermo: un bilancio con un ammanco da 80 milioni, strade senza manutenzione, Bellolampo a rischio saturazione, partecipare finanziariamente al collasso, ponti Corleone e Oreto a rischio, quasi 900 bare in attesa di una sepoltura, richieste di concessione del suolo pubblico bloccate. Tutte cose che con la pandemia non hanno nulla a che fare. Viviamo in una città letteralmente allo sbando di cui il primo cittadino da tempo ormai si disinteressa, preferendo polemizzare sui numeri del Covid o parlare dei massimi sistemi.
“Consapevoli degli enormi problemi della città – ha continuato Chinnici – avevamo proposto l’unica soluzione possibile: un governo dei migliori, una formula straordinaria di fronte a una situazione straordinaria. Orlando ha preferito rifugiarsi invece nei soliti cliché, seguendo un copione ormai logoro: ad oggi la maggioranza in consiglio comunale si è dissolta, ma il Sindaco da un lato chiede collaborazione e dall’altro continua ad attaccare a testa bassa il consiglio mentendo sulle conseguenze dello stop al piano triennale e fingendo di non vedere il livello disastroso della sua giunta. E’ stato lui a dire di aver condiviso l’indirizzo dell’Aula in occasione dell’ultimo bilancio e oggi si rimangia tutto; è stato lui a ignorare il problema Bellolampo affrontato invece da Giuseppe Norata e ora attacca la Regione dopo mesi di silenzio; è stato lui per mesi ad avere la delega ai Cimiteri e oggi sembra cadere dalle nuvole.
“Italia Viva – ha concluso l’esponente renziano in consiglio comunale – è sempre stata dalla parte dei palermitani e lo sarà ancora sul commissariamento del ponte Corleone e sull’esenzione dei tributi per i commercianti in difficoltà, senza chiacchiere o voli pindarici che ormai non incantano più nessuno”.
Insomma, possiamo dire che la campagna elettorale è appena iniziata e lo scenario è assolutamente in divenire con un Orlando che non dimentichiamo, fu quello che inventò la prima crostata politica: quella dell’allora “patto di Villa Niscemi”, luogo e laboratorio politico palermitano e non solo. E le puntate sul piatto, attualmente vuoto di nomi e candidati, sono ancora rigorosamente da “bagarinaggio”. Per quelle ufficiali c’è tempo e nulla è escluso…